Sono passati più di vent’anni dall’uscita di Diablo, franchise che ha dato vita ad una vera e propria rivoluzione nel mondo degli Action/RPG di provenienza americana. Il titolo Blizzard ha ispirato di conseguenza moltissimi cloni, e pochi di questi si sono guadagnati un posto nel cuore degli appassionati del genere. Oggi, la storia si ripete con Vikings Wolves of Midgard, di Kalypso Media, che cerca di inserirsi in un panorama videoludico forse anche troppo saturo. Da grande appassionato del genere, non ho potuto resistere e mi sono cimentato in questa sfida tutta nordica!
Storie di Lupi e Dei
La mitologia norrena è certamente una delle più affascinanti del nostro mondo: lo sanno bene alla Marvel che hanno fatto del dio Thor uno dei personaggi più amati di sempre nel mondo moderno. Vikings Wolves of Midgard non è certo da meno. La storia è molto simile a quelle che si ascoltano nelle leggende nordiche o nei fatti narrati in Vikings, la serie TV. Il nostro avatar torna a casa dopo una battuta di caccia: lo aspetta il villaggio dei Lupi di Midgard, di cui fa parte. Il villaggio è in preda ad una razzia da parte di mostri chiamati Tomte, l’equivalente dei goblin che tutti conoscono: non ci sono solo loro ma anche una sequela di nemici classici dell’universo folkloristico nordico, come giganti dei ghiacci e troll. Una volta salvato il villaggio, il nostro eroe sarà chiamato ad andare alla ricerca di chi ha inferto questa imperdonabile ferita alla sua casa. La trama non presenta in ogni caso colpi di scena eclatanti e si arriva a fine storia in circa quindici ore.
Il Mondo è la mia arma
L’idea dietro al sistema di looting degli oggetti in Vikings Wolves of Midgard è davvero interessante e di base, diversa dai suoi concorrenti e affini. Non troveremo armi dai nostri nemici come accade in Diablo o Path of Exile per esempio: saremo legati all’esplorazione ed alla ricerca di casse contenenti materiali come ferro e legno, oltre ovviamente ad elementi scenici come alberi e rocce, pronti per essere distrutti e garantirci materiali in quantità più o meno simili. Una volta ottenuti i materiali, andremo dal fabbro in città (ne esistono due) e pagato il riscatto in oro, ferro e legno, questi ci costruirà l’arma o l’armatura che desideriamo. Il fabbro può essere anche foraggiato per aumentarne il livello di competenza e garantirci armi e armature sempre migliori. Non finisce qui: i boss infatti lasceranno cadere materiali rari e spesso unici che ci permetteranno, come in un bel RPG vecchio stampo, di creare le armi uniche del gioco. Non esiste un randomizer delle armi come in Diablo o Borderlands: le dovrete costruire da soli, cosa che potrebbe piacere o meno ma che a me ha convinto molto, in quanto mi ricorda molto il passato dove le armi venivano create in città. La difficoltà del gioco non è finita qua: oltre a dover equipaggiarsi prima, il nostro eroe dovrà fare i conti con l’assenza delle pozioni. In Vikings Wolves of Midgard è presente un oggetto dotato di cariche prefissate che ci permetterà di curare il nostro eroe.
Terminate queste cariche al di fuori del villaggio, potremmo trovare dei calderoni per ricaricare il nostro ninnolo. Per contro i calderoni sono ben difesi dai nemici, ergo ogni colpo di cura conta e non va sprecato senza ritegno: dovrete giocare con la testa anche alle difficoltà basse.
Nemici vari e peculiari ci sbarreranno la strada, forti di un numero considerevole e di boss davvero duri, capaci di sfiancarci con un vario pattern di attacco e una grande barra della salute. Da questo punto di vista il gioco sembra voler strizzare l’occhio alla difficoltà dei vari Souls games targati Bandai-Namco. Ultimo ma non ultimo problema che gli sviluppatori hanno voluto sottoporre al giocatore, è una barra di energia legata al freddo: del resto, ci muoviamo su terreni innevati ed il nostro eroe non è né un dio né superman, di conseguenza sente freddo proprio come tutti noi. Questa meccanica ci impone di combattere accanto ad un focolare, cercando sempre il terreno migliore per noi rispetto al nemico. Saremo costretti a capire quando è il caso di fuggire da uno scontro per mettere in salvo la vita piuttosto che morire congelati.
Estetica delle battaglie e conclusioni
Esteticamente il gioco prende qualche schiaffo dalla concorrenza: le texture degli ambienti non sempre sono all’altezza degli scenari evocativi che il team di sviluppo voleva comunicare. Molto spesso il design dei mostri e delle nostre armi varierà di poco e questo rende un po’ piatto il gioco. Per carità, nulla di scandaloso, ma in questo la produzione poteva fare uno sforzo leggermente maggiore. Nonostante la scarsità grafica, il gioco soffre di cali di frame rate pazzeschi (almeno su console) e questa forse è la sua più grande pecca. La colonna sonora non è né bellissima né bruttissima, ma diciamo che mi ha accompagnato dovere senza mai essere l’anima dell’azione.
Il gioco propone una componente multigiocatore online, ma sfortunatamente si sente l’assenza della possibilità di giocare fianco a fianco con un amico sul divano: non è possibile giocare in locale! Concludendo, Vikings Wolves of Midgard è un buon Action RPG, con i suoi difetti ma anche con tanta sfida ed azione pronti a tenerci incollati allo schermo. Il gioco è un mix di vecchio e nuovo, capace di strizzare l’occhio al passato e rimanere comunque moderno. Avrei voluto davvero giocarlo insieme ad un amico, sul divano di casa, ma nessuno è perfetto.
Modus Operandi: questa recensione è stata redatta utilizzando una PlayStation 4, dopo aver completato il gioco interamente e dopo aver provato una modalità New Game Plus.