Nelle scorse settimane, ha fatto molto discutere la decisione che ha causato la chiusura alcune sale LAN a seguito di un esposto effettuato dall’imprenditore Sergio Millesi all’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane e, nella giornata di oggi, è arrivata la risposta di WeArena, fiore all’occhiello di queste realtà che danno spazio a tornei di eSports o, semplicemente, danno svago a centinaia di ragazzi consentendogli di giocare con le proprie apparecchiature.
Ecco le parole di Francesco Monastero, CEO di WeArena:
Con questa “Lettera aperta a tutti gli operatori”, come già fatto in altre circostanze, vogliamo tornare ad esprimere la nostra piena solidarietà a quei gestori di sale LAN – esercenti dunque – che durante la giornata di venerdì 29 aprilescorso, al pari nostro, hanno subito il brusco, inaspettato e scioccante controllo da parte degli ispettori dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).
Sì, perché il 29 aprile, per l’appunto, molti proprietari di sale LAN hanno assistito alla chiusura dei loro centri e il mondo del web è insorto contro questa decisione ma, secondo quanto si legge nella lettera aperta, WeArena non è coinvolta:
WeArena non è incappata in alcun disguido di tipo formale, amministrativo o di altra natura legale in riferimento alla normativa di pubblica sicurezza che impone l’omologazione degli apparecchi utilizzati per il gioco nei locali aperti al pubblico (art. 110 TULPS), in quanto i funzionari ADM hanno mostrato attenta disponibilità nel valutare la documentazione da noi prodotta e nel ritenere inappuntabile l’autorizzazione a noi concessa per l’esercizio dell’attività.
Nonostante l’estraneità, Francesco Monastero si è reso disponibile ad aiutare i colleghi che, invece, hanno dovuto chiudere inspiegabilmente bottega:
Ci rendiamo disponibili a collaborare ai fini della regolamentazione apportando la nostra esperienza su tutti i tavoli di lavoro istituzionali attualmente attivi ritenuti idonei e coerenti al background imprenditoriale di WeArena.
Un gran bel gesto che, siamo sicuri, farà felici molti addetti ai lavori che, al momento, non sanno come intervenire per riaprire i propri centri.