Il concetto della morte nei videogiochi è esplorato da sempre, e tantissimi titoli hanno dato la loro interpretazione dell’ultimo sospiro umano, senza contare che molti generi videoludici hanno reso “la morte” parte del gioco. Ed il gioco di cui state per leggere la recensione è uno di questi: Souldiers, infatti, è un metroidvania che inizia con la dipartita del protagonista principale e dei suoi commilitoni… ma il suo viaggio non è che all’inizio.
L’anima del soldato
Souldiers si apre con dei soldati bloccati all’interno di una caverna dopo essere sopravvissuti a un terremoto che ha squarciato il terreno. In un momento di disperazione, quando tutti si credono ormai spacciati, ecco che arriva una Valchiria. La donna avverte che, effettivamente, esiste la possibilità di vivere di nuovo: non avendo nulla da perdere e un po’ intrigati dalle parole di quello che sembra un angelo, tutti i commilitoni accettano. Dopo aver scelto la classe del personaggio, inizia l’avventura.
Colpire, mirare o castare?
Dopo quel momento quasi intimo tra i commilitoni e la Valchiria, ecco che la vostra avventura ha davvero inizio, e come ogni viaggio, citando anche Kindgom Hearts, c’è una scelta da fare: Archer, Caster o Scout? Selezionare uno di questi significa decidere la propria classe. Le statistiche per ogni personaggio sono diverse, ovviamente, e si basano sull’attacco, la difesa e la magia. Ogni singola classe avrà una statistica più sviluppata rispetto alle altre, rendendo la scelta molto equilibrata. Infatti, l’esperienza di gioco rimarrà pressoché la stessa.
Trattandosi di un metroidvania, le prime battute di gioco si concentreranno sull’esplorazione della mappa, che avrà elementi molto da gioco di ruolo ambientato nel medioevo: ragni, pipistrelli e piante saranno i vostri nemici principali. Inoltre, tramite le bombe che riceverete dopo qualche momento di gioco, sarà possibile scoprire nuovi passaggi e fare fuori i nemici. Uno dei fattori più interessanti del gioco riguarda proprio gli attacchi, che si dividono in leggero e pesante, con possibilità di effettuare anche delle combo. Sperimentate per trovare la concatenazione di colpi più adatta a voi. E per quanto riguarda la difesa? Retro Forge mette a disposizione dei giocatori schivate, blocchi e parate.
Perché bisogna esplorare bene durante le vostre partite? Il motivo è presto detto: ci sono sempre degli upgrade dietro l’angolo e perderseli sarebbe un peccato. Avere equipaggiamenti migliori andrà a inficiare sulle statistiche del personaggio, che diventerà più forte e renderà l’esperienza di gioco più appagante, soprattutto quando verranno sconfitti i nemici più difficili o i boss. Inoltre, c’è un vero e proprio sistema di Mastery che garantirà l’accesso ad altre abilità, quindi il loop di gameplay è così tanto premiante che staccarsi dallo schermo potrebbe risultare davvero difficile.
Ma se pensate che in Souldiers la forza sia tutto, vi sbagliate, perché l’esplorazione della mappa non sarà lineare: spesso e volentieri ci saranno alcuni elementi a bloccarvi. In quel caso dovrete accendere il cervello e trovare la soluzione ai puzzle ambientali, e anche questi sono un ottimo elemento che varia il gameplay e rende l’esperienza ancor più piacevole.
Il gioco non è particolarmente difficile, nonostante metta davanti al giocatore delle sfide che possono essere più o meno complesse da superare, ma dipende tutto da che tipo di giocatore siete. La cosa sicura è che non sarà possibile incolpare i comandi, dato che ad alla mano, possiamo dirvi che sono davvero tanto responsivi. Durante la nostra prova su Nintendo Switch non abbiamo trovato nessun tipo di input lag. Ma se siete amanti delle sfide oppure volete godervi un gioco senza volervi impegnare troppo, sappiate che sarà possibile modificare la difficoltà.
Il rétro non muore mai
Anche se non si tratta di una grafica ultra realistica, con ray tracing e nuove tecnologie, Souldiers non ha niente da temere: lo stile in pixel art è talmente pulito da risultare gradevole sia al colpo d’occhio, sia sul lungo periodo. Le ambientazioni sono così piene di dettagli da risultare sempre riconoscibili e questo non fa altro che rendere piacevole l’esplorazione. L’unica pecca potrebbero essere gli sprite dei nemici, i quali sono talmente classici da risultare noiosi, nonostante siano davvero ben realizzati.
Un altro plauso da fare agli sviluppatori sta negli effetti audio del gioco: sono equalizzati davvero bene e non sovrastano mai gli altri suoni o la musica. Altro elemento del gioco che riesce ad accompagnare bene i giocatori nella loro avventura “nell’altro mondo”.
Come già detto, durante la prova non abbiamo trovato nessun tipo di difetto tecnico: nessun bug o glitch, soprattutto non abbiamo trovato difetti che potrebbero rovinare o eliminare il progresso fatto.
Dunque, arrivati a questo punto della recensione di Souldiers rimane solo una domanda alla quale rispondere: vale la pena acquistarlo? La risposta è sì. E i motivi sono ben due: il primo è legato al gameplay, che è possibile adattare all’esperienza che voi desiderate avere, a prescindere dal tipo di giocatore che siete o anche dal tempo che avete a disposizione. Il secondo è prettamente legato all’estetica del titolo e al fatto che, se amate la pixelart, questo gioco andrebbe acquistato senza pensarci troppo su. Souldiers, di cui avete letto la recensione sarà disponibile su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC e console di nona generazione PlayStation 5, Xbox Series X e Xbox Series S dal 2 giugno 2022.