“Non aprire quella porta!” – “Attento, scappa!” – “Ma perché scendi per quelle scale!?!?”. Queste sono le tipiche frasi che molte persone urlano allo schermo mentre guardano un film horror, con la remota possibilità (vana) che i protagonisti possano sentirlo. Bene, Until Dawn vi sente!
Gioco della Supermassive Games, edito dalla Sony, esclusivissima PlayStation 4, narra le vicende di un gruppo di ragazzi, otto per l’esattezza, che dopo un anno dalla scomparsa misteriosa di due loro amiche durante una festa in una baita in montagna, a BlackWood Pines, tornano di nuovo li per celebrare la loro memoria. Ma non sanno cosa li aspetta…
Non vado avanti nella trama perché la stessa è uno dei due punti di forza del titolo, e raccontarvela rovinerebbe l’esperienza. Quello di cui parlerò invece è del secondo punto di forza: l’effetto farfalla.
Una farfalla, sbattendo le ali, potrebbe provocare un tornado dall’altra parte del mondo. Non bisogna prenderla letteralmente, ma il concetto è che un minimo cambiamento nelle condizioni iniziali può variare di molto il risultato finale.
Il titolo si ispira a videogiochi come Heavy Rain o Beyond Two Souls, o titoli più recenti come i prodotti della TellTale Games, rimanendo un film interattivo nel quale sceglierete voi come procede la storia. Ma stavolta lo sentirete ancora di più sulla pelle. I personaggi infatti sono ben caratterizzati, hanno i loro punti di forza e debolezza, pregi e difetti, e sceglierete voi come farli interagire nelle varie scelte del gioco. I loro rapporti interpersonali cambieranno le dinamiche successive, stravolgendo a loro volta la trama. Scelte errate o giuste che siano potranno essere recuperate con scelte successive.
Tutta la storia è narrata stile film/serie tv, con tanto di “nelle puntate precedenti” ad ogni inizio capitolo. Seguendo questa linea, non sceglierete voi quali personaggi utilizzare, ma le scene cambieranno di volta in volta in base alla trama.
Una caratteristica peculiare è data dagli intermezzi dei capitoli: un personaggio che parla con uno psicologo. La scena, molto surreale, vi darà il senso di essere voi a parlarci, e vi farà scegliere fra delle possibilità, come un test psicologico… magari quelle scelte potrebbero causare il vostro peggiore incubo.
Durante il gioco potrete raccogliere indizi di vari casi, dalla scomparsa delle amiche, al pazzo che imperversava negli anni 50 a BlackWood Pines, ai minatori salvati (capirete tutto giocando): questi indizi potranno portare a conoscenza i nostri protagonisti di alcuni fatti utili per decidere le sorti delle loro vite.
Troveremo anche oggetti che potranno aiutarvi nella storia, o magari intralciarvi: perché oltre alle scelte, alcune volte la soluzione migliore sarà non fare niente. Ma il tutorial del gioco ve lo spiegherà per bene, non preoccupatevi.
Ultima caratteristica, i Totem: oggetti sparsi nel gioco che regaleranno al giocatore delle visioni, da possibili morti, a consigli, a scelte giuste. Ma tranquilli, saranno così vaghe e brevi che starà alla vostra bravura capirle.
Dal punto di vista tecnico, il motion capture è stellare, dando espressioni veritiere (con qualche imperfezione però), complice anche il cast che conta attori come Hayden Panettiere (Heroes) o Brett Dalton (MARVEL’s Agents of Shield); la grafica del paesaggio è emozionante e terrificante, contro invece la grafica dei personaggi ricca di imperfezioni. Ma ciò che comanda in Until Dawn è il suono: suoni di terrore, indizi, Jump-Scare a non finire, tutti abilmente giostrati.
Il gioco di base dura 9 ore, ma la sua alta rigiocabilità permette di vivere ogni volta una storia diversa. Il gameplay invece non introduce nulla di innovativo, utilizzando levette analogiche e tasti per quick time event (o, se volete, potete usare anche il giroscopio del controller).