Il nome Octopath Traveler è ormai diventato sinonimo di una precisa idea di gioco di ruolo giapponese: tradizione, struttura episodica, scrittura evocativa e un’estetica che fonde nostalgia e modernità. Con Octopath Traveler 0, Square Enix tenta una scommessa non banale: costruire un prequel capace di parlare tanto ai veterani quanto a chi non ha mai messo piede su Orstera. Non un semplice spin-off o una parentesi sperimentale, ma un titolo che punta a ridefinire le basi della serie, con un tono più maturo e un intreccio che si fa sin da subito ambizioso.
La porzione che abbiamo potuto provare – il prologo e il primo capitolo delle quattro quest principali, ovvero Master of Wealth, Master of Power, Master of Fame e Kindlers of the Flame – è bastata per comprendere che Octopath Traveler 0 vuole allargare il proprio orizzonte. Il gioco non si limita a replicare la formula già collaudata, ma cerca di darle un peso narrativo più forte, costruendo un mosaico di destini, desideri e contraddizioni che si incastrano in modo più organico rispetto ai capitoli precedenti.

L’equilibrio tra racconto e struttura
Ciascuna questline rappresenta un tassello distinto di un mondo che non si accontenta di essere solo una cartolina retro in HD-2D. La linea “Master of Wealth” conduce fino all’incontro con Lord Taviani, un aristocratico che incarna l’ambiguità del potere economico. La scena con Bargello e la sua ciurma, intenti a chiedere di lavorare per lui, segna uno dei momenti più intriganti del primo capitolo: la sensazione è quella di entrare in un dramma politico più che in un semplice racconto d’avventura.
“Master of Power” sposta invece il baricentro sull’ambizione e sul peso morale delle proprie azioni. Velnorte, personaggio tormentato, rivela i piani oscuri di Tytos e il segreto del misterioso elisir scarlatto, chiedendo di unirsi alla missione per fermarlo. È un momento che definisce bene il tono di Octopath Traveler 0: meno eroismo da cartolina, più consapevolezza e tensione morale.
In “Master of Fame” emerge forse il lato più intimista del gioco. Auguste, drammaturgo segnato dalla perdita e dalla fama, affronta Schwartz in una scena che parla di teatro e di vita, di scrittura e tragedia. Il suo dialogo prima della battaglia con gli scagnozzi del rivale non è solo un intermezzo narrativo, ma una dichiarazione di poetica: Octopath Traveler 0 vuole raccontare uomini e donne che si muovono tra il bisogno di essere ricordati e la paura di essere dimenticati.
Infine, “Kindlers of the Flame” mostra il volto più malinconico e spirituale dell’opera. Il ritorno di Phenn a Wishvale, culminante nella visita alle tombe degli abitanti del villaggio, restituisce un senso di chiusura e di memoria che raramente si respira nei primi capitoli di un JRPG. È un frammento di umanità che rimane impresso, e che suggerisce quanto il team di sviluppo voglia lavorare su toni più adulti e drammatici.
Meccaniche familiari, ma con ambizione
Sul piano ludico, Octopath Traveler 0 mantiene il classico combat system a turni, con il sistema di break e boost che resta una delle colonne portanti della serie. Tuttavia, Square Enix non si limita a riproporre il già noto: la possibilità di gestire fino a otto personaggi contemporaneamente introduce un nuovo livello di profondità tattica. La divisione tra linea frontale e retrovia, con strategie che mutano in base al posizionamento, aggiunge una dimensione più dinamica e strategica ai combattimenti.
Accanto a questo ritorna l’esplorazione libera e la struttura a episodi, ma la novità più curiosa riguarda la possibilità di costruire e far crescere una propria base o villaggio. La ricostruzione di Wishvale, devastata dagli eventi iniziali, diventa così non solo una motivazione narrativa ma anche un sistema di progressione concreto. È un elemento che spinge il giocatore a sentirsi parte attiva del mondo, legando il destino dei protagonisti a quello delle persone comuni.

È proprio questo equilibrio tra il classico e il nuovo che definisce le prime ore di gioco. Octopath Traveler 0 riesce a trasmettere la familiarità che i fan si aspettano, ma suggerisce anche una voglia di superare i limiti della formula. La sfida sarà capire se queste idee sapranno convivere senza appesantire il ritmo o disperdere l’attenzione del giocatore.
Prime impressioni e qualche perplessità
Le prime ore di Octopath Traveler 0 restituiscono la sensazione di un titolo consapevole delle proprie radici ma non prigioniero di esse. L’atmosfera è quella giusta: ogni città, ogni dialogo, ogni silenzio racconta un mondo che vive anche al di fuori del giocatore. Quando Phenn torna a Wishvale e si ferma davanti alle lapidi del suo villaggio, l’immagine non colpisce per spettacolarità ma per intensità emotiva. È in questi dettagli che il gioco mostra il suo potenziale più grande.
La scrittura, per quanto ancora parziale, sembra puntare più in alto rispetto al passato. Auguste e il suo discorso sulla fama e la tragedia sono il simbolo di una narrazione che vuole riflettere sull’arte, sul fallimento e sul sacrificio, temi che raramente trovano spazio in un JRPG tradizionale. Allo stesso modo, la vicenda di Velnorte e del suo conflitto interiore aggiunge spessore morale a una trama che non si limita al consueto scontro tra bene e male.
Tuttavia, l’ambizione è anche il rischio più grande di Octopath Traveler 0. L’introduzione di nuove meccaniche, la moltiplicazione dei personaggi e delle linee narrative parallele, possono facilmente minare il ritmo, soprattutto se la struttura complessiva non riuscirà a tenere unito il tutto. Nelle sezioni provate, il bilanciamento tra dialoghi e gameplay è stato generalmente buono, ma l’impressione è che serva un lavoro attento per evitare un eccesso di dispersione narrativa.
Il timore è che la voglia di dire “tutto e subito” finisca per soffocare il naturale respiro dei personaggi. Se però Square Enix riuscirà a mantenere questa densità emotiva senza perdere coerenza, allora Octopath Traveler 0 potrebbe davvero rappresentare un salto di qualità per la serie.
Un inizio promettente
Dopo aver trascorso le nostre ore tra il prologo e i primi capitoli delle quattro quest principali, la sensazione è chiara: Octopath Traveler 0 non vuole essere un semplice preludio, ma un punto di ripartenza. È un progetto che aspira a unire la poesia dei pixel al dramma umano, il fascino del classico alla spinta verso il nuovo.
Nonostante qualche incertezza sul ritmo e sul peso delle novità introdotte, il risultato è un’opera che promette profondità, maturità e un mondo che sembra finalmente vivere di logiche proprie. Se le promesse saranno mantenute e le storie di Wealth, Power, Fame e Flame sapranno intrecciarsi con la giusta misura, allora Octopath Traveler 0 potrebbe essere ricordato non come un prequel di lusso, ma come il vero compimento dell’idea che la serie aveva annunciato fin dal suo primo episodio.
È ancora presto per parlare di capolavoro, ma una cosa è certa: Square Enix ha imboccato una strada interessante, e chi ama i JRPG classici con un’anima, un cuore e un linguaggio moderno, farebbe bene a tenerlo d’occhio.