Pronti per una nuova recensione di The Walking Dead 11 dopo l’episodio 12, che ci aveva riportati sulla strada della trama sensata dopo un episodio 11 a metà tra il filler noir fuori genere e l’intrigante (la scoperta dell’esistenza di una sorta di servizio segreto del Commonwealth), in un secondo blocco di stagione decisamente più interessante del primo, troppo incentrato sul piccolo filone narrativo dei Mietitori, finito repentinamente, così come era cominciato. Il precedente episodio aveva infatti approfondito la vita nel Commonwealth ed i pensieri di Daryl e Maggie. Il primo, praticamente per tutte le precedenti dieci stagioni, sempre schivo nei confronti delle altre comunità, solitario ed individualista, si fida nel Commonwealth e nel futuro che qui può costruire per tutta la ex comunità di Alexandria. Maggie, invece, appare proprio come era Daryl in precedenza. Forse scottata dalle esperienze passate, specialmente la parentesi con Giorgie, non vuole sottostare ad un’organizzazione che non sia sua e cedere parte delle propria libertà personale per un bene superiore che non sente suo. Il flashforward visto nel finale dell’episodio nove mostra infatti come Daryl, diventato soldato del Commonwealth, partecipi ad una missione forse di annessione ad Hilltop, con la stessa Maggie che si oppone. Abbiamo visto come in seguito, Lance abbia tentato di stringere accordi con Alexandria, Hilltop ed Oceanside ottenendone solo con la prima comunità.
The Walking Dead 11: recensione di un episodio che esplora gli affari del Commonwealth
Ormai abbiamo capito che questo secondo blocco di 8 dei 24 episodi totali di questa ultima stagione, servono ad approfondire non tanto i lati positivi del Commonwealth, ma quelli negativi. Abbiamo visto come Lance Hornsby voglia creare delle vere e proprie colonie da assoggettare; come nello stesso Commonwealth viva una Resistenza al governo e come personaggi come Stephanie possano ingannare Eugene per conto del governo. In questo episodio conosciamo invece la parte di lavoro sporco che a volte un governo può o deve fare. Viene introdotto un nuovo personaggio, Toby Carlson, interpretato da Jason Butler Harner, che abbiamo visto recentemente nell’apprezzatissima serie Ozark. Inizialmente presentato come un diplomatico del Commonwealth in missione per Lance Hornsby, alle prese con una questione rimasta in sospeso per una nuova comunità ostile spuntata come un fungo, rivela in seguito un secondo fine, che lascia a dir poco spiazzati Padre Gabriel, Aaron e gli altri che sono con lui.
Senza far troppi spoiler, poiché il cliffhanger di questo episodio lo legherà molto strettamente al successivo, questi 44 minuti sono i primi dall’episodio nove che passano davvero molto in fretta. Complice la narrazione non lineare, interessante (ma già vista in The Walking Dead), e l’intreccio di più linee narrative tra loro, ci troviamo a fine episodio senza essercene resi conto, il che, in una serie, è davvero un bene. La vicenda di questa comunità, purtroppo, è ancora una volta fine a sé stessa, come quella dei Mietitori e così come fu di Terminus tra la quarta e quinta stagione. Sostanzialmente serve ad introdurre un nuovo lato negativo del Commonwealth e a reintrodurre un personaggio che manca da un po’ e che quindi ora verrà a conoscenza della grande comunità da cinquantamila abitanti.
Di questo però, parleremo nella prossima recensione nel prossimo episodio di The Walking Dead 11, in cui potremo svelarne il nome e vedere quali saranno i risvolti, sempre in streaming su Disney+!