Warhammer 40K: Space Marine 2 è la nuova incarnazione del brand di Gamesworkshop proposta da Saber Interactive, ed edita Focus Interactive. Il gioco mira a proseguire la storia del primo capitolo uscito qualche anno fa, portando con sé nuova linfa vitale, un comparto tecnico all’avanguardia e molta adrenalina. Il rischio, si sa, è quello di strafare: portare troppa carne al fuoco potrebbe risultare controproducente ma, come scoprirete in questa recensione, questo non è il caso di Warhammer 40K: Space Marine 2 che riesce a brillare anche dove non ve lo sareste aspettato.
L’ultimo bastione dell’umanità
Titus è uno Space Marine, l’ultima avanguardia dell’Imperium, un uomo geneticamente modificato che difende l’umanità dai demoni (alieni) che minacciano il benessere e la vita della nostra razza. Per farlo ovviamente non è da solo: l’uomo è attorniato dai suoi “fratelli”, altri come lui che compongono le legioni degli Space Marine, disposti a tutto pur di proteggere l’Imperatore e il regno contro la minaccia aliena.
L’umanità è devastata, oltre che da attacchi esterni, anche da minacce interne: secoli di guerra costante hanno sostituito il razionalismo con la superstizione, la retorica e la cieca preghiera verso chissà quale dio. Non è un tempo di perdono, né di pace. La crudeltà alberga nei cuori di tutti e il dovere è la più alta onorificenza che un uomo possa ricevere. Il nostro eroe ha il suo ben da fare sia dentro che fuori dal campo di battaglia. Avendo servito nelle legioni della morte, ed essendo sopravvissuto in questo conflitto per oltre 200 anni, vive comandando squadriglie di suoi fratelli in armi, destreggiandosi tra politica e dovere morale.
Sotto il punto di vista dello story telling, Warhammer 40K: Space Marine 2, ha una metrica eccellente, che ci racconta il passato e la vita del nostro Titus con un ottimo ritmo: questo non accade per i comprimari che compaiono accanto al nostro eroe, che purtroppo sono a malapena accennati, e con i quali non si crea una vera e propria empatia. La storia del gioco vi terrà impegnati tra le 12 alle 16 ore.
Senza tregua: il dovere è la ricompensa!
Sotto il profilo pratico, una volta avviato il gioco saremo nei panni di Titus, e potremmo scegliere se fargli indossare l’elmetto o meno (scelta puramente estetica). L’armatura dello Space Marine è pesante, e il feedback che passa dal gioco al controller è perfetto: si evincono il peso e la fatica nello spostare tutte quelle libbre d’acciaio, senza contarci le armi, che sono di base molto grosse e performanti.
L’armatura ha quattro barre poste sotto alla salute che si rigenereranno col tempo, basta che non subiate impatti nemici, mentre per il recupero della salute va utilizzato il classico kit medico che troveremo sul campo di battaglia, ma non solo: quando verrete colpiti avrete un tempo limite nel quale potrete recuperare salute infliggendo gravi danni ai nemici. Il gioco offre da questo punto di vista una sorta di bonus legato all’aggressività del giocatore: non dovete temere la mischia ma invece abbracciarla e farne la vostra casa, mentre i Tirannidi vi soverchiano.
Durante la battaglia sarete sempre in 3, e se giocherete da soli ci penserà il computer a guidare i vostri due compagni, che sebbene non siano umani, dimostrano una buona intelligenza alle basse difficoltà. Se verrete abbattuti potrete contare sul “salvataggio” da parte dei compagni, che può tuttavia avvenire due sole volte. Dopo di che, Game Over, e si riparte dal Checkpoint. In battaglia userete ogni sorta di arma da fuoco: pistole a proiettili, fucili a ripetizione, fucili a pompa modificati, fucili da cecchino, lanciafiamme, armi laser o a impatto gravitazionale e sì, anche il fido coltello.
Warhammer 40K: Space Marine 2 basa il suo gameplay sulla giusta combinazione di momenti in cui sparerete all’impazzata, lancerete granate incendiarie, stordenti o esplosive a frammentazione, e momenti in cui trancerete ogni spina dorsale del nemico con il vostro coltello da mischia, o se preferite una Spada a Catena. Per i più aggressivi un bel Martello da Guerra è l’ideale, sebbene richieda un approccio più ragionato in quanto pesa, e non poco. Ogni arma ha valori diversi, potenziabili durante l’avventura.
In combattimento una volta stordito un nemico potrete sparargli un colpo che gli infliggerà gravi danni, facendo in alcuni casi esplodere il piccolo Tirannide, mentre con i più grandi li ridurrà in uno stato comatoso perfetto per la modalità “giustizia”, che con un piccolo evento distruggerà il nemico in maniera brutale, facendovi anche recuperare parte dell’armatura persa. Quando verrete attaccati potrete schivare gli attacchi, ma la schivata va ben gestita, in quanto consuma energia, e stando a bordo dell’armatura non è una cosa che potrete sempre permettervi.
Alcuni attacchi si possono parare, e se lo farete con il giusto tempismo potrete infliggere un danno critico al nemico. La finestra di opportunità è abbastanza ampia, per cui non fatevi remore. Proseguendo per la storia di base si troveranno diverse tipologie di missioni, sebbene queste saranno pressoché le stesse. Ciò non è necessariamente un male, ma ci saremo aspettati un guizzo di creatività in più, che è arrivata poi con le “spedizioni”, ovvero una modalità di missioni secondarie che esplorano meglio l’universo narrativo e pratico di quello che avrete fatto nella missione principale.
Esiste poi la tanto attesa modalità PVP, che vi consente di scendere in campo con 3 amici, sperimentando le 6 classi diverse presenti nel gioco: due delle quali più difensive, due medie e due che si occuperanno dell’attacco dalla distanza. Fortunatamente il team perfetto non esiste, e sebbene ogni Ultra Marine (la classe più elevata di uno Space Marine) sia personalizzabile a piacimento non solo nell’estetica, molto dipende da come viene giocato, e se si colgono vantaggi strutturali o errori del nemico per prevalere.
La redenzione è nel sangue
Warhammer 40K: Space Marine 2 è un gioco che ti rapisce, capace di lasciarti a bocca aperta per la sua fluidità, la bellezza artistica e l’immediatezza: la scelta (era ora!) di tornare a un gioco tutto sommato semplice, con corridoi dove si va da punto A a punto B e si ammazza ogni cosa respiri nel mezzo. Niente collezionabili inutili, niente “tesori nascosti”, solo pura adrenalina e squartamenti con un paio di amici. Esatto, l’intero comparto storia è giocabile insieme agli amici con tanto di cross-play tra le piattaforme. Lo stesso vale per le “spedizioni” e per il PVP.
Privo di difetti dunque? No, ci mancherebbe: la difficoltà del gioco è nettamente sbilanciata in quanto in modalità “normale” non si dovrebbero ricevere tutti quei danni, al punto che se si viene colpiti 4 volte ci si può ritrovare facilmente “schiantato a terra”, considerando che si sarà sempre costantemente soverchiati dal numero dei nemici. Ci sono missioni letteralmente incompletabili se si è da soli a quella difficoltà. Certo, la musica cambia se si portano 2 amici, ma non sempre li avrete al vostro fianco, e la IA dei bot non riesce proprio a supportare.
Il livello d’esperienza che si ottiene d’account è abbastanza scarso, al punto che vi ritroverete al livello 3 dopo aver fatto almeno 5 missioni principali e altrettante secondarie. Troviamo abbastanza scorretto tutto ciò, soprattutto se si pensa che il gioco non “ti regala nulla” e che le missioni sono abbastanza lunghe e difficili. È tuttavia qualcosa che si può correggere col tempo e che non inficia in maniera preponderante sul nostro giudizio finale.