The Chinese Room rompe il silenzio: “Ecco perché non potevamo fare Bloodlines 2”

The Chinese Room, tramite Dan Pinchbeck, spiega tutte le vicissitudini e i retroscena del progetto Bloodlines 2. Ecco le sue parole.

Nicolò Fratangeli
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Nicolò Fratangeli
Nato col videogioco nel sangue, riceve a sei anni la sua prima console: l'indimenticabile SNES; distruggendo joystick a furia di Donkey Kong Country e Super Mario,...
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Lo sviluppo travagliato di Vampire: The Masquerade – Bloodlines 2 continua a emergere nei racconti dei suoi ex responsabili. Dan Pinchbeck, ex creative director di The Chinese Room, ha spiegato durante il podcast Goth Boss perché lo studio non ha potuto realizzare un vero sequel del cult del 2004.
Secondo Pinchbeck, la semplice scelta di mantenere il nome “Bloodlines 2” ha creato aspettative impossibili da soddisfare. “Non potevamo fare Bloodlines 2: non c’erano abbastanza tempo e denaro”, ha dichiarato, sottolineando come l’epoca in cui uscì il primo Bloodlines permettesse di pubblicare giochi ambiziosi ma pieni di difetti; qualcosa che oggi non sarebbe più accettato dal pubblico.
Vampire Bloodlines 2
Quando Paradox ritirò il progetto allo studio originale, Hardsuit Labs, quello che rimaneva era un titolo frammentato, con un engine datato e idee incomplete. The Chinese Room scelse quindi di ricostruire quasi tutto da zero, trasformando l’impostazione da RPG tradizionale in un’esperienza più lineare e action, con il giocatore nei panni di un vampiro anziano e già potente. “Non potevamo fare Skyrim, ma potevamo fare qualcosa più vicino a Dishonored”, ha spiegato Pinchbeck.
Il direttore creativo ha anche ammesso di aver lasciato il progetto nel 2023 a causa del burnout, dopo aver lavorato per anni a ritmi insostenibili. Quando Vampire: The Masquerade – Bloodlines 2 è arrivato sugli scaffali a fine ottobre, nonostante alcune buone idee e personaggi riusciti, è stato accolto freddamente e sembra aver fallito anche dal punto di vista commerciale, mettendo in dubbio il futuro della serie.

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Nato col videogioco nel sangue, riceve a sei anni la sua prima console: l'indimenticabile SNES; distruggendo joystick a furia di Donkey Kong Country e Super Mario, riceve un paio di anno dopo l'amore della sua vita: Sony PlayStation. Console che l'accompagnerà per tutta la sua carriera videoludica, tantè che la ritroviamo attaccata e funzionante nella sua cameretta, appena sotto le sorelle maggiori. Da buon collezionista e amante di retrogaming passa parte del tempo su Ebay a cercare qualche chicca Retrò, ritrovandosi ogni volta in lacrime alla vista del prezzo di Suikoden II PAL.