Wolfenstein II: The New Colossus Recensione

Raffaele "RaffoTP" Di Sarno
Di Raffaele "RaffoTP" Di Sarno News Lettura da 12 minuti

Che cos’è per voi uno sparatutto in prima persona? Soprattutto negli ultimi anni con l’ampliamento del mercato e la concentrazione delle software house nello sviluppo dei titoli multiplayer, gli FPS hanno virato verso un’esperienza che punta quasi sempre sull’online, lasciando la campagna in singolo quasi a fare da cornice, se non quando addirittura quest’ultima risulti assente. I giocatori hanno forse perso la voglia di vivere una storia avvincente, emozionante, e dannatamente violenta? Fortunatamente Bethesda e MachineGames non la pensano così, e dopo la calorosa accoglienza che ebbe The New Order nel 2014, il brand di Wolfenstein ci si ripresenta in questo secondo capitolo di quella che si prospetta come una trilogia capace di scrivere (e ri-scrivere) la storia degli FPS contemporanei. Wolfenstein II: The New Colossus non è un semplice “more of the same”, il gioco riprende la maggior parte degli elementi che gli utenti hanno tanto amato del suo predecessore, ma li affina e aggiunge le giuste novità che sono volte non a stravolgere l’esperienza, ma ad innovarla e renderla ancora più dannatamente coinvolgente e divertente. L’ironia e lo humor, sapientemente miscelati ad un’enorme dose di violenza, hanno creato un’esperienza di gioco davvero memorabile, rendendo possibile definire questo sequel come un much more of the same, and even better”.

Un inizio un po’ insolito

Ma andiamo con ordine e cominciamo a parlare di ciò che ci troveremo fra le mani una volta avviata la nostra partita. Lungi da me volervi spoilerare la trama di Wolfenstein II: The New Colossus (sarei davvero un criminale a rovinarvi le tante, tante sorprese che andremo a trovare nel corso della storia), vi parlerò in breve solo dell’incipit della storia. Dopo una carrellata che ci riassumerà i fatti accaduti in The New Order, il gioco riprenderà esattamente da dove ci aveva lasciato il finale del primo, agonizzanti e mezzi morti nella base del generale Deathshead. Di fondamentale importanza sarà anche la scelta (che ci verrà riproposta facendoci rivivere un flashback del primo capitolo) di chi salvare fra Wyatt e Fergus, che non solo influenzerà ogni singola cutscene del gioco, ma anche l’arma speciale che avremo a disposizione. I nostri compagni rivoluzionari, com’era prevedibile, ci salveranno, e ci risveglieremo sei mesi dopo a bordo del sottomarino Martello di Eva che avevamo conquistato nel primo capitolo, e che farà da base operativa in The New Colossus. Qui vedremo il ritorno di Frau Engel, l’ufficiale nazista che avevamo sfregiato in precedenza, e che assalterà il nostro rifugio in cerca di vendetta. Ebbene il prologo di Wolfenstein II è probabilmente uno degli inizi più strani e allo stesso tempo epici che i videogiochi moderni possano offrire, in quanto andremo ad affrontare tutta la prima area… in sedia a rotelle!

Il resto lo lasciamo scoprire a voi, ma bisogna fare una menzione d’onore a tutti coloro che si sono impegnati per la scrittura della trama del titolo, che a colpi di scena davvero fuori di testa (in tutti i sensi) intrecciano un approfondimento psicologico di Blazkowicz che non ci saremmo davvero mai aspettati in un titolo del genere. Mentre nel predecessore infatti il nostro “Terror-Billy” non era altro che un colosso che ammazzava nazisti a destra e a manca, in questo sequel andremo ad approfondire e conoscere il passato di questo soldato che si mostra anche nella sua debolezza, William Joseph Blazkowicz è prima di tutto un uomo, e come tale mostra anche i suoi punti deboli, sia fisici che psicologici.

Wolfenstein II: The New ColossusAnche l’ambientazione è assolutamente una chiave vincente per MachineGames, che ci porta in una distopica America degli anni 60′, occupata e stretta nella morsa nazista. Il paese sinonimo di libertà per eccellenza sarà assoggettato in ogni singolo aspetto dalle ideologie del Reich, in una realtà alternativa che sembra spaventosamente reale. Il viaggio che compiremo attraverso gli USA ci mostrerà diverse città come New York, Roswell, New Orleans, ecc., ognuna con una sua peculiarità e setting unico: mettendoci di fronte a come da un lato i bianchi che hanno scelto di allinearsi al regime vadano sempre verso più verso una germanizzazione, mentre dall’altro i dissidenti, i deformi e i neri, vivano nascosti e perseguitati.

Wolfenstein IIGameplay familiare, ma non troppo

Passiamo ora ad analizzare il gameplay di Wolfenstein II: The New Colossus, fulcro a cui ruota attorno tutta l’esperienza che vi abbiamo descritto fin’ora. Nel complesso il combattimento ci si presenta molto più fluido e dinamico rispetto al titolo di tre anni fa: le animazioni sono state completamente riviste e rese più realistiche, ma allo stesso tempo anche più spettacolari, restituendoci un feeling davvero appagante mentre procediamo nei vari livelli. A proposito del level design, le mappe nelle quali andremo a giocare le varie missioni sono molto più ampie e intricate rispetto a quelle alle quali eravamo abituati, e oltre ad avere passaggi laterali e nascosti che ci permetteranno di aggirare i nemici più pericolosi, saranno sviluppate anche verticalmente e su più livelli. Un’altra novità riguardante il gameplay introdotta dagli sviluppatori è stata quella del combattimento a terra. Se verremo colpiti da un’esplosione e sbalzati via, oppure atterrati da un nemico, potremo continuare a sparare da stesi in posizione supina prima di rialzarci, così da non spezzare il ritmo frenetico delle battaglie. L’azione non mancherà mai, e il problema dei soldati nazisti tutti uguali in The New Order qui è stato risolto, in più caratterizzando le diverse classi di nemici che ci troveremo ad affrontare.

Wolfenstein II: The New Colossus

Più personalizzazione che mai

Il gioco amplia anche il sistema di abilità che era già presente nel primo, dove potevamo potenziare dei perk compiendo certe sfide (come uccidere tot nemici in maniera furtiva) ed è stato aggiunto anche un sistema per personalizzare la armi come più preferiamo. Raccogliendo i kit di potenziamento nascosti per le mappe, potremo infatti applicare modifiche alle varie tipologie di armi che abbiamo a disposizione, come silenziatori, mirini, canne corte ecc. Anche la parte stealth non è stata trascurata, per coloro che vogliono agire in maniera più discreta e silenziosa sono rimaste disponibili le uccisioni da dietro, che unite alle asce da lancio, possono permettere anche un approccio diverso al gameplay. A circa metà del gioco inoltre ci verrà posta la scelta di un gadget permanente fra tre disponibili, che direzionerà il nostro stile di gioco incentivando uno dei tre rami di abilità disponibili, e aggiungendo altra profondità al diverso approccio che ogni giocatore potrà avere nelle mappe.

Il livello di difficoltà di questo Wolfenstein II si colloca altamente sopra la media degli FPS contemporanei, facendoci davvero sudare e riprovare più e più volte in certi punti anche con il livello di difficoltà impostato su “medio“. La quantità di nemici sarà sempre enorme, e l’intelligenza artificiale è stata migliorata a tal punto che verremo spesso accerchiati, costringendoci a muoverci costantemente alla ricerca di una copertura e di salute/armatura. Se infatti capitava nel predecessore di riuscire a stare dietro una barricata fermi a sparare mentre i nemici ci venivano incontro, qui troveranno sempre un modo di stanarci e costringerci a muoverci in continuazione.Wolfenstein II

Un FPS senza il multiplayer?

In quanto a longevità ci troviamo intorno alle tredici ore circa per completare la campagna principale, il titolo però ci offre anche la possibilità (sia durante che una volta finita la storia) di ripercorrere le varie mappe di gioco per dare la caccia ai comandanti dell’esercito nazista. Dal Martello di Eva potremo selezionare infatti oltre alle missioni principali anche queste piccole secondarie, che alla lunga potrebbero però risultare un po’ ripetitive, visto che si tratterà semplicemente di ripercorrere i vari ambienti di gioco per stanare ed eliminare questi gerarchi. Il multigiocatore è totalmente assente, e fatemelo dire, non se ne sente assolutamente la mancanza. Le cutscene sono curate in maniera maniacale: registicamente parlando hanno delle inquadrature da far rabbrividire Hollywood, e vi assicuriamo che la premura che hanno avuto gli sviluppatori nel confezionare un prodotto così ben riuscito nel single player riuscirà ad appagare appieno il giocatore; anzi lo spingerà a rigiocarlo per cambiare linea narrativa, per trovare tutti i collezionabili e per esplorare a fondo ogni singolo centimetro quadrato di mappa.

Wolfenstein IISul lato tecnico dobbiamo di nuovo inchinarci davanti a MachineGames, il titolo riesce a stupire il giocatore con un motore grafico completamente rivoluzionato rispetto al passato, dove ogni dettaglio è dannatamente visibile e le particelle chiare e nitide. La versione sulla quale si basa la recensione è quella PC, e con una 1060 impostando tutte le caratteristiche su “alto”, i cali di framerate anche nelle scene più concitate non esistono: 60 fps minimi sempre e comunque. Ineccepibile anche a livello di sound design, le colonne sonore “metallare” galvanizzeranno anche il più docile dei giocatori, per trasformarlo in una macchina uccidi-nazisti senza pietà.

Concludendo, Wolfenstein II: The New Colossus riesce a dire con forza di no al mercato del multiplayer forzato, MachineGames ha dimostrato ancora una volta che un gioco può essere valido anche senza dover essere giocato per decine e decine di ore, che un FPS può riuscire a far emozionare i giocatori, e che gli sparatutto in prima persona non sono soltanto livelli e prestigi, ma anche molto altro. Il titolo è un’ode agli shooter vecchia scuola, ma riesce anche ad innovare un genere apportando novità, che senza stravolgere l’anima di base riescono ad offrire un’esperienza completa ed appagante ad ogni tipo di giocatore.

Modus Operandi: la recensione è stata redatta basandosi sulla versione PC del gioco, dopo aver completato per intero la modalità campagna e aver dato la caccia ad alcuni dei comandanti dopo l’end game.

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Nato con PlayStation 1 e Game Boy, subito si è lanciato in competizioni sfrenate con gli amici fin da piccolo, questo spirito competitivo è cresciuto col tempo e ora predilige gli eSports, in particolare League of Legends ed Hearthstone, segue con attenzione gli eventi competitivi di tutto il globo tifando come un vero ultrà. Champions preferiti di LoL: Ezreal, Blitzcrank e Yasuo.