Continua la serie TV in 6 episodi The Falcon and The Winter Soldier, prodotta dai Marvel Studios, in esclusiva su Disney +. Da oggi, venerdì 9 aprile, è possibile trovare in streaming il quarto episodio, che segue la storia di Sam Wilson/Falcon (Anthony Mackie) e Bucky Burnes/Soldato d’inverno (Sebastian Stan), diversi mesi dopo le vicende svoltesi in Avengers: Endgame. Spegnete le luci e prendete i pop corn, destinazione Lettonia.
ATTENZIONE: questa recensione contiene SPOILER sulla trama dei primi tre episodi della serie, vi invitiamo a continuare la lettura in maniera consapevole e soprattutto se li avete già visti.
Wakanda per sempre
Al termine del terzo episodio di The Falcon and the Winter Soldier, un nuovo personaggio si era inserito nell’equazione che descrive la trama della serie. Si tratta di Ayo, appartenente al temibile corpo delle guerriere del Wakanda, le Dora Milaje. L’introduzione di una componente wakandiana regala agli spettatori uno scorcio del passato di Bucky. Il Lupo Bianco (com’è stato battezzato proprio nella prosperosa regione ricca di vibranio) ha trascorso un lungo periodo nel Wakanda, nel tentativo di liberarsi dalle manipolazioni dell’Hydra. Le parole necessarie per attivare il Soldato d’Inverno sono state “disinnescate”, ridando a Bucky piena libertà sulle sue azioni.
Tuttavia, Ayo è pronta a scontrarsi contro Falcon e il Soldato d’inverno, rivendicando il diritto di prendere in custodia Heinrich Zemo, con il quale i due hanno stretto una momentanea alleanza. Il barone è, infatti, il responsabile della morte del re T’Chaka, e deve pagare il prezzo delle sue azioni. Il suo aiuto contro i Flag Smasher è, però, troppo importante, e Sam e Bucky non possono fare a meno di lui fino al termine della missione. Gli ideali di Karli Morgenthau, leader dell’organizzazione terroristica (che lei definisce invece rivoluzionaria), si sono, infatti, scontrati con un prepotente desiderio di oppressione degli oppositori, e la ragazza si è dimostrata pronta a ricorrere all’omicidio pur di raggiungere il suo scopo. Karli è in possesso di altre fiale contenenti il siero del supersoldato, e Sam e Bucky devono recuperarle prima che sia troppo tardi. Il barone Zemo ha la chiave per poterla trovare prima che diventi troppo pericolosa, ed è pertanto un mezzo necessario per raggiungere un fine. Per avere giustizia, il Wakanda dovrà attendere. Ma le Dora Milaje accetteranno di rispettare questa insolita alleanza fino al crollo dei Flag Smasher?
Oltre il desiderio di riscatto
La figura di Karli Morgenthau è predominante nel quarto episodio della serie. Nel corso dei 54 minuti della puntata (titoli di coda compresi), le sue emozioni vengono prepotentemente a galla. Il desiderio di riscatto che muove le sue azioni è legato al senso di ingiustizia per i torti subiti dalla sua gente. Il siero del supersoldato che ha assunto la rende pericolosa ed emotivamente fragile, capace di compiere azioni impulsive, di cui potrebbe pentirsi.
Il desiderio di diventare un superuomo non può essere separato dagli ideali di supremazia.
Con queste parole, il Barone Zemo descrive la pericolosità di Karli e di coloro che la seguono. Le sue intenzioni iniziali potrebbero mutare radicalmente, complice la forza che ha raggiunto assumendo il siero, e la giustizia da lei tanto agognata è separata dall’ingiustizia da un filo sottilissimo, che probabilmente è già stato spezzato.
Lo spettatore non può fare a meno di entrare in empatia con Karli, comprendendo il dolore per le sue perdite e quasi appoggiando la sua causa. I suoi ideali potrebbero non essersi ancora macchiati del tutto, e Sam e Bucky sono disposti a tentare un approccio diverso dalla violenza per farle abbandonare la strada che ha intrapreso e riportarla alla ragione. Tuttavia, la ragazza viene vista come una minaccia da tutta l’America, e chi meglio di John Walker può intervenire per fermarla?
Oh Capitano, mio Capitano
La presenza consistente di Karli è affiancata da un ritorno in prima linea del nuovo Captain America. John Walker ha un ruolo fondamentale nel corso della puntata, poiché è riuscito a individuare Sam e Bucky in Lettonia, e non accetta metodi non violenti per eliminare il pericolo causato dai Flag Smasher. Un paragone con Steve Rogers viene spontaneo: le azioni compiute da Walker sono agli antipodi rispetto a quelle che avrebbe compiuto Cap, il cui senso di giustizia non ha mai vacillato. Eravamo abituati a vedere, sotto il caschetto con la A più famoso d’America, un uomo dalla ferrea integrità morale, mentre ora ci troviamo davanti a qualcuno che è vittima delle sue emozioni e dei suoi desideri, e non si preoccupa delle conseguenze. Walker è più “umano” ma, proprio per questo, meno adatto a portare lo scudo di Steve Rogers.
L’episodio si conclude in modo inaspettato. Laddove Zemo ha dimostrato di avere meno brama di potere di quanto si potesse immaginare, John Walker è caduto vittima delle sue stesse ambizioni. I personaggi si complicano, i loro ruoli si scambiano, il bianco e il nero perdono di significato, lasciando spazio alle sfumature di grigio. Sam e Bucky dovranno fronteggiare un nuovo nemico, completamente diverso dai Flag Smasher?