Octopath Traveler 0: le prime impressioni sul prequel

Abbiamo percorso i primi passi in Octopath Traveler 0, e queste sono le nostre prime impressioni sul prequel dell'amata saga Square Enix.

Di
Alessandro Ferri
Senior Editor
Trentenne, vero appassionato di videogiochi, adora scrivere di videogiochi come se ne stesse parlando con gli amici al bar. Nostalgico dei classici anni '90 come Super...
- Senior Editor
Impressioni
Lettura da 9 minuti

Il nome Octopath Traveler è ormai diventato sinonimo di una precisa idea di gioco di ruolo giapponese: tradizione, struttura episodica, scrittura evocativa e un’estetica che fonde nostalgia e modernità. Con Octopath Traveler 0, Square Enix tenta una scommessa non banale: costruire un prequel capace di parlare tanto ai veterani quanto a chi non ha mai messo piede su Orstera. Non un semplice spin-off o una parentesi sperimentale, ma un titolo che punta a ridefinire le basi della serie, con un tono più maturo e un intreccio che si fa sin da subito ambizioso.

La porzione che abbiamo potuto provare – il prologo e il primo capitolo delle quattro quest principali, ovvero Master of Wealth, Master of Power, Master of Fame e Kindlers of the Flame – è bastata per comprendere che Octopath Traveler 0 vuole allargare il proprio orizzonte. Il gioco non si limita a replicare la formula già collaudata, ma cerca di darle un peso narrativo più forte, costruendo un mosaico di destini, desideri e contraddizioni che si incastrano in modo più organico rispetto ai capitoli precedenti.

L’equilibrio tra racconto e struttura

Ciascuna questline rappresenta un tassello distinto di un mondo che non si accontenta di essere solo una cartolina retro in HD-2D. La linea “Master of Wealth” conduce fino all’incontro con Lord Taviani, un aristocratico che incarna l’ambiguità del potere economico. La scena con Bargello e la sua ciurma, intenti a chiedere di lavorare per lui, segna uno dei momenti più intriganti del primo capitolo: la sensazione è quella di entrare in un dramma politico più che in un semplice racconto d’avventura.

“Master of Power” sposta invece il baricentro sull’ambizione e sul peso morale delle proprie azioni. Velnorte, personaggio tormentato, rivela i piani oscuri di Tytos e il segreto del misterioso elisir scarlatto, chiedendo di unirsi alla missione per fermarlo. È un momento che definisce bene il tono di Octopath Traveler 0: meno eroismo da cartolina, più consapevolezza e tensione morale.

In “Master of Fame” emerge forse il lato più intimista del gioco. Auguste, drammaturgo segnato dalla perdita e dalla fama, affronta Schwartz in una scena che parla di teatro e di vita, di scrittura e tragedia. Il suo dialogo prima della battaglia con gli scagnozzi del rivale non è solo un intermezzo narrativo, ma una dichiarazione di poetica: Octopath Traveler 0 vuole raccontare uomini e donne che si muovono tra il bisogno di essere ricordati e la paura di essere dimenticati.

Infine, “Kindlers of the Flame” mostra il volto più malinconico e spirituale dell’opera. Il ritorno di Phenn a Wishvale, culminante nella visita alle tombe degli abitanti del villaggio, restituisce un senso di chiusura e di memoria che raramente si respira nei primi capitoli di un JRPG. È un frammento di umanità che rimane impresso, e che suggerisce quanto il team di sviluppo voglia lavorare su toni più adulti e drammatici.

Meccaniche familiari, ma con ambizione

Sul piano ludico, Octopath Traveler 0 mantiene il classico combat system a turni, con il sistema di break e boost che resta una delle colonne portanti della serie. Tuttavia, Square Enix non si limita a riproporre il già noto: la possibilità di gestire fino a otto personaggi contemporaneamente introduce un nuovo livello di profondità tattica. La divisione tra linea frontale e retrovia, con strategie che mutano in base al posizionamento, aggiunge una dimensione più dinamica e strategica ai combattimenti.

Accanto a questo ritorna l’esplorazione libera e la struttura a episodi, ma la novità più curiosa riguarda la possibilità di costruire e far crescere una propria base o villaggio. La ricostruzione di Wishvale, devastata dagli eventi iniziali, diventa così non solo una motivazione narrativa ma anche un sistema di progressione concreto. È un elemento che spinge il giocatore a sentirsi parte attiva del mondo, legando il destino dei protagonisti a quello delle persone comuni.

È proprio questo equilibrio tra il classico e il nuovo che definisce le prime ore di gioco. Octopath Traveler 0 riesce a trasmettere la familiarità che i fan si aspettano, ma suggerisce anche una voglia di superare i limiti della formula. La sfida sarà capire se queste idee sapranno convivere senza appesantire il ritmo o disperdere l’attenzione del giocatore.

Prime impressioni e qualche perplessità

Le prime ore di Octopath Traveler 0 restituiscono la sensazione di un titolo consapevole delle proprie radici ma non prigioniero di esse. L’atmosfera è quella giusta: ogni città, ogni dialogo, ogni silenzio racconta un mondo che vive anche al di fuori del giocatore. Quando Phenn torna a Wishvale e si ferma davanti alle lapidi del suo villaggio, l’immagine non colpisce per spettacolarità ma per intensità emotiva. È in questi dettagli che il gioco mostra il suo potenziale più grande.

La scrittura, per quanto ancora parziale, sembra puntare più in alto rispetto al passato. Auguste e il suo discorso sulla fama e la tragedia sono il simbolo di una narrazione che vuole riflettere sull’arte, sul fallimento e sul sacrificio, temi che raramente trovano spazio in un JRPG tradizionale. Allo stesso modo, la vicenda di Velnorte e del suo conflitto interiore aggiunge spessore morale a una trama che non si limita al consueto scontro tra bene e male.

Tuttavia, l’ambizione è anche il rischio più grande di Octopath Traveler 0. L’introduzione di nuove meccaniche, la moltiplicazione dei personaggi e delle linee narrative parallele, possono facilmente minare il ritmo, soprattutto se la struttura complessiva non riuscirà a tenere unito il tutto. Nelle sezioni provate, il bilanciamento tra dialoghi e gameplay è stato generalmente buono, ma l’impressione è che serva un lavoro attento per evitare un eccesso di dispersione narrativa.

Il timore è che la voglia di dire “tutto e subito” finisca per soffocare il naturale respiro dei personaggi. Se però Square Enix riuscirà a mantenere questa densità emotiva senza perdere coerenza, allora Octopath Traveler 0 potrebbe davvero rappresentare un salto di qualità per la serie.

Un inizio promettente

Dopo aver trascorso le nostre ore tra il prologo e i primi capitoli delle quattro quest principali, la sensazione è chiara: Octopath Traveler 0 non vuole essere un semplice preludio, ma un punto di ripartenza. È un progetto che aspira a unire la poesia dei pixel al dramma umano, il fascino del classico alla spinta verso il nuovo.

Nonostante qualche incertezza sul ritmo e sul peso delle novità introdotte, il risultato è un’opera che promette profondità, maturità e un mondo che sembra finalmente vivere di logiche proprie. Se le promesse saranno mantenute e le storie di Wealth, Power, Fame e Flame sapranno intrecciarsi con la giusta misura, allora Octopath Traveler 0 potrebbe essere ricordato non come un prequel di lusso, ma come il vero compimento dell’idea che la serie aveva annunciato fin dal suo primo episodio.

È ancora presto per parlare di capolavoro, ma una cosa è certa: Square Enix ha imboccato una strada interessante, e chi ama i JRPG classici con un’anima, un cuore e un linguaggio moderno, farebbe bene a tenerlo d’occhio.

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Senior Editor
Trentenne, vero appassionato di videogiochi, adora scrivere di videogiochi come se ne stesse parlando con gli amici al bar. Nostalgico dei classici anni '90 come Super Mario 64, non disprezza al brivido dei titoli moderni.