Star Wars Jedi: Survivor – Recensione, Cal Kestis è tornato

Star Wars Jedi: Survivor è un ottimo sequel, in grado di correggere gran parte dei problemi del predecessore: leggi la recensione del gioco.

Marcello Paolillo
Di Marcello Paolillo Recensioni Lettura da 7 minuti
8
Star Wars Jedi: Survivor

La saga di Star Wars non è nuova al mondo dei videogiochi, sebbene tra i titoli single player disponibili sul mercato la serie Jedi ha un posto speciale nel cuore dei fan. La prima avventura di Cal Kestis, ossia Star Wars Jedi: Fallen Order, ha infatti lasciato il segno, grazie a una trama e a dei personaggi che andavano a incastonarsi perfettamente nella mitologia canonica del franchise creato da George Lucas decine di anni fa. La capacità di fondere abilmente meccaniche da metroidvania, ad altre prese di peso dai soulslike FromSoftware, permise al titolo sviluppato da Respawn di brillare di luce propria.

star wars jedi survivor

Inutile dire che con Star Wars Jedi: Survivor, gli sviluppatori di Titanfall avevano un doppio compito: bissare il successo del precedente capitolo e correggerne gli spigoli, in modo tale da offrire al pubblico di fan la massima esperienza per giocatore singolo dedicata a Star Wars, il tutto nella nuova generazione di console (e PC). Il risultato finale, al netto di qualche inciampo, è piuttosto positivo, visto che Survivor ha dalla sua tutte le carte in regola per piacere e farsi piacere anche da chi non ha avuto modo di provare con mano il primo episodio.

Partiamo subito da un presupposto importante: nonostante sia consigliato aver completato Fallen Order per scoprire come continua la storia di Cal Kestis e dei suoi amici sulla Stinger Mantis non sarà necessario né aver giocato il primo gioco né aver letto il romanzo prequel “Cicatrici di battaglia”, visto che un riassunto nella schermata principale del nuovo gioco vi spiegherà tutto al meglio. Questo perché Survivor è un gioco in grado di vivere di vita propria, nonostante riprenda ovviamente personaggi e situazioni già stabiliti nel capitolo iniziale, in grado di tratteggiare una parentesi davvero riuscita nell’universo di Guerre Stellari (i più nostalgici ameranno sempre chiamare la saga con il suo vecchio nome italiano).

A livello di trama, Survivor ha luogo subito dopo gli eventi del primo capitolo: Cal, durante i suoi cinque anni di latitanza intergalattica, passando dall’essere un aspirante Jedi in fuga dall’Ordine 66 al diventare un nemico dell’Impero, non è più un ragazzino, bensì un uomo dotato di talento e in grado di mostrare una maturità sorprendente. Cameron Monaghan torna quindi a vestire i panni dell’eroe principale, in maniera ancora più convincente e netta rispetto al passato. La narrazione intreccia il presente di Cal – ora alla ricerca di un misterioso pianeta – e il suo passato, mettendo in piedi che, pur avendo qualche caduta di tono (specie nella parte centrale) rappresenta un passo in avanti rispetto a quanto visto in Jedi: Fallen Order.

In una galassia lontana lontana… di nuovo

Gli sceneggiatori di Respawn hanno quindi messo sul piatto nuovi e vecchi villain e diversi momenti che non sfigurerebbero né in un film né tantomeno in una serie televisiva dedicata a Star Wars. Basteranno una ventina di ore per giungere ai titoli di coda della nuova avventura di Respawn Entertainment, un’avventura che ricalca quanto visto nel primo episodio ambientato nella galassia lontana lontana. Il gameplay si ricollega a quello proposto nelle battute finali di Fallen Order, non costringendoci quindi a imparare daccapo le nostre abilità Jedi per via di qualche strana amnesia o potere del Lato Oscuro della Forza. Surivor mette sul piatto quindi nuove tecniche come quelle che permettono di rallentare il tempo o di ingannare temporaneamente i nemici per farli combattere tra loro.

Poco sorprendentemente, sono rimaste immutate tutte le meccaniche a metà strada tra soulslike e metroidvania, rimettendo al centro i punti di meditazione (i classici falò di Dark Souls) e le aree precluse prima di acquisire un determinato potere. Lunghe peregrinazioni, salti e arrampicate (anche grazie a un gadget nuovo di zecca, ossia il rampino) andranno quindi di pari passo con un’enigmistica ambientale mai invasiva e un combat system nato come naturale evoluzione del precedente. Ed è qui che Star Wars Jedi: Survivor gioca le sue carte migliori, pur tentando di andare al di là del banale more of the same per quello che riguarda le dinamiche di combattimento.

star wars jedi survivor protagonista

I vari duelli con spade laser e utilizzo della Forza alternano infatti le numerose fasi platform che scandiscono buona parte dell’avventura. Tra schivate, parate perfette e mosse finali, Kal si dileggerà in spettacolari coreografie, dando però sempre e comunque un occhio alla barra della guardia, utile ad assorbire danni o deflettere i colpi laser sparati dalle guardie imperiali (e non solo).

La Forza scorre potente

Ovviamente, proprio come il capitolo originale, anche stavolta il simpatico droide bipede BD-1 interverrà di tanto in tanto a darci una mano “tecnica”, ma non aspettatevi nulla di più. Importante sottolineare che anche uno dei difetti del primo Fallen Order, ossia il backtracking, è stato quasi del tutto annullato grazie all’aggiunta del viaggio rapido da un punto di meditazione all’altro.

Se Survivor si impegna a espandere un gameplay che già pochi anni fa si era lasciato apprezzare, per quanto riguarda la grafica abbiamo diversi pro, ma anche qualche contro. La volontà di rendere il nuovo capitolo della saga di Kal esclusivamente current-gen, dicendo quindi no alle vecchie piattaforme, si riflette in un comparto tecnico ottimo ma non troppo, specie per quanto riguarda una certa complessità poligonale. Il colpo d’occhio è in ogni caso eccellente, così come i vari pianeti che andremo ad esplorare saranno sempre ricchi di dettagli ed elementi di contorno. Purtroppo, però, si ha spesso e volentieri la sensazione che un’altra manciata di mesi di lavoro avrebbe reso Survivor ancora più bello da vedere. Nota finale: per Star Wars Jedi: Survivor sono state incluse numerose opzioni estetiche che permettono di modificare la pettinatura e la peluria facciale di Kal, con nuovi elementi cosmetici che potranno solo migliorare il nostro Jedi.

Star Wars Jedi: Survivor
8
Voto 8
Condividi l'articolo
Da anni critico del settore, ha scritto e scrive attualmente su diverse testate online dedicate ai videogames e al cinema, passando anche per i fumetti. La carriera di Marcello inizia nel 2003 e da allora non si è più fermato: dopo essersi fatto notare sui primi siti di settore, è arrivato a firmare articoli per le più importanti testate web italiane, oltre che per la carta stampata. Pavo non è il suo nome anagrafico: è il suo nome vero.