Videogiochi di neve: aspettative sciolte al primo raggio di sole

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia GL Originals Lettura da 9 minuti

Anno dopo anno l’industria videoludica dona ai propri fan tantissime soddisfazioni, riuscendo a creare videogiochi ed esperienze sempre più complete e innovative. Purtroppo però non è sempre così, infatti, in questo editoriale a tema natalizio, andrò ad affrontare alcune delle più scottanti delusioni di tutto il 2017, ovvero parlerò di titoli o vicende che hanno intristito l’intera utenza nel corso di quest’anno. Preparatevi perché di colpi duri da digerire ce ne sono stati parecchi, è arrivato dunque il momento di farci i conti.

playstationvr2Il 2017 non è stato l’anno del PlayStation VR

Nonostante il lancio nell’ottobre 2016 sia andato alla grande, ci troviamo davanti una grande delusione. Il 2017 doveva essere l’anno di svolta per questa tecnologia, ma soprattutto da parte di Sony ci si aspettava un approccio diverso e con prodotti davvero all’altezza delle aspettative. Ovviamente all’interno del parco titoli del visore c’è qualche elemento di spicco, ma all’effettivo nei giochi disponibili non c’è nessuna vera e propria killer app in grado di convincere il mercato. Nonostante questo gli sviluppatori hanno avuto modo d’imparare a conoscere le potenzialità di questa nuova frontiera del gaming, speriamo che la dimestichezza ottenuta in questo periodo possa essere sfruttata al meglio nel 2018. Allo stato attuale il grande esborso economico per ottenere il pacchetto VR completo non conviene, dato che la società si è limitata ad offrire “esperienze” più che opere multimediali vere e proprie.

Star Wars Battlefront IIMicrotransazioni

Ormai viste per quasi tutta l’utenza come una vera e propria piaga da estirpare, il caso Star Wars Battlefront II è stato il più eclatante di quest’anno. Nonostante EA abbia fatto marcia indietro sotto questo aspetto, moltissimi fan si sono sentiti feriti, oggetti di un lucro quasi senza fine che grazie all’amato brand Star Wars. Speriamo che in futuro certi episodi potranno essere evitati anche perché, ormai, la casa di sviluppo ha subito dei danni d’immagine non indifferenti. Certo la delusione resta a prescindere, poiché se questo nuovo tipo di sistema economico avesse funzionato, tra pochi mesi ci saremmo trovati quasi tutti i giochi con all’interno le microtransazioni. E’ innegabile che EA abbia provato a cambiare il modello di business nel mercato dei videogiochi, per fortuna gli utenti hanno risposto con un bel due di picche. Perché è vero che spesso quando si tratta dei nostri titoli o saghe preferite ci copriamo gli occhi, ma per fortuna non siamo così ingenui da cascare in certi trucchetti.

La chiusura di Visceral Games

Ammettiamolo, quel giorno ci siamo sentiti in colpa un po’ tutti. I padri di Dead Space hanno chiuso baracca e burattini, per sempre. Sicuramente da parte di EA, anche un questo caso, è stato un vero colpo basso, accentuato dalla notizia che “I giochi single player non funzionano più”. Questo ha causato l’ira, non solo dei fan, ma anche di tante altre software house, che hanno preso le difese dell’ormai defunto studio. Nonostante l’amaro in bocca gli errori non sono stati solo delle case, ma anche di noi giocatori che spesso, forzati anche un po’ dalle mode del momento, ci facciamo trascinare in esperienze sempre più legate al multiplayer. Probabilmente se i vari Dead Space avessero venduto di più adesso staremo parlando di altro, ma veder bruciare la possibilità di un titolo basato su Star Wars tutto incentrato sulla narrativa è stato davvero un duro colpo. Per noi utenti sapere che l’intero mercato ha abbracciato virtualmente Viscerl Games è un segnale importante, poiché è la dimostrazione che i prodotti privi di una componente online continuano e continueranno a funzionare.

Caso Mass Effect: Andromeda

Non c’è due senza tre, questo è il detto: anche qui, sfortunatamente si tratta di EA, aiutata sicuramente da un lavoro non perfetto svolto da Bioware. Mass Effect: Andromeda al momento dell’uscita aveva dei grossi problemi per quanto concerne le animazioni facciali, è vero ma non è stato neanche dato il tempo allo studio di rimediare; l’utenza si è scatenata in senso negativo sta volta, sparando praticamente a zero su tutto il lavoro della software house. Nonostante la correzione quasi immediata dei difetti, i detrattori di Mass Effect non si sono placati, portando la software house a prendere la decisione di chiudere l’intero progetto. Non si sa bene se Bioware ha preso questa decisione per vergogna agli insulti o per finire anticipatamente di lavorare ad un progetto senza più aspirazioni, quello che è certo che non vedremo un nuovo titolo della saga per un bel po’. Quanto accaduto è sicuramente una delle pagine più tristi del 2017, anche se dimostra una certa fragilità del team di sviluppo nell’accettare le critiche.

Scalebound_1Esclusive targate Microsoft

Dopo la deludente conferenza E3 dell’anno passato, una line up sempre più scarna e la cancellazione di varie IP attesissime, Scalebound per citare il più atteso, tutti quanti ci aspettavamo che il 2017 sarebbe stato l’anno della rinascita di Microsoft e soprattutto, di Xbox One. Questo purtroppo non è stato poiché, oltre al rilascio della nuova e potentissima Xbox One X, sul fronte giochi la situazione è pressoché drammatica. Vero è che ci sono qualche piccole esclusive che sicuramente arricchiscono il tutto, ma la vera e propria Killer App deve essere ancora annunciata (e mantenuta). Il 2017 ha dimostrato una mancanza di carattere da parte di Microsoft. Rispondere a Sony colpo su colpo è davvero dura, anche perché la società giapponese è molto brava ad alimentare l’hype degli utenti, ma la line up Xbox, adesso come adesso, non offre davvero nulla di speciale.

Sony non ha date d’uscita

La casa giapponese è sempre molto brava a presentare i suoi progetti. Horizon: Zero Dawn è stato sicuramente uno dei giochi più acclamati dalla critica, ma tutto il resto? Sony ci aveva promesso fuoco e fiamme, con risatine pre E3 e tanto altro. Il risultato finale è che ci troviamo tra le mani tantissimi trailer e quasi nessun gioco all’orizzonte. Speriamo che il 2018 porti consiglio, e magari anche la data d’uscita definitiva di esclusive importanti come God of War, Final Fantasy VII Remake ed il tanto enigmatico Death Stranding. E’ bello sapere che ci sono tanti progetti in lavorazione, ma spesso il troppo anticipo crea un’attesa spasmodica che, alla lunga, stanca e delude il mercato.

The Legend of Zelda: Breath of the WildNintendo non è morta

E’ vero che dovevamo parlare di delusioni e questa, in parte, lo è, almeno per i detrattori della casa. Volevamo chiudere questo editoriale con un pensiero positivo, la speranza di cui tutti abbiamo bisogno prima dell’arrivo del nuovo anno. La grande N, dopo il disastroso lancio di Wii U, doveva rinascere dalle proprie ceneri, e così ha fatto. Criticata inizialmente per una line up scarna, ha saputo comunque distinguersi con il suo mantra “Nintendo Difference”, diventato negli anni oggetto di scarno da parte di chi la critica. Grazie soprattutto a Zelda e Mario la casa giapponese termina il 2017 completamente a testa alta.

Nonostante sia un editoriale che si sofferma sulle delusioni del 2017, abbiamo tenuto nel terminarlo con una nota positiva. Quest’anno doveva essere il definitivo declino di Nintendo, ma questo non è avvenuto. Il 2018 sicuramente riserverà a tutti delusioni e gioie più o meno pesanti, ma quello che non bisogna mai smettere di fare è credere che prima o poi le cose possano cambiare, magari anche nel verso giusto.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.