L’ibridazione di un genere è qualcosa di complesso, ma stupefacente: certo, può portare alla nascita di orrori che non si riescono nemmeno a giocare per più di mezz’ora, oppure possono generare dei piccoli gioielli irreplicabili, titoli che diventano lo zenit di qualcosa che fino a poco prima nemmeno era stato concepito. Sicuramente Stellar Blade prova a fare qualcosa del genere, e nonostante qualche errore, alcuni nemmeno così piccoli, ha dalla sua un’idea brillante alla base, che ora cercheremo di spiegarvi in questa recensione.
Hack & Soul
Prima di procedere, cerchiamo di spiegare per bene cos’è Stellar Blade: Shift Up ha cercato di prendere due generi molto distinti, che spesso dove arriva uno si ferma l’altro, ovvero il soulslike e l’hack & slash. La differenza sostanziale sta proprio nello stile di gioco: dove il secondo premia la velocità e le combo, proponendo un sistema di schivata più che di parata, l’altro invece punta alla precisione, al timing del pattern d’attacco nemico e alla gestione delle risorse.
Il team coreano però ha deciso di fondere le due cose, cercando di unire i puntini dove possibile: ne è uscito qualcosa di sicuramente diverso, sia da un lato che dall’altro, ma che però presenta un paio di difficoltà da discutere.
Partiamo però dall’inizio: il futuro dell’umanità è in bilico, delle creature molto potenti stanno distruggendo tutto e i pochi umani sopravvissuti sono in una colonia nello spazio. Nel gioco vestiremo i panni di EVE, membro della 7a Squadra Aerea, che si troverà a dover combattere contro i Naytiba, cercando di salvare l’umanità e reclamando il pianeta.
La trama del gioco racconta delle vicende non troppo scontate, con dei giusti colpi di scena posizionati di tanto in tanto: certo, alcune cose sembrano molto derivative, ma tutto sommato si tratta di un Action RPG che pone molto l’accento sul gameplay, e il livello di trama che abbiamo riscontrato è di buona qualità.
Plauso per le ispirazioni poi che il gioco ha come basi del suo intreccio: parliamo di tante tematiche, alcune anche vicine al mito della creazione dell’uomo, con dei richiami per nulla scontati che faranno felici i più nerd alla ricerca dei collegamenti, nonché i fan di opere simili che potranno ritrovare dentro a Stellar Blade una cura vicina al mondo dello sci-fi: se c’è una cosa che infatti la fantascienza fa bene da tempo, è prendere e creare re-telling di concetti già visti, e Stellar Blade non è da meno. Tranquilli però, non si tratta di un pedissequo copia-incolla, bensì di un lavoro di scrittura sicuramente di alto livello.
Alcune cadute di stile sono ben visibili però nei punti focali di avanzamento della trama: risultano pretestuosi, essi spingono a farvi credere che per completare il vostro obiettivo avrete bisogno di collezionare un n numero di cose, o sconfiggere un n numero di nemici, dinamica che forse in un gioco anni ’90 poteva andare bene, ma che ad oggi invece fa un po’ storcere il naso.
Schivo o Paro?
Per quanto riguarda il gameplay, il gioco propone varie dinamiche che, per motivi ovvi, stentano a decollare in alcuni casi. Prendendo spunto da giochi come NieR, i classici soulslike e qualche hack and slash, il gioco mescola le varie dinamiche proponendo uno stile particolare. Per esempio, nel gioco avrete modo di parare, fare persino parate perfette, ma potrete anche optare per schivate e schivate perfette: certo, in alcuni casi una soluzione sarà sconsigliata mentre l’altra più efficace, dando meno importanza alla scelta del giocatore, ma tutto sommato vi troverete a poter scegliere in base a ciò che preferite.
Altro esempio è dato dagli attacchi: nonostante avrete modo di fare attacchi leggeri o pesanti, la combinazione dei tasti vi permetterà di effettuare varie combo, e tenendo premuto il tasto della guardia potrete lanciare delle skill precise (spendendo una sorta di energia accumulabile chiamata Beta). Questa dinamica, fra tutte, diventa però un po’ imprecisa quando vi troverete a parare e schivare in tempi ravvicinati: premendo L1, infatti, e poi cerchio, talvolta lancerete a caso l’abilità posizionata su quel tasto, mandando all’aria la gestione delle risorse.
A chiudere il tutto poi ci sarà un drone, comandato da un vostro compagno, che vi darà supporto tecnologico e potrà diventare, avanzando nel gioco, persino un’arma da fuoco da poter usare con diverse munizioni. Parlando dei nemici che incontrerete, il dettaglio con cui sono stati pensati i Naytiba non è dei più originali, considerando che avrete creature mostruose di vario genere da dover sconfiggere, ma la loro differenziazione sarà fondamentale nel gameplay, specialmente quando vi troverete a doverli combattere più di uno alla volta. Qui entra in gioco quella fusione di genere che non ci si aspetta: se infatti nei soulslike combattere con il bersaglio su un nemico è fondamentale, in quei casi diventa più utile non averlo, dando libero sfogo alla gestione degli spazi con l’analogico.
Per quanto riguarda invece i boss, invece, varie barre di vita dovranno essere buttate giù mentre cercherete di gestire gli attacchi nemici, spingendovi a studiare per bene come e quando spingere l’acceleratore. Abbattere poi gli scudi del nemico più grande vi permetterà di fare degli attacchi critici, colpi speciali che toglieranno molta vitalità al nemico.
Per quanto riguarda la componente di crescita, nel gioco avremo modo di potenziare le fiaschette – che ci permetteranno di curare un po’ di Punti Salute – il danno dell’arma e ovviamente le altre barre degli attacchi speciali e dello scudo, prendendo collezionabili che non troverete sempre per strada, ma che anzi vi spingeranno a dover esplorare più a fondo le mappe, soprattutto in verticale. Alcune zone infatti avranno degli spazi per poter scalare, tutti ovviamente segnalati con il colore giallo, portandovi a scoprire zone inesplorate e segrete.
Potrete poi potenziare, attraverso dei punti abilità che prenderete sconfiggendo i nemici, delle abilità aggiuntive, abbastanza da darvi la giusta differenziazione a seconda se vorrete puntare tutto su schivare, parare, usare attacchi speciali o altre opzioni.
Come dicevamo, il gioco è un Hack & Soul, e proprio per questo persino nella parte degli oggetti curativi e dei punti abilità risulta abbastanza fuori dagli schemi dei soulslike: quest’ultimi infatti non andranno persi nel caso di sconfitta, ma li troverete sempre lì a disposizione. Per gli oggetti, invece, avrete modo di acquistarne con un’altra valuta che potrete raccogliere, di fatto aumentando le possibilità di curarvi (con pozioni meno potenti ma pur sempre tali) e rendendo il tutto più facile. Certo, se un oggetto è stato consumato per un try, e sarete sconfitti, lo avrete comunque sprecato.
Aperti ad un mondo aperto e enigmatico
Il gioco non lesina poi su due cose che non ci saremmo mai aspettati: enigmi e zone aperte.
Parlando dei primi, i vari enigmi che troverete nel corso del gioco saranno sì abbastanza pilotati, ma comunque divertenti da risolvere. Ovviamente più saranno slegati dalla missione principale, più difficili saranno, e alcuni di questi saranno nient’altro che indovinelli matematici camuffati. Tutto sommato però, risolverli sarà appagante e divertente scovare in giro dei suggerimenti. Peccato che il titolo cada nel tranello del semplificare appena uno di questi sia della missione principale.
Per esempio, nella primissima fase di gioco ci sarà una torre dell’orologio e un numpad, e il suggerimento che vi arriverà – capace di risolvervi l’enigma in 2 secondi – vi sarà condiviso dal vostro compagno droide non appena impiegherete più di qualche attimo per capire cosa fare.
Per quanto riguarda invece le zone aperte, esse vi spingeranno a gestire varie missioni secondarie, da prendere su una bacheca, molto basiche e semplici, per non dire monotone, ma che tutto sommato vi daranno punti extra e vi spingeranno ad esplorare queste vaste zone, magari trovando interessanti documenti di lore.
L’ambientazione proposta da Stellar Blade infine è davvero ben fatta: i vari biomi, per come sono strutturati, vi porteranno a scoprire ciò che è rimasto del mondo proponendo un ambiente coerente. Anche i nemici lo saranno, a seconda di dove vi troverete.
Grafica e Sonoro
Per quanto riguarda il comparto tecnico, il gioco si fa giocare tranquillamente in modalità bilanciata, garantendo una buona fluidità, ma avrete modo di puntare anche tutto su qualità o prestazioni, dandovi totale libertà di scelta. I modelli dei personaggi sono niente male – anche se alcuni personaggi cadono troppo in trappole stereotipate – e ben caratterizzati, dando non solo spazio alla componente visiva ma anche a come vi interfaccerete con questi vari personaggi che incontrerete.
La musica poi è fondamentale: nonostante qualche dissolvenza mal fatta, essa è capace di descrivere con i suoni ciò che succede nel gioco, di fatto diventando compagna fedele del giocatore a partire dall’esplorazione fino ai combattimenti, passando persino nelle zone più tranquille di riposo e ristoro.