Vampire The Masquerade: Swansong – Recensione, intrighi e sete di sangue

Ecco la nostra recensione di Vampire The Masquerade: Swansong, la nuova avventura dalle tinte gotiche sviluppata dai ragazzi di Big Bad Wolf.

Marcello Paolillo
Di Marcello Paolillo Recensioni Lettura da 7 minuti
7.9
Vampire: The Masquerade Swansong

E se i vampiri esistessero davvero? E se questi predatori assetati di sangue vivessero nascosti tra di noi, impegnati con meticolosa abilità a ordire antiche cospirazioni? E se tu fossi uno di loro? La serie di Vampire: The Masquerade si basa su queste semplici due domande, dandoci modo di impersonare i celeberrimi mostri dall’immenso fascino in un mondo complesso in cui il confine tra il reale e il soprannaturale è del tutto sfuggente. Vero anche che questa saga di RPG dalle tinte gotiche non se l’è passata troppo bene negli ultimi anni, con ritardi e rinvii che hanno riguardato alcuni capitoli della serie, ritornata nella tomba troppo presto. Con Vampire The Masquerade: Swansong, che analizziamo in recensione – sviluppato da Big Bad Wolf, il team francese dietro The Council – potrebbe però esserci stato un piccolo ritorno di fiamma, grazie a un videogioco che è prima di tutto un omaggio alla cultura (se così possiamo definirlo) dei succhiasangue più famosi di sempre.

Andando pesantemente controcorrente rispetto ai titoli che da anni invadono il mercato, inclusi i classici open world, Vampire The Masquerade: Swansong ci mette nei panni di uno dei tre protagonisti, ognuno dei quali in grado di dare sfoggio delle proprie abilità sovrannaturali per indagare su alcuni quesiti che varieranno in base al modo in cui decideremo di giocare. Hazel Iversen (noto anche come il Cigno) è infatti il nuovo Principe della Camarilla di Boston. Hazel intende affermare il suo potere e rispettare la Masquerade, il codice di condotta vampirico volto a evitare che gli esseri umani scoprano l’esistenza di queste creature della notte. Poco sorprendentemente, le cose non andranno per il verso giusto, immergendo la città in una serie di complotti, assassinii e lotte di potere che ci costringeranno ad agire nell’ombra per proteggere la nostra setta.

Narrazione vampirica

Come accennato poche righe fa nella recensione, Vampire The Masquerade: Swansong dice “no” all’azione, andando ad abbracciare uno stile di gioco che strizza pesantemente l’occhio a giochi come The Walking Dead di Telltale. Ma attenzione, Swansong è prima di ogni cosa un RPG a tema vampirico che ama immergere il giocatore in un turbinio di statistiche, talenti e discipline date in dotazione al nostro notturno. Le scelte, anche minime, avranno un proprio peso,  condizionandoci, tanto che dovremo stare sempre molto attenti sul come e quando spendere i punti nella creazione della build del vampiro che avremo deciso di impersonare.

Forte di un impianto ludico che si avvicina anche e soprattutto ai giochi di ruolo da tavolo, Swansong pone l’accento sui legami tra i diversi clan di vampiri, con una quantità di dialoghi che ha dell’assurdo: interrogare un determinato testimone durante l’indagine su un omicidio, oppure attivarsi e pedinare un indiziato seguendolo tra le strade della città, è sicuramente utile a scovare un indizio importanti, con un piacevole retrogusto classico che male non è. Allontanandosi da Bloodlines, Swansong è quindi più vicino alla lentezza di un’avventura grafica, tanto che i combattimenti sono quasi del tutto sacrificati in virtù di numerose opzioni di dialogo che richiederanno di mettere alla prova la nostra concentrazione (così come quella dei vari NPC che incontreremo sul nostro cammino). Tentare di persuadere il nostro interlocutore o incalzarlo con toni intimidatori spesso farà la differenza tra un’indagine di successo oppure no. Le vie di Boston sono inoltre piene di indizi (che troveremo spesso e volentieri sotto forma di note da leggere od oggetti), specie in una determinata scena del crimine in cui saremo chiamati ad affidarci anzitutto ai nostri sensi da vampiro.

Ho una fame da…

Vampire The Masquerade: Swansong, come avrete capito già all’inizio della recensione, è un gioco rivolto a chi ama un gameplay lento, quasi didascalico, anche se la sensazione di avere a che fare con un videogioco lineare e scriptato è pressoché assente: spesso saremo addirittura chiamati ad annotare codici e informazioni su un pezzo di carta pur non di non perdere cose per strada, cosa questa che dona al gioco un aspetto retrò da non trascurare. Comportarsi a rigor di logica e agire in base all’intuito e alle capacità di mettere insieme i pezzi del puzzle sono infatti la base di un meccanismo di gameplay tanto atipico quanto funzionale al contesto. Attenzione, però: non potremo di certo abusare delle nostre abilità, visto che per le scelte dovremo usare i cosiddetti punti forza di volontà, un’energia limitata utile a usare per l’appunto le varie abilità, come sbloccare porte, manomettere sistemi di comunicazione e molto altro. Alcune vecchie monete nascoste qua e là ci consentiranno di ripristinare i punti forza di volontà, permettendoci di continuare le indagini nel migliore dei modi.

Ovviamente, trattandosi di un gioco sui vampiri, le abilità soprannaturali (ossia le discipline) giocheranno un ruolo altrettanto cruciale: per utilizzarle dovremo attingere dalla barra della fame, tanto che se il suo indicatore raggiungerà un valore pericolosamente troppo alto saremo chiamati a nutrirci di sangue per conservare la nostra forma umana, in modo tale da non venire scoperti facendo saltare la copertura (cosa questa che ci costringerebbe ad abbandonare indagine, fallendo).

Forse, un po’ di lavoro in più il team avrebbe potuto spenderlo nei confronti di un comparto tecnico buono, ma non ottimo: le animazioni del viso e dei personaggi di Swansong non sono certo perfette, cosa questa che potrebbe far storcere il naso a chi cerca non solo dell’ottima scrittura e recitazione vocale, bensì anche della grafica in senso stretto. Le vie buie e oscure di Boston, così come alcuni interni, sono in ogni caso realizzati con una discreta dovizia di particolari, immergendo il giocatore in un’atmosfera tutto sommato suggestiva.

Vampire: The Masquerade Swansong
7.9
Voto 7.9
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Da anni critico del settore, ha scritto e scrive attualmente su diverse testate online dedicate ai videogames e al cinema, passando anche per i fumetti. La carriera di Marcello inizia nel 2003 e da allora non si è più fermato: dopo essersi fatto notare sui primi siti di settore, è arrivato a firmare articoli per le più importanti testate web italiane, oltre che per la carta stampata. Pavo non è il suo nome anagrafico: è il suo nome vero.