Non è mai facile parlare in una recensione di un titolo che punta molto sul racconto e sulle emozioni, e lo è ancora meno quando viene presa in considerazione una serie ormai definita iconica come quella di Syberia, che con The World Before arriva al suo quarto capitolo. In questo caso particolare poi, si aggiunge anche la speranza: la speranza che questo gioco sia riuscito a fare bene tutto, che abbia imparato dagli errori del passato, e che riesca a darci ancora di più dei primi due capitoli, soprattutto in memoria del papà della serie Benoît Sokal, tristemente scomparso lo scorso maggio (lui stesso era a lavoro sull’opera, che gli è stata ovviamente dedicata a cuore aperto).
Un doppio filo
La cosa che prima delle altre salta all’occhio di Syberia: The World Before, è che per questo capitolo la narrazione si sia presa delle libertà artistiche senza precedenti per la serie: prima di tutto, non solo continueremo le vicende della nostra beniamina Kate Walker (un anno dopo essere stata catturata), ma anche quelle di Dana Roze, una giovane ragazza vissuta negli anni trenta, e che sarà la grande protagonista del racconto. Vivremo le loro storie passo passo, quasi in parallelo, con addirittura alcune occasioni che – senza fare spoiler – ci vedrà alternare noi stessi le scene tra Kate e Dana. Non saranno però (e anche questa è una novità) gli unici personaggi che controlleremo, e anche in questo caso non vi anticipiamo nulla per non rovinarvi il gusto della scoperta.
La prima cosa che dovremo fare quando controlleremo Kate, è scappare dalla prigionia, cosa che ci riuscirà… ma non prima di aver fatto un ritrovamento molto particolare, che diventerà il motore della nostra avventura, la ricerca di una persona. Questo viaggio la porterà fino a Vaghen, la città dove negli anni prima della guerra visse la stessa Dana Roze. Senza cadere anche in questo caso in sgraditi spoiler, sappiate che tra i temi principali (per un paio di tristi coincidenze) del gioco ci sono appunto la Seconda Guerra Mondiale e l’elaborazione del lutto.
La città è stata vittima di un catastrofico incendio in passato, dopo il quale un viaggiante Hans Voralberg aiutò – come siamo stati abituati a sentire – nella ricostruzione, meccanicizzando gran parte della città, tra cui la piazza principale, in cui dei talentuosi pianisti si esibivano con un’orchestra composta da automi.
Tutta la città di Vaghen, che impareremo a conoscere fin nelle viscere, dalla sua storia passata fino al presente con Kate Walker, è fortemente caratterizzata: ogni singolo quartiere sprizza del mondo immaginario creato da Sokal, andando a comporsi allo stesso tempo di automi, macchine e strutture un po’ più moderne, e incredibilmente senza stonare tra loro. Un equilibrio visivo, un fascino senza pari, una gioia ritrovata. La caratterizzazione della città, la sua storia, e tutto ciò che vi gira attorno, rendono Vaghen la terza indiscussa protagonista, soprattutto perché tutti gli eventi narrati – nel bene e nel male – sono collegati alla città.
I personaggi secondari non vengono trattati come semplici persone con cui parlare, ma a parte qualche piccola comparsa che si vedrà al massimo una volta (ma con dei ruoli fondamentali), tutti loro hanno una caratterizzazione ottima, una personalità delineata, e magari qualche caratteristica che potrebbe stupirvi: seguiteli, ascoltateli durante il gioco, non sottovalutateli. E le nostre protagoniste? Preparatevi a scoprire molto, molto di più… anche Kate, che forse non conoscete bene come credete.
Ciò che teniamo a sottolineare, è che questo Syberia ha tante cose da raccontare, e si prende tutto il tempo per farlo: niente questioni risolte in modo frettoloso, niente situazioni inserite a caso, ma molto da scoprire, sia per trama, sia in modo facoltativo. Molto del background e della lore sarà infatti da scoprire se deciderete di completare degli obiettivi secondari, e vi farà entrare ancora di più nel mondo immaginato da Sokal. Esplorate, esaminate oggetti e angoli, ascoltate i commenti di Kate (che farà riferimento anche ad avvenimenti del passato), godetevi le varie inquadrature. Un playthrough “come si deve”, vi richiederà almeno 12 ore di gioco.
Un’epoca buia…
La narrazione di Syberia: The World Before, come vi accennavamo in apertura di recensione, vede come tema principale quello della guerra. Chiaramente sono stati cambiati nomi, eventi e simili, ma i riferimenti al fascismo e al nazismo sono evidenti, con “l’Ombra Bruna” che ha pian piano preso il controllo del paese e ha dato il via a una guerra, dando vita anche ad un eccidio di Vageriani durante il 1938. Sono molti i fatti e le curiosità che possono essere ricondotti ad episodi realmente accaduti, come ad esempio una spedizione verso l’oriente che – per nomi e scopi evolutivi – ricorda molto una delle spedizioni naziste verso il Tibet (che tra l’altro coincide anche per l’anno NdR).
Un’epoca terribile, avvenimenti estremamente atroci, la cui pesantezza è stata voluta riportare in toto all’interno del gioco. Che lo scopo “nascosto” sia il sensibilizzare, oppure no, Questo titolo ci riesce alla grande. In un periodo del genere, la musica era fondamentale per risollevare gli animi, e anche questo piccolo grande dettaglio è stato inserito a pennello nella storia, con Dana Roze come talentuosissima pianista, caratteristica indispensabile ai fini della storia. Prendiamo anche la palla al balzo per fare un plauso al lavoro svolto da Inon Zur per la colonna sonora, sognante, fiabesca quando serve, e assolutamente seria nei momenti più grigi, ma soprattutto molto bella: le immagini a schermo tramutate in musica.
…e un gioco moderno
Passiamo all’aspetto tecnico di Syberia: The World Before, comparto che in primis è stato messo sul banco degli imputati nel terzo capitolo (qui la nostra recensione). Partendo dal gameplay, possiamo definirci estremamente soddisfatti, tirando un enorme sospiro di sollievo: Syberia 4 è un gioco moderno, creato ad hoc per questo periodo storico, che è riuscito a spazzare via dubbi e difetti del passato, e soprattutto ad ibridizzare il gameplay tra punta e clicca e avventura grafica odierna, cosa che purtroppo nell’ultimo titolo non era affatto riuscito. Anzi, il team di sviluppo è riuscito a fare addirittura di più: Come già detto alterneremo spesso le fasi in cui controlleremo diversi personaggi, ma in determinate parti del gioco potremo alternare il controllo di essi, anche tra epoche diverse, apprendendo informazioni da una parte ed utilizzandole dall’altra (per alcuni specifici enigmi).
Proprio gli enigmi sono stati snelliti, con meno oggetti da cercare in un punto A e da portare in un punto B (certo, ci sono ancora ma in modo ridotto), e con alcuni di essi che ci vedranno avere già a portata di mano l’occorrente per la soluzione. Molti di questi saranno chiaramente macchine e automi Voralberg, che come vi accennavamo sono stati inseriti a pennello nel contesto della storia, sempre più affascinanti. La cosa migliore è che gli enigmi non risultano forzati, né nella storia, né nel mondo di gioco, come accadeva con i primi due Syberia… e sì, i nostalgici in un certo senso torneranno indietro nel tempo con la mente.
Anche dal punto di vista della telecamera sono stati fatti passi in avanti enormi, con mappe meno gigantesche da esplorare, con Kate in grado di muoversi velocemente, e scenari non più “circoscritti”: con questo intendiamo che, nei circa 30 capitoli di gioco, lo scopo non sarà “completare il fondale” e passare al prossimo, ma tutto è creato in servitù del racconto, quasi come si trattasse davvero di un’avventura grafica tendente molto al film interattivo e non al punta e clicca. Come abbiamo già accennato in recensione, Syberia: The World Before si è rivelato un ibrido perfetto.
L’unica pecca che possiamo trovare al titolo dal punto di vista tecnico, è qualche vistoso calo di framerate in alcune scene. Niente che infici nella godibilità di gioco, dato che per fortuna sono molto rari. Graficamente il gioco surclassa a mani basse Syberia 3, figlio anche chiaramente di più acqua passata sotto i ponti, ma forse anche del tempo in più che lo studio si è preso per lo sviluppo dopo il primo annuncio.
In Loving Memory
Per concludere, è doveroso dedicare alcune parole al creatore originale del gioco, soprattutto perché con un finale come quello che vedrete in-game, che apre ad ogni possibilità, il futuro di Syberia non è mai sembrato così incerto. La scomparsa di Sokal è stata un brutto colpo sia per il mondo dei videogiochi, sia soprattutto per la sua creatura più grande: questo titolo esprime ad ogni passo ogni fibra del suo mondo, portato alla luce finalmente con possibilità tecniche più permissive… ma come sarà d’ora in poi? Se ci sarà un seguito, chi lo succederà, riuscirà a prendere la sua eredità e a farla propria? Sono domande alle quali, probabilmente, avremo risposta durante i prossimi mesi.
Il peccato più grande, è che Benoit non sia riuscito a vedere la sua creatura definitiva, un gioiello che è tornato a dare lustro al nome di Syberia, e che speriamo sia apprezzato dalla maggior parte del pubblico. Noi, con un nostro articolo, abbiamo tenuto a ricordare non solo il grande artista, ma anche il grande uomo.