Lost Eidolons: Veil of the Witch Recensione, il potere della rinascita e la maledizione del tempo

Ocean Drive Studio torna con un ibrido tra strategico e roguelite che punta tutto sul ritmo e sulle scelte del giocatore: ecco la recensione di Lost Eidolons: Veil of the Witch

Tiziano Sbrozzi
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Tiziano Sbrozzi
Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona...
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Lettura da 8 minuti
8 Ottimo
Lost Eidolons: Veil of the Witch

Con Lost Eidolons: Veil of the Witch, gli sviluppatori coreani di Ocean Drive Studio tornano a proporre una visione coraggiosa del gioco di ruolo tattico. Dopo il discreto successo del primo Lost Eidolons, la software house ha deciso di sperimentare ulteriormente, fondendo meccaniche roguelite e battaglie strategiche a turni. Una combinazione rischiosa ma intrigante, pensata per offrire al giocatore un’esperienza più dinamica e reattiva, senza rinunciare alla profondità tattica del genere. In questa recensione analizzeremo nel dettaglio cosa ha funzionato e cosa no nel titolo. Da notare che il progetto è stato fino a questo momento in Accesso Anticipato su Steam, una scelta che, come spiegano gli stessi sviluppatori, nasce dal desiderio di “ottenere il massimo feedback possibile” per raffinare ogni aspetto del ritmo e del bilanciamento. Ora però, è il momento della release definitiva di Lost Eidolons: Veil of the Witch, e ve ne parliamo in questa recensione.

La strega, la morte, e il ritorno alla vita

L’isola su cui si svolge Veil of the Witch è un luogo sospeso tra vita e morte. Nei panni di un’anima perduta, il giocatore si ritrova al servizio di una misteriosa strega che promette un dono tanto desiderato quanto maledetto: la possibilità di tornare in vita. Ma per ottenerlo, dovremo eliminare i suoi nemici e affrontare le aberrazioni che infestano un mondo in rovina. Il racconto si sviluppa lentamente, frammento dopo frammento, mentre il protagonista recupera i ricordi del proprio passato. Tra alleanze fragili, nemici spietati e scelte morali, Veil of the Witch costruisce un universo che parla di perdita, redenzione e potere, pur senza mai abbandonare la durezza tipica dei roguelite.

Sfortunatamente la lentezza della narrazione si riflette pesantemente nel gameplay, fatto di un completo “prova, muori, torna e scopri nuovi elementi”, che se inizialmente tenta di accattivare il giocatore, a lungo andare stanca, infiacchisce lo spirito, e fa diventare la scoperta banale, al pari della trama, passando di fatto in secondo piano. Potreste trovarvi, più di una volta, a chiedervi “ma perché sono finito qui!”. La frustrazione senza ricompensa non è sempre un bene. Eppure il gioco ce la mette tutta, con scarsi risultati.

Tra strategia e caos controllato

In Lost Eidolons: Veil of the Witch le cose vengono scoperte “passo passo”: si parte con un manipolo di 5 elementi, divisi tra guerriero, ladro, curatrice, mago e il nostro eroe che interpreta un ruolo non definito (per ora). Pre-partita vi verrà chiesto di equipaggiare i personaggi, sebbene all’inizio non abbiate accesso ne ad armi ne ad abilità passive. In Taverna però potrete parlare con i vostri compagni di viaggio, aggiungendo punti all’affinità col protagonista: questo sbloccherà in seguito abilità, professioni e perfino oggetti unici.

Una volta partiti, dovrete affrontare diversi bivi: ad ogni “svolta” ci saranno degli NPC con cui interagire, che si tratti di un corvo che vi donerà degli equipaggiamenti temporanei o di un mercante, la scelta dell’interazione spetta a voi. I bivi da prendere si divideranno in diverse opzioni: il campo base, dove potrete riposare per recuperare i punti salute degli eroi feriti in battaglia ma non solo, potrete anche addestrare i vostri eroi e ne potenzierete le abilità per tutto il corso della battaglia. Una scelta possibile è quella di affrontare la prossima sfida per un grosso premio, oppure optare per le Pietre della Risonanza, oggetti speciali che potenziano le armi, o le armature dei nostri eroi, garantendo anche abilità passive.

Il cuore del titolo è un sistema di combattimento a turni su griglia, ereditato dal primo Lost Eidolons, ma arricchito da elementi roguelite che ne cambiano completamente la struttura. Durante il fight potreste dover prendere decisioni non convenzionali, allearvi con mercenari direttamente sul campo di battaglia oppure decidere se liberare o meno alcuni mostri dalle gabbie: questi ultimi potrebbero rivelarsi dei validi alleati o una seccatura non da poco. Sul campo di gioco potreste imbattervi in armi come cannoni, balliste e perfino forzieri da depredare.

Ogni run è diversa: battaglie dinamiche, eventi casuali di viaggio, e scelte che influenzano il corso dell’avventura danno vita a una progressione imprevedibile, dove la pianificazione tattica si fonde con l’improvvisazione. Il giocatore può scegliere tra nove personaggi giocabili, ognuno con classe, abilità e sinergie uniche. Le oltre 50 reliquie e i potenziamenti dell’Altare del Fuoco permettono di creare build sempre diverse, dando un senso concreto alla meta-progressione.

La sfida è notevole: ogni errore si paga caro, ma la morte non è mai una fine – è solo un’altra occasione per migliorarsi. Passando per l’Altare del Fuoco infatti, si potenzieranno armi, armature e abilità in maniera passiva, mentre al negozio potremo comprare oggetti utili e nuovi equipaggiamenti. Cambiare classe? Un gioco da ragazzi, a patto che abbiate stretto un legame significativo col personaggio a cui intendete affidare un nuovo compito. In questo equilibrio tra pianificazione strategica e cicli di tentativi e rinascite, Veil of the Witch trova la propria identità, offrendo un’esperienza impegnativa, gratificante quando si entra nell’ottica del gioco, ma per certi versi frustrante. Non a caso in molte occasioni giocherete in maniera “passiva” attendendo le mosse del nemico, che non tarderà ad assaltarvi sul campo di gioco.

Sollevando il velo

Lost Eidolons: Veil of the Witch è un gioco che ti prende, che non si odia, ma che nemmeno si ama alla follia: intrattiene e lo fa dannatamente bene, costringendo il giocatore a pensare a come uscire al meglio da una situazione complessa. Inizialmente potreste pensare di non essere più capaci a giocare ad un gioco tattico: vi rincuoriamo dicendovi che non è così, quanto piuttosto è proprio la soglia di apprendimento delle meccaniche che il gioco vuole spingervi ad imparare. Questo è lo scalino più alto da superare: capire quando è il momento di mollare, di abbandonare la missione e potenziare i protagonisti grazie agli oggetti “farmati” in quella sessione.

Dal punto di vista estetico il gioco fa la sua parte, sebbene in alcune occasioni, senza l’ausilio dei ritratti dei personaggi, diventa difficile capire quale unità stiamo controllando (un problema di luci e grafica facilmente risolvibile). Interessante la possibilità di annullare fino a quattro mosse giocate, per provare a riscrivere le sorti del combattimento, permissione nascosta nel tasto ESC del menu di gioco, ma visibile se ci farete l’occhio.

Lost Eidolons: Veil of the Witch
Ottimo 8
Voto 8
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Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.