Le spy story sono intriganti per i colpi di scena, e i colpi di scena nascono spesso per cambi di rotta dovuti a qualche segreto talmente ben celato, da stupire protagonisti e spettatori. Il Marvel Cinematic Universe ci aveva già fatto le scarpe con l’H.Y.D.R.A. e il fatto che fosse così insidiata da aver soppiantato quasi del tutto lo S.H.I.E.L.D., eppure non avevamo visto ancora nulla. Perché se un agente doppiogiochista, una volta scoperto, puoi tagliarlo fuori da qualunque cosa, un mutaforma può riprovarci ancora e ancora: in quel caso, di chi puoi fidarti? Abbiamo visto le prime due puntate di Secret Invasion, nuova serie del Marvel Cinematic Universe in arrivo il 21 giugno 2023 su Disney+, e ve ne parliamo in questa nostra recensione.
Soli
La serie, basata sulla run fumettistica omonima uscita nel 2008 (2009 in Italia), scritta da Brian Michael Bendis e disegnata da Leinil Yu, aveva dalla sua un utilizzo più evidente dei supereroi, cosa che in queste due puntate invece mancano, a ragion veduta. Se infatti Nick Fury spiegherà in modo veloce il perché non sia stato chiamato nessuno degli eroi ancora attivi, è palese la voglia di distaccare questo serial e renderlo qualcosa di più “umano”.
Tornano quindi Nick Fury (Samuel L. Jackson), Maria Hill (Cobie Smulders), ma anche Talos (Ben Mendelsohn) e tanti altri personaggi che con il tempo avevamo visto orbitare attorno alle storie legate allo S.H.I.E.L.D. e a Nick Fury di Terra-19999.
Come dicevamo, per ora la storia rimane molto vicina all’umano, sebbene ci siano tracce di collegamenti riguardanti altri eroi (e come questi potrebbero interfacciarsi con gli Skrull): l’ansia che infatti veniva generata nel fumetto era legata a eroi e criminali che da anni erano stati rimpiazzati da Skrull, rendendo retroattivamente alcune delle storie molto ansiogene. In questo caso, per ora, sembra proprio tale meccanismo sia replicato con cariche governative importanti, dinamica che non riesce a fare breccia in modo così veloce ma che ha il suo perché.
In tutto questo troviamo Nick Fury: alle prese da anni con il progetto S.A.B.E.R., una stazione spaziale pensata per difendere la terra da eventuali altri pericoli. Il problema è che il Fury che vediamo è stanco, devastato dal BLIP e decisamente non nella sua forma migliore. I guai non aspettano però il recupero di una persona, anzi spesso arrivano proprio nel momento peggiore.
Insieme
Secret Invasion sembra prendersi carico di un genere che nel MCU non ha avuto tanto spazio, ma che ogni volta che ci ha provato a farsi vedere, ha sempre trovato approvazione da ogni fan. L’idea di proporre una miniserie di questo tipo è molto coraggiosa, ma siamo convinti che potrebbe davvero dare quella sferzata ad un palinsesto seriale che stava andando sempre più vicino ad un meccanismo di auto-imitazione.
Rimane la paura che il tutto rimanga confinato nella serie, senza apportare grandi cambiamenti (anche se uno già ce n’è alla fine della prima puntata). Il semplice fatto che tutta la storia dell’invasione, spiegata in qualche minuto di prologo all’inizio della prima puntata, sia passata così inosservata negli ultimi anni del MCU è l’esempio lampante di come alcune produzioni dovrebbero ridurre il proprio range di influenza sulla continuity, dando spazio agli sceneggiatori di creare qualcosa di audace.
Tutto sommato abbiamo chiuso la seconda puntata con la voglia di proseguire, di scoprire come avanzerà l’intreccio, come cambieranno le due parti in gioco (Nick Fury e compagni contro gli Skrull ribelli), e vedere chi effettivamente avrà la meglio, quindi possiamo dire che Secret Invasion, almeno per il momento, potrebbe davvero essere un prodotto di alta qualità; e non parliamo di tecnica o recitazione, sempre al top nelle produzioni Marvel, ma di scrittura, che se fatta bene può togliere alla serie tv il compito di essere una novella di passaggio da un film all’altro, e diventare invece un racconto coraggioso e intrigante.