WWE 2K25 Recensione: una rivoluzione del ring frenata da qualche scelta

La nuova iterazione del gioco di wrestling per eccellenza, WWE 2K25, trasforma lo sport-spettacolo in un mix tra realismo, fan service e microtransazioni. Zoppicante ma imperdibile: ecco la recensione!

Simone Lelli
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Simone Lelli
Editor in Chief
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri...
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8 Ottimo
WWE 2K25

Quando si parla di wrestling virtuale, le aspettative non sono mai basse: parliamo di un genere che attrae appassionati e neofiti, interessati tanto allo spettacolo quanto alla tecnica. Con WWE 2K25, Visual Concepts dà una conferma importante: la serie ha finalmente raggiunto una maturità tangibile, offrendo il miglior sistema di combattimento degli ultimi anni e un comparto contenutistico ricco di modalità. Tuttavia, dietro le luci sfavillanti dell’arena e l’adrenalina dei match, si nasconde qualche zona d’ombra, in particolare legata alle logiche di monetizzazione e a certe scelte di design che appesantiscono l’esperienza complessiva. Cosa intendiamo? Lo scopriremo ora nella nostra recensione di WWE 2K25.

Il primo impatto con il gioco ci fa subito capire che le basi gettate da WWE 2K22 e i miglioramenti di WWE 2K23 e WWE 2K24 non sono andati persi. D’altro canto, bastava notare la progressiva crescita qualitativa di questo franchise per intuire che, dopo una pausa di rodaggio e rinnovamento, Visual Concepts fosse pronta a bissare i risultati ottenuti. Partiamo dalla componente che, per molti, è il fulcro imprescindibile del divertimento: i match sul ring.

Ritorno alle origini con le Mosse Concatenate

La grande novità che spicca all’interno del gameplay di WWE 2K25 è il ritorno delle cosiddette Mosse Concatenate, una meccanica che si era vista per l’ultima volta in modo consistente in WWE 2K20. Questa funzione permette, all’inizio di ogni match, di ricreare il tipico scambio di prese e controprese che introduce – in maniera più realistica – un combattimento tra superstar. Non si parte subito con manovre spettacolari o finisher devastanti: c’è un piccolo minigioco di tempismo e posizionamento che, se vinto, regala un vantaggio di momentum. Il risultato è una sensazione più vicina a quanto accade sui ring reali, con i lottatori che si studiano prima di partire in quarta.

Al di fuori delle Mosse Concatenate, il combat system mantiene il taglio ibrido tra arcade e simulazione che ha fatto la fortuna dei capitoli recenti: contrattacchi, combo di colpi leggeri e pesanti, prese variabili e persino la possibilità di attivare mosse di trasporto, portando di peso l’avversario in giro per il ring. Il colpo d’occhio è coinvolgente: i modelli poligonali dei wrestler sono sempre più dettagliati, e durante i match si notano segni di affaticamento, ematomi o l’usura delle pitture corporee. È un piacere per gli appassionati di wrestling vedere, ad esempio, The Demon Finn Bálor perdere pian piano parte del suo body paint, o un gigante come Brock Lesnar iniziare a mostrare segni di stanchezza dopo una lunga e feroce contesa.

Come da tradizione, WWE 2K25 propone la 2K Showcase, quest’anno dedicata a “The Bloodline”: la stirpe samoana che comprende nomi leggendari come The Rock, Roman Reigns, Yokozuna, gli Usos, Umaga e tanti altri. Si tratta di un cambio di registro interessante, perché se in passato seguivamo la carriera di una singola icona (da Rey Mysterio a John Cena), ora l’esperienza è corale, unita dal filo rosso della discendenza Anoaʻi.

La narrazione è affidata a Paul Heyman, che di suo è uno dei migliori “promoter” del panorama: non smentisce la sua fama e offre un racconto avvincente, capace di coinvolgere anche i meno esperti della genealogia della famiglia. Le scene d’intermezzo abbandonano quasi del tutto i filmati reali e si basano su cutscene interne al motore di gioco, con risultati positivi in termini di ritmo: invece di interrompere l’azione con spezzoni storici privi di commento, ci troviamo a guardare sequenze ricreate ad hoc, mentre la telecronaca appositamente registrata mantiene viva l’illusione di “stare davvero giocando l’incontro”.

Un neo da segnalare riguarda gli “obiettivi cronometrici”: per sbloccare determinati contenuti e replicare fedelmente le storie del passato, bisogna eseguire azioni specifiche entro un timer. Se si fallisce, il match prosegue, ma salta l’obiettivo, costringendo gli ossessionati dal completismo a ripetere tutto da zero. In situazioni particolarmente affollate (come Money in the Bank), basta che un rivale ci interrompa un paio di volte e il tempo scade, con inevitabile frustrazione per chi vuole sbloccare ogni dettaglio.

La Mia Ascesa: la miglior storia di sempre?

Un altro pilastro dell’offerta di WWE 2K25 è La Mia Ascesa, la modalità carriera dove creiamo la nostra superstar e ne seguiamo l’evoluzione. Stavolta, la storyline si chiama “Mutiny” e si concentra su un manipolo di ex lottatori di NXT decisi a prendere il controllo della WWE, creando un nuovo brand: NXT Mutiny. Il nostro personaggio – con tanto di background selezionabile (dalle arti marziali miste alle indie) – si ritrova a guidare la resistenza contro questa fazione ribelle.

Il risultato è una storia ben scritta, ricca di colpi di scena e momenti adrenalinici. Da notare è la presenza dei match intergender, che qui trovano ampio spazio narrativo, benché al di fuori di La Mia Ascesa siano limitati ad alcune cinture “ibride” immaginate da 2K e a poche corone ufficiali.

La differenza principale dai precedenti capitoli è che ora c’è un’unica trama giocabile per entrambi i generi del personaggio: se vogliamo scoprire ogni aspetto e sbloccare ogni arena o Superstar nascosta, ci toccherà creare sia un lottatore maschile sia uno femminile e affrontare più volte la stessa base narrativa. Meno contenuti secondari (come i “favor” extra) e una durata complessiva più breve potrebbero scontentare qualcuno, ma i finali multipli e le diverse reclute che possiamo coinvolgere donano comunque varietà.

La new entry più discussa di WWE 2K25 è The Island, una modalità esclusiva per le console di nuova generazione (e non disponibile su PC). L’idea di base ha del potenziale: creare il tuo wrestler (ancora una volta) e lanciarlo in una sorta di MMO su un’isola popolata da altri aspiranti campioni, con missioni PvE e incontri PvP. All’atto pratico, però, si riduce a una sequenza di match intervallati da fetch quest ripetitive, dove spesso si entra e si esce dallo stesso edificio per parlare con NPC diversi. Le cutscene sono rare, se non qualche cameo di Roman Reigns in video, e la narrazione si affida a immagini statiche con testi.

Il problema più grave di questa modalità però, è la progressione: per potenziare il proprio lottatore su The Island serve acquistare abilità e statistiche con i VC (Virtual Currency), ottenibili con fatica giocando o, più facilmente, pagando con soldi reali. Ecco che subentra la dinamica pay-to-win: negli scontri online trovi avversari con statistiche al massimo, rendendo il tutto iniquo per chi non intende spendere altro denaro.

La Mia Fazione e Il Mio GM: vecchi problemi e qualche luce

La Mia Fazione, la modalità stile “Ultimate Team” in salsa WWE, ripropone le stesse criticità del passato: un grind eccessivo per ottenere carte speciali (le Persona Card) spesso vincolate a pacchetti RNG. L’introduzione della “World Tour” – che dovrebbe facilitare lo sblocco di alcune superstar – non risolve del tutto la questione, perché ci si scontra con richieste rigide (ad esempio, usare un determinato tipo di carta per avanzare) e tempi lunghissimi per arrivare alle ricompense più succulente senza aprire il portafogli.

Il Mio GM, invece, è la tradizionale modalità manageriale dove prendiamo in mano le redini di uno show WWE, scegliendo i wrestler e impostando rivalità ed eventi. Rimane amata dai nostalgici di vecchie edizioni come SmackDown vs. Raw, ma anche qui sopravvivono certi limiti: l’obbligo di seguire determinate combinazioni di ruoli e stili (per avere punteggi alti) riduce la libertà creativa e non rispecchia l’imprevedibilità dello spettacolo dal vivo, dove faide tra due beniamini o due heel possono comunque emozionare il pubblico. Se volessimo replicare una faida reale non conforme alle “regole” del gioco, i voti ne risentirebbero pesantemente.

La modalità Universe, più libera e personalizzabile, rappresenta un buon compromesso tra la rigidità de Il Mio GM e l’impronta narrativa de La Mia Ascesa. Qui possiamo controllare ogni aspetto del booking, settimana dopo settimana, impostando rivalità, alleanze e storyline a nostro piacimento. In WWE 2K25 sono state introdotte alcune migliorie, come nuove opzioni per stabilire come e quando far partire certe rivalità e un’IA leggermente più intelligente. Non è una rivoluzione, ma si avverte un po’ di attenzione in più da parte degli sviluppatori.

WWE 2K25
Ottimo 8
Voto 8
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.