Win or Lose è una serie animata realizzata da Disney in collaborazione con Pixar (la stessa casa di produzione che ha realizzato film d’animazione come Toy Story, Inside Out, Up, Soul, ecc.) e che sarà composta da 10 episodi, ciascuno dalla durata di 20-30 minuti. Oggi 19 Febbraio 2025 farà il suo debutto su Disney+. con i primi 4 episodi.
La serie è prodotta da David Lally, e dietro la scrittura e la regia invece ci sono Carrie Hobson e Michael Yates. Nel doppiaggio originale sono presenti Will Forte, Josh Thomson, Dorien Watson, Izaac Wang, Chanel Stewart, Lil Rel Howery, Melissa Villaseñor, Flula Borg, Kyleigh Curran, Jaylin Fletcher, Erin Keif, Tom Law, Beck Nolan, Orion Tran e Rhea Seehorn.
Una partita sia sul campo, sia nella vita
I protagonisti di Win Or Lose sono una squadra di giovani giocatori di softball che si prepara ad affrontare l’incontro più importante della stagione. Tuttavia la serie non si concentra solo sulla partita, ma anche sulle vicende personali dei protagonisti. Ogni episodio racconterà gli eventi della partita da una prospettiva diversa, e ciascuno darà spazio a un personaggio diverso, facendolo diventare il protagonista di turno.
Pixar si è data alle Serie TV, mantenendo sempre il suo stile
Fin dai tempi di Toy Story, Pixar ha adottato un modus operandi che ha rivoluzionato il genere dell’animazione, sia a livello tecnico che narrativo. Ha sempre cercato di realizzare dei prodotti animati che potessero coinvolgere sia i grandi che i piccoli, con l’intento di trattare argomenti attuali in modo maturo e arrivando anche a far emozionare, dopo la percezione del messaggio. Forse, tocca più il cuore degli adulti che dei piccoli in alcune occasioni (ad esempio, Inside Out 2).
Adesso, sta sperimentando le serie animate che mantengono lo stile di sempre, rimanendo sempre nella zona di comfort e senza osare più di tanto, ma necessarie per raccontare delle storie che funzionerebbero più con la serialità che col cinema. Dopo una serie come Dream Productions che serve più ad approfondire un aspetto di una storia già conosciuta come Inside Out 2, ecco che arriva la vera sperimentazione: Win Or Lose.
Lo sport come metafora della vita
Dopo aver visto i primi 4 episodi, si può già capire quale sia l’intento della serie. Win Or Lose non è solo una storia di sport, o meglio non vuole parlare solo di quella partita così importante per la squadra. Anzi, la partita è la somma di tutte le sotto-trame mostrate e dove si gioca il tutto per tutto, dove in un certo senso la partita si può considerare la metafora della vita. Una volta usciti dal campo, si deve giocare un’altra importante partita: quella contro la vita e tutto quello che succede fuori, può rimanere fuori dal campo o entrare assieme ai giocatori e determinare tutto.
Per l’ennesima volta, viene mostrato come la linea di confine tra lo sport e la vita viene spesso varcata, e ognuno può essere il giocatore della propria partita e come può essere fatta sia di vittorie che di sconfitte, o di dubbi, o di difficoltà. La cosa è riuscita con un tocco così semplice e avendo tutte le carte in tavola per coinvolgere una buona fetta di pubblico.
La Serie Animata di cui avevamo bisogno
La serie parla sia agli adulti che ai giovani (alcuni ben doppiati) ed esplora lo stato d’animo di ciascun protagonista, mostrando anche le proprie situazioni personali. È stata una buona mossa dare il giusto spazio a vari protagonisti, dando anche il giusto bilanciamento tra di loro. Le immagini colorate e lo stile d’animazione piuttosto modernizzato e più fluido rispetto ad altri prodotti animati, rendono tutto questo più semplice e coinvolgente, e vengono inoltre accompagnate da una buona colonna sonora. Ogni tanto, però, si può percepire un leggero calo del ritmo.
Ogni episodio dà la possibilità ad ogni personaggio di essere il protagonista e permette di esplorare le loro paure, i loro sogni e le loro difficoltà quotidiane. La scelta di non rendere tutti i protagonisti dei ragazzini è perché si vuole mostrare anche le difficoltà degli adulti, per permettere non solo ad ogni spettatore di immedesimarsi nel personaggio di turno ma anche dare la possibilità di far capire agli adulti le difficoltà dei ragazzini, e viceversa. Questo la rende pure istruttiva, entrare in empatia e incentivare al dialogo genitori-figli.
Da una parte ci sono dei ragazzi che stanno affrontando un periodo cruciale della loro crescita. Dall’altra, invece, ci sono adulti che si dividono tra genitori protettivi o adulti che indossano uno scudo per non lasciarsi andare e vogliono proteggere il loro bimbo interiore. Ma la serie vuole insegnare che non conta vincere o perdere, ma riuscire a trovare la forza necessaria ad affrontare tutto a testa alta, cercando di essere comunque all’altezza. Una serie animata così semplice ha tutte le carte in tavola per trasmettere questo messaggio così importante ed utile, in un’epoca in cui si cercano continue conferme e appigli per andare avanti e cercare di farsi capire (e capire il prossimo).