Dopo anni di silenzio, Everybody’s Golf, serie arcade sportiva nata nel 1998 su PlayStation, approda per la prima volta su console al di fuori dell’ecosistema Sony: il nuovo capitolo della serie, Everybody’s Golf: Hot Shots, è infatti stato presentato nel corso di un Nintendo Direct, confermando la sua presenza non solo su PS5, ma anche sull’ibrida di mamma N e su PC.
Si tratta di un rilancio in grande stile di un prodotto semplice, ma immediato e curato che ha saputo richiamare a sé un grande pubblico grazie alla sua versatilità sul fronte del gameplay (alcuni capitoli della serie sono stati infatti pubblicati in esclusiva su console portatili) e di stile (con i due spin-off dedicati al tennis). Vediamo quindi come se l’è cavata il team di Clap Hanz in questa nuova versione del titolo analizzandone la versione per console PS5.
Swing che vince, non si cambia
La serie di Everybody’s Golf deve la sua popolarità alla vasta possibilità di personalizzare la propria partita e i propri risultati, lasciando di fatto ben poco al caso, pur permettendo un approccio al gioco estremamente semplice e quasi immediato. Un paradosso, a primo avviso, che riesce invece piuttosto bene anche in questa nuova versione del prodotto: possiamo selezionare le mazze, tracciare la traiettoria, scegliere il punto della pallina da colpire per creare effetti, selezionare tiri speciali e altro per dare vita a partite basate sulla meritocrazia, il che non è affatto male.
Il gameplay appare sì un po’ ripetitivo, ma, d’altronde, stiamo parlando di golf: il titolo, pur puntando su alcuni aspetti cartoon per rendere più dinamiche le sfide ha un approccio più “realista” di quanto possa avere, ad esempio, un Mario Golf: questo significa che c’è penuria di trasformazioni e attacchi magici, ma a vantaggio di una maggiore attenzione agli elementi che veramente interessano il gioco del golf, come cambi della direzione del vento o, addirittura, del clima.
Il titolo, tutto sommato, presenta una buona gamma di modalità che permettono di vivere il golf anche in maniera più frenetica (sì, non manca una modalità alla “Mario Golf” con magie e attacchi speciali), un negozio per acquistare nuove mazze a cui adattare il proprio stile di gioco e non solo. Il titolo, in generale, presenta una sfida intrigante per i completisti che si attesta su una longevità per nulla scontata.

Un occhio da chiudere sul lato tecnico e artistico
Soffermandoci sul fattore tecnico ed estetico, emergono gli angoli da smussare: il gameplay divertente è frutto di una schermata di gioco estremamente confusionaria, con icone piccolissime che popolano lo schermo in maniera disordinata. Inoltre, osserviamo la presenza di poche cutscenes molto povere, animazioni non eccezionali e, in generale, uno stile grafico troppo ancorato al passato.
Nel corso delle nostre partite, inoltre, abbiamo osservato alcuni bug grafici che non rendono giustizia al già citato gameplay: caddy che si muovono in maniera casuale, telecamera puntata sul golfista che non segue bene il suo soggetto e altre piccole imperfezioni tecniche rendono il titolo un po’ troppo grezzo per essere un prodotto di un franchise affermato del 2025.

Dal punto di vista della direzione artistica generale, osserviamo un grande uso del colore in un contesto che certamente lo richiede, osservando così una certa continuità nei giochi precedenti della serie, ma, allo stesso tempo, avvertiamo “l’anzianità” delle schermate di gioco e di caricamento, oltre ai messaggi di testo. Per quanto riguarda la colonna sonora, ci troviamo di fronte ad un progetto senza infamia e senza lode, con musiche non troppo ripetitive ma non particolarmente ispirate. Le ambientazioni presentate sono poco abbondanti e il roster, a livello character design, presenta pochi spunti di interesse, con personaggi in stile anime che a malapena si differenziano l’uno dall’altro, nella maggior parte dei casi.