Hideo Kojima: «Penso in continuazione a nuove idee»

Kojima ha rivelato che la sua vena creativa, in alcune circostanze, si è rivelata essere una maledizione piuttosto che una benedizione.

Paolo Saccuzzo
Di
Paolo Saccuzzo
Staff Writer
Laureato in Lettere Moderne e in Comunicazione della e Cultura dello Spettacolo, da sempre appassionato di tutto ciò che concerne l'intrattenimento in tutte le sue forme,...
- Staff Writer
News
Lettura da 2 minuti

In una recente intervista, Hideo Kojima ha rivelato che la sua vena creativa, in alcune circostanze, si è rivelata essere una maledizione piuttosto che una benedizione, definendola persino una malattia che non abbandona mai la sua mente.

Hideo Kojima iniziò a lavorare alla Konami nel 1986 e, nel 1987, pubblicò Metal Gear, opera che diede i natali a un franchise più importanti, iconici e influenti della storia dei videogiochi. Nel 2015, però, decide di lasciare l’azienda a causa di alcune divergenze causate dal tortuoso sviluppo di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. A seguito di tale abbandono, Kojima fondò la Kojima Productions e iniziò a lavorare a un nuovo progetto chiamato Death Stranding.

Solo un paio di mesi fa, Death Stranding 2: On the Beach ha fatto il suo debutto in esclusiva su PlayStation 5, confermando il successo di Kojima al di fuori del mondo Konami.

Kojima

Kojima è ora al lavoro su diversi progetti, ovvero OD e Physint, e sta anche pensando al futuro di Death Stranding, anche se non sarà lui a realizzare il prossimo capitolo in prima persona.

In una recente intervista rilasciata a Man of Many, il celebre director ha rivelato di non essere in grado di staccare la spina, sottolineando che il suo cervello è concentrato sulla creazione di mondi e sulla creazione di storie ogni minuto del giorno. Ecco quali sono state le sue parole a riguardo:

Penso sempre a nuovi progetti. Anche adesso ho un sacco di cose che vorrei realizzare, ma ci vorranno altri tre o quattro anni per realizzarle. Quelle idee saranno ancora valide per allora? A volte guardo film e mi vengono delle idee, ma a volte mi vengono semplicemente leggendo, camminando o parlando con le persone. È quasi come una malattia. Immagino cose in continuazione. Anche quando parlo con la mia famiglia, nella mia testa sono in un mondo completamente diverso. Molte persone non lo capiscono.

Condividi l'articolo
Staff Writer
Laureato in Lettere Moderne e in Comunicazione della e Cultura dello Spettacolo, da sempre appassionato di tutto ciò che concerne l'intrattenimento in tutte le sue forme, dal cinema alle serie TV, dai fumetti alla musica, fino ad arrivare ai videogiochi. Amante del mondo Sony, è però cresciuto con i classici Nintendo, nello specifico Super Mario 64 e The Legend of Zelda: Ocarina of Time.