La splendida avventure creata dai ragazzi di Round8 ci ha affascinati fin dai primi trailer, e il prodotto finale che Lies of P si è rivelato, ci ha soddisfatti davvero molto. Per questo motivo, ma soprattutto per una curiosità senza pari legata a dei buchi di trama, o ad avvenimenti che nel gioco principale venivano solo accennati, l’annuncio di Overture è stato un fulmine a ciel sereno a dir poco benvenuto, e le nostre aspettative non sono state disilluse (almeno, gran parte). Procediamo passo per passo, e parliamo insieme del DLC di Lies of P: Overture nella nostra recensione.
Quando il burattino dorme…
Per addentrarci in Overture, oggi, sarà necessario aver completato un determinato capitolo del gioco, quindi bisognerà naturalmente avanzare un bel po’ nella storia principale. Per coloro che invece hanno reso degno servizio col gioco base e sono già in una nuova run, sarà possibile accedere ad Overture attivando lo Stargazer del Sentiero del Pellegrino, e utilizzarlo finché il nostro protagonista non seguirà una farfalla bianca verso l’altro Stargazer in quel luogo, quello vecchio e bloccato impossibile da non notare. Interagendo, verremo catapultati all’interno del DLC. Non è un segreto che gli avvenimenti che vivremo sono nel passato, ma Gemini e il nostro protagonista se ne accorgeranno solo dopo una bella passeggiata all’interno dello Zoo di Krat.
Verremo svegliati dall’incessante voce di Gemini, un po’ intontiti e totalmente spaesati. La neve copre il terreno e… lo Zoo di Krat è ancora in piedi. Contrariamente a quello che sappiamo, lo Zoo non è bruciato, grandissimo indizio che porta Gemini a pensare che siamo effettivamente finiti nel passato, teoria che man mano troverà le sue conferme procedendo nella storia. Quello che però ci aspetta è qualcosa di molto più grande di una gita allo zoo. Parliamo di una ricerca, dell’inseguimento di una persona importante, ma anche della scoperta di nuovi personaggi e di luoghi che sono stati protagonisti della storia, nel bene e nel male. Tutto all’interno di Overture, senza fare spoiler, va ad incastrarsi in modo perfetto, riempiendo quei “buchi” narrativi che ci aveva lasciato il gioco base, ma soprattutto rispondendo a tutte le domande che ci siamo fatti giocando… anche a quelle più dolorose.
Ciò che faremo avrà delle conseguenze nel presente? Beh, avremo modo di scoprirlo quando arriveremo al termine delle vicende di Overture, e in un paio di casi potreste anche avere bisogno di un paio di fazzoletti a portata di mano…
Per stuzzicarvi un po’, vi diciamo che finalmente vedremo qualcosa di più sulle fazioni di Persecutori, avremo a che fare con personaggi e missioni secondarie che si riallacciano a un background finora solo scalfito, scopriremo la storia del passato recente di personaggi che abbiamo amato e odiato, scopriremo cos’è successo davvero in “quel tragico evento” di cui abbiamo letto ovunque nel gioco base… e ovviamente conosceremo la Persecutrice Leggendaria, il cui titolo è diventato un pesante fardello.
Armi e potenziamenti…
Senza soffermarci troppo sulle basi del gioco, possiamo dire che il DLC di Lies of P ci regala diverse novità: prima di tutto parliamo degli oggetti, i quali sono stati aggiornati con aggiunte stuzzicanti, sia nei collezionabili, sia in quelli equipaggiabili. Ad esempio entrano nel gioco di prepotenza i talismani per proteggerci dallo status gelo, fondamentali per sconfiggere determinati nemici senza soccombere ai loro glaciali colpi. Anche il nostro protagonista ha avuto la sua buona dose di potenziamento, con l’Organo P che ora può sfruttare anche un ulteriore boost di Quarzi, applicabili lì dove abbiamo completato i set di una certa tipologia di potenziamenti.
Si tratta solo però di un piccolo assaggio, perché le vere chicche di Overture sono le armi. Alcune di esse sono ottenibili facilmente, per altre dovremo faticare un po’ di più, ma hanno tutte una caratteristica in comune: sono esageratamente divertenti da utilizzare! Queste vanno effettivamente parecchio fuori dagli schemi di ciò che abbiamo visto nel Lies of P “vanilla”, e ammettiamo che in un paio di casi potrebbero quasi risultare un po’ incoerenti con l’ambientazione di gioco. Tuttavia però presentano spesso delle meccaniche di utilizzo uniche nel loro genere, e possono essere ampiamente sfruttate per variare le proprie tattiche in combattimento, in base ai nemici che affronteremo. Il consiglio che più ci sentiamo di darvi a riguardo è di provarle, divertitevici, e potenziatele quando pensate di aver trovato una nuova compagna di viaggio.
…Luoghi e nemici
I primi minuti del DLC ci danno il benvenuto prima con dei nemici “di riscaldamento” (non per questo meno fastidiosi), e poi con gli animali potenziati che incontriamo nello zoo. Da scimmie, a canguri, fino ad arrivare agli elefanti, quelli che troveremo nella prima zona ci faranno sentire una certa freschezza nei combattimenti, con anche un po’ di frustrazione. Da qui in poi continueremo a incontrare diverse tipologie di nemici, un po’ più in linea con quelli che già conoscevamo, e possiamo dire di ritenerci abbastanza soddisfatti sia della varietà, sia del livello di sfida proposto.
La sfida più grande però è arrivata senza dubbio con le bossfight (neanche in questo caso faremo spoiler). Non solo i nemici più grandi, ma anche gli umanoidi, si sono rivelati delle vere spine nel fianco, soprattutto quando la battaglia è passata alle rispettive seconde fasi. Possiamo dire che per alcuni c’è stato un po’ di problema sul bilanciamento (specie se si è giocato in una run superiore al NG+), ma l’adrenalina e la soddisfazione durante i combattimenti si sono fatti sentire molto, anche nel combattimento finale (che per alcuni movimenti ci ha ricordato anche un certo boss fortissimo di Elden Ring ndr). Abbiamo apprezzato particolarmente le bossfight in cooperativa con gli NPC, che hanno portato quel senso di immersione aggiuntivo all’avventura, facendoci sentire effettivamente “parte di qualcosa”, di una squadra.
Infine, ma non per importanza, siamo rimasti molto affascinati dai luoghi. Senza dubbio alcuni sono più ispirati di altri, sia per artistica sia per il level design, ma il livello generale totale è altissimo. Peccato per un paio di dungeon non proprio idilliaci, come un certo laboratorio, che oltre ad essere ogni tanto un po’ troppo labirintico, si è rivelato abbastanza frustrante sul piano della costruzione.
Krat o K-Art?
A livello registico sono stati sfruttati alla grande alcuni degli scorci migliori che il gioco poteva offrire per le brevi cinematiche, altre volte i video della storia che si intersecavano con quelli da noi vissuti in maniera eccellente. Le informazioni sulla storia ci arrivano spesso anche tramite i documenti, come sempre, nonostante la percezione è che in Overture ci sia molto più da leggere che effettivamente “da vedere”. Sono tutte informazioni interessanti, a volte vitali, ma da questo punto di vista ci saremmo aspettati qualcosa di più “spettacolare”. Stiamo effettivamente cercando il pelo nell’uovo, perché sappiate che in più di un’occasione rimarrete davvero a bocca aperta.
Dal lato artistico Overture mantiene l’altissimo livello che aveva raggiunto il gioco base, portando all’estremo sia il fascino di Krat, con le nuove zone, sia con gli abiti che troveremo (anche quelli di nostre vecchie conoscenze), sia con una colonna sonora splendida, con tanto di vinili da sbloccare e ascoltare nell’HUB. Rimane un po’ l’amaro in bocca per la durata, che ci saremmo aspettati un po’ più ampia, nonostante non lasci totalmente insoddisfatti.




