Thor: Love and Thunder: spiegazione del finale e delle scene post-credit

Thor: Love and Thunder possiede due scene post-credit: queste sono le spiegazioni alle domande sul perché di quelle scene ed anche del finale.

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Analisi Lettura da 5 minuti

Thor: Love and Thunder è indubbiamente un prodotto di successo: lo si evince dalle recensioni che hanno imperversato negli ultimi giorni sul web, la nostra recensione è disponibile presso questa pagina, qualora ve la foste persa. Quello che sottolinea ogni finale dei film dell’Universo Cinematografico Marvel sono le scene post-credit, qui di seguito spigate. Facciamo un passo indietro e prima di procedere vi invitiamo ad uscire da questa pagina perché parleremo fuori dai denti dei dettagli del film, per cui se ancora non lo avete visto, siete avvisati.

Thor Love and Thunder numero scene post-credits

La crescita di Thor

Thor è sempre stato un personaggio controverso nel corso dei film: poco più di dieci anni fa ci è stato mostrato come lo sbruffone, figlio del Signore di Asgard, Odino, e infine come colui che ha conosciuto l’amore con Jane Foster ed è caduto nel baratro della disperazione con la perdita di questo, del fratello e dei familiari tutti (dapprima la madre e poi il padre). In Thor: Love and Thunder il protagonista subisce una crescita emotiva molto importante, probabilmente mitigata dalle battute e dal tono scherzoso del film ma ci riferiamo a quanto Thor fosse, fin dalle prime fasi della pellicola, alla ricerca di una famiglia e della sua identità morale.

Alla fine del film Thor perde la sua amata Jane Foster, che gli muore tra le braccia, ed accetta di prendersi cura della figlia di Gor il Trucida-dei. La piccola bambina nata dal desiderio espresso dal padre presso l’essere superiore Eternità (un’essere appena accennato in questo universo cinematografico ma che i lettori dei fumetti ben conoscono come un’entità superiore, capace di governare le forze cosmiche ed universali piegandole al suo volere) si unisce a Thor e gli fa da “figlioccia” chiamandolo addirittura Zio Thor! Il dio asgardiano si assume una responsabilità che anni prima non avrebbe nemmeno considerato, ovvero prendersi cura della piccola “Love” (ed ecco spiegato un altro significato del nome del film), insegnandole come ci si comporta e che il bene deve vincere sul male.

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Le scene post-credit

In Thor: Love and Thunder, come in quasi tutti i film dell’MCU sono presenti due scene post-credit: nella prima troviamo Zeus coccolato dalle sue quattro ancelle che si sta riprendendo dal colpo subito da Thor durante il film (pensavamo fosse morto ed invece…). Il Signore dell’Olimpo si domanda come è possibile che gli umani abbiano dimenticato gli dei e come è stato possibile per lui subire l’affronto che ha subito da parte del dio del tuono asgardiano: medita vendetta ed invia il suo figlio prediletto, Ercole, alla caccia di Thor.

Possiamo dunque supporre che nella prossima pellicola con Thor avverrà un’epico scontro tra il dio della forza Ercole ed il dio del tuono. Nella seconda scena post-credit troviamo una sorpresa Jane Foster accolta da Heimdall, il dio asgardiano guardiano dei cancelli di Asgard ed ora del Valhalla, presso la dimora degli dei dopo la morte. Dopo i convenevoli, Jane realizza che sebbene sia morta da mortale lei sia finita nel paradiso di Asgard: tutto ciò è possibile grazie alla magia del Mjolnir e alle regole del mondo di Asgard. Chiunque sia degno di impugnare Mjolnir, ottiene di fatto il potere di Thor, il che lo rende un dio asgardiano a tutti gli effetti, in secondo luogo qualunque asgardiano muoia in modo onorevole sul campo di battaglia (come è successo a lei) ha diritto all’ingresso nel Valhalla. Ed ecco che la ricercatrice terrestre entra di fatto in quel mondo. In genere gli dei nordici tornano dalla morte per un motivo o per l’altro in un ciclo continuo di vita e morte, questo non esclude un possibile ritorno di Jane Foster dalla morte, nei panni de La Potente Thor.

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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.