SpellForce Conquest of Eo – Recensione dello strategico tattico moderno

SpellForce Conquest of Eo fallisce rispetto ai predecessori, dandoci in pasto a una storia solo accennata e situazioni amare, ecco la recensione.

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 6 minuti
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SpellForce Conquest of Eo

Il panorama dei giochi a turni sta godendo di nuova linfa vitale: recentemente stanno uscendo diversi titoli che esplorano nuovamente questo sistema di gioco, molto in voga negli anni ’90 e primi del 2000: SpellForce Conquest of Eo è la nuova fatica di Owned by Gravity che non prevede un multiplayer online, per cui sarete solo voi contro il computer che non vi metterà certo a vostro agio.

Storia? Quale storia?

Gli eventi del gioco si svolgono circa cento anni dopo quelli di Spellforce 3, che hanno visto la formazione del Circolo dei Magi. Dato che la magia era praticamente proibita durante gli eventi di SF3, non c’è da stupirsi che la creazione del Circolo abbia portato la sua rinascita a Eo. All’inizio del gioco, non siete altro che un umile apprendista che accorre al fianco del vostro maestro solo per trovare la sua torre in rovina. Vi metterete dunque alla guida di un regno che vi fornirà tutti gli aiuti del caso, considerando che avrete un maestro a seguire i vostri primi passi.

Vi aspettavate una trama che seguisse i passi dei protagonisti come nel precedente capitolo? Beh sbagliato! Qui la trama è pretestuale, senza troppi fronzoli e ricca di chain quest più o meno interessanti. La mancanza di una storia può essere vista come un plus per chi non è avvezzo a cose simili, ma vi assicuriamo che è una pecca su un gioco simile. SpellForce Conquest of Eo si conferma già dalle prime fasi leggermente sottotono rispetto ai predecessori.

Personaggi allo sbaraglio

La creazione del personaggio si limita a scegliere tra 3 specializzazioni:

  • Alchimista – può creare e utilizzare pozioni, utili per il combattimento.
  • Artificiere – crea glifi capaci di potenziare l’esercito di riferimento o l’eroe che avrete in battaglia.
  • Negromante – inizialmente il più performante in quanto capace di assemblare un esercito enorme fin da subito, ma che nelle fasi avanzate di gioco perde terreno rispetto agli altri due.

In generale l’offerta proposta è esigua, dato che si poteva tranquillamente inserire qualche personaggio extra, ma a quanto pare lo sviluppo di SpeellForce Conquest of Eo si ritrova con la facciata esterna di un prodotto mediocre spinto più dal nome che dalla cura vera e propria.

In gioco avremo una Torre che rappresenta il regno di appartenenza del quale espandere potere e influenza sulla mappa di gioco, per farlo ci affideremo a tre caratteristiche principali, che sono:

  • Competenza – necessaria per far salire di livello la Torre, aumentando così il numero di stanze e di apprendisti disponibili.
  • Mana – la vostra riserva magica, necessaria per lanciare incantesimi e talvolta per completare le missioni. Può anche essere convertito in oro una volta ricercato il rituale corrispondente.
  • Ricerca – i progressi compiuti verso l’incantesimo di ricerca prescelto. Gli incantesimi hanno scopi molto diversi: dall’evocazione di più creature, al potenziamento delle armate, all’indebolimento dei nemici.

La gestione consente di tracciare il percorso a breve e a lungo termine e i progressi compiuti per raggiungerlo. Ad esempio, interrompere la produzione di mana e di punti ricerca per salire di livello il più rapidamente possibile. Dovrete effettuare un vero e proprio restauro della torre costruendo delle stanze: una stanza specifica per la vostra specializzazione, come la Glyph Smithy, una serie di stanze che producono risorse, permettono di assumere unità più avanzate e così via. I progetti delle stanze si sbloccano completando alcune missioni o acquistandoli per la reputazione dalle città vicine, che possono essere migliorate completando le missioni nella rispettiva città.

Per quanto riguarda le battaglie, Conquest of Eo presenta un combattimento standard basato su una griglia, con le vostre armante che iniziano su un lato dello schermo e i vostri nemici su un altro. Attacchi di rappresaglia, posizioni difensive, tutto come nel buon vecchio Heroes of Might and Magic. Nonostante la varietà di buff e oggetti da utilizzare in battaglia e le abilità dei personaggi, sfortunatamente le battaglie saranno standardizzate e dopo poche ore capirete che ogni battaglia è la fotocopia della precedente.

 

SpellDisaster

Tecnicamente SpellForce Conquest of Eo è disastroso: esteticamente datato e senza una vera e propria resa, oltre a un framerate ballerino nonostante si possa impostare una grafica anche più bassa del solito. I controlli di gioco sono datati tanto quanto il gioco in sé per sé, che risulta banale ed anacronistico. Un titolo del genere meritava un quarto capitolo degno, una rinascita per il brand che si consuma invece in una sequela di banalità e roba “già vista” senza il minimo guizzo d’autore: sarebbe tuttavia bastato copiare dal passato in maniera corretta e congrua, purtroppo non abbiamo avuto l’onore di ricevere nemmeno quello.

SpellForce Conquest of Eo
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Voto 5
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.