Sono qui per parlarvi di un titolo molto alternativo. Un titolo che già all’epoca, col suo primo capitolo, era alternativo. E non smette di esserlo: Wolfenstein: The New Order, titolo sviluppato dai Machine Games, pubblicato da Bethesda Softworks.
Iniziamo a parlare del gioco nei termini di trama. Tre anni dopo gli eventi di Wolfenstein, l’agente speciale OSA B.J. Blazkowicz si trova accompagnato dal pilota Fergus Reid e il militare Probst Wyatt in un assalto contro una fortezza/laboratorio nazista gestito dalla famosa nemesi Wilhelm “Deathshead” Strasse. Nazisti con armi molto sviluppate e robot. Perchè per chi non lo sapesse, ogni Wolfenstein, compreso questo, vi porterà a uccidere e maciullare migliaia di nazisti.
Senza spoilerare niente, dopo circa 1 ora di gioco, verrete posti davanti a una scelta. Ebbene, questa scelta vi farà sviluppare la storia in 2 modi differenti, ognuna da 10 ore circa, per un totale di 20 ore, molte per un FPS. Poi ci sarà un gap temporale, dove vi troverete in un mondo in cui la Germania Nazista ha vinto la guerra, ha eseguito un allunaggio e ha tecnologie futuristiche con mecha e laser.
Perchè Wolfenstein: The New Order non è un classico FPS con storia esigua e multiplayer prorompente, bensì il contrario. Il multiplayer sarà completamente assente, lasciando il posto a una storia davvero ben lavorata e narrata davvero in modo eccellente, complice un doppiaggio dei protagonisti davvero superbo. Doppiaggio che però diventa scarso nei personaggi secondari. La scelta di Machine Games, ovvero di non inserire multiplayer, non è stata criticata da Bethesda, anzi appoggiata.
Il gioco si ispira fedelmente ai vecchi FPS stile Doom, inserendo i classici contatori Vita e Scudo al posto della schermata rossa (che però rimane presente come scelta stilistica), ricaricabili con medipak, uccisioni molto splatter, con possibilità di uccidere i nemici col coltello da dietro, vedendo i zampilli di sangue schizzare per buoni 10 minuti, doppia arma impugnata anche con i fucili d’assalto, ruota delle armi senza problemi di spazio di inventario; inoltre la difficoltà del gioco, già nella modalità normale, risulta elevata, non permettendo quindi al giocatore di prendere sotto gamba i nemici.
Il gioco, attraverso il saldatore, e soprattutto attraverso la IA dei nemici e le mappe, permetterà sempre 2 tipi di approcci: approccio stealth e assalto.
I nemici sono molto vari, e i corazzati tra cui supersoldati, cani e mecha-leoni, saranno dei veri e propri nemici mortali, avendo di divertente solo il nome in tedesco.
Il sistema di gioco è anni 90: armi molto potenti e spesso moderne, orde di nemici assurde, difficoltà elevata, boss da battere con tenacia e strategia, assalti multilaterali e tanto altro. Però con un comparto grafico (per lo meno su Ps4) degno di nota, con 1080p e 60 fps, texture ben lavorate e realistiche, un po’ in contrasto con i personaggi caricaturiali. Il tutto però si amalgama davvero bene. Il sonoro delle armi è ottimo, sfido chiunque ormai a farlo pessimo.
Per concludere, mi sento di consigliare questo gioco ai vecchi fan dei vari Wolfenstein, Doom, Quake, Unreal, Serious Sam: vi aiuterà ad ingannare l’attesa. Lo consiglio anche agli hardcore gamer di Call of Duty o Battlefield: spezzate con questo gioco, capirete la vera essenza degli FPS. Se odiate gli FPS, passate oltre.