Samorost 3 – Recensione

Marco Pulicanò
Di Marco Pulicanò Recensioni Lettura da 6 minuti
9.4
Samorost 3

Vi è mai capitato di fermarvi ad osservare uno scenario a voi ben conosciuto, magari che vedete quotidianamente o che avete già visto migliaia di volte, e notare improvvisamente un piccolo e sfuggente particolare che in quel momento vi riempie di stupore? A me è capitato spesso, ed è la stessa impressione che ho avuto giocando Samorost 3, gioco del team di Amanita Design, il quale ha voluto mostrare veramente i muscoli in questo gioco, cercando di catturare le emozioni e gli occhi del maggior numero di giocatori possibile.

Samorost 3

Protagonisti di una fìaba

Definire Samorost come una fiaba non è affatto sbagliato: il gioco è un’avventura grafica punta-e-clicca che ci porterà all’interno di una “storia” alquanto strana, particolare e bizzarra nei panni di uno gnometto spaziale. Uscendo di “casa”, un giorno, cadrà sul nostro piccolo pianeta un flauto spaziale (ancora devo capire come fa a cadere manco fosse un meteorite date le minime dimensioni del pianeta ma ok, è una fiaba) del quale capiremo subito (o quasi) la natura: esso infatti non è un normale strumento musicale, bensì un’oggetto magico che ci permetterà di udire meglio i suoni ambientali e di suonare alcune melodie magiche che evocheranno degli spiritelli, immagine della natura, i quali ci suggeriranno la soluzione per gli enigmi o la incarneranno direttamente.

Samorost 3

Un grafica spaziale

“100 punti ad Amanita Design” direbbe il Professor Silente, se solo vedesse con quanta cura sono state realizzate le ambientazioni: esse parlano da sole, riescono ad incantare. Mi è capitato di fermarmi svariati minuti a zoommare ed osservare ogni minimo dettaglio dello scenario in cui mi trovavo; con alcuni di essi, tramite il click del mouse è addirittura possibile interagire, attivando qualche simpatica animazione che darà una sensazione di immersione ancor maggiore a colui che si trova dall’altra parte dello schermo.

Per quanto concerne la resa grafica, niente da dire: Samorost 3 è un esempio di come va usato un motore grafico per realizzare un videogioco, non importa il genere. Le luci sono fantastiche, i colori vivi ed accesi, le ombre definite al massimo e con precisione chirurgica, una vera perla. Pochi giochi possono vantare una tale accuratezza e non esagererei nel dire che gli Amanita hanno fatto un lavoro eccelso, addirittura migliore di vari titoli AAA.

Samorost 3

Gameplay intricato ma rilassante

“Intricato” penso sia la parola più adatta a descrivere le meccaniche di gameplay che caratterizzano questo gioiellino: infatti intricato non è per forza sinonimo di difficile. L’essere intricato deriva dal fatto che il gioco mette alla prova il nostro occhio nello scrutare il minimo particolare nascosto nello scenario. Esso è infatti parte del gameplay, poiché il nostro flauto magico funziona con esso e senza trovare la zona dove va utilizzato ci faremo ben poco (resta pur sempre carino da guardare però). Il gioco non richiederà chissà quale attenzione da parte del giocatore, anche perché è un gioco statico che non va avanti se il giocatore non compie altre azioni; l’unica cosa che ci sarà richiesta è, come già detto in precedenza, un minimo di occhio per notare quel particolare fatidico che potrebbe essere la chiave di volta dell’enigma.

Samorost 3

Niente parole, tutto chiaro

Come avrete ben notato dal titolo del paragrafo, non vi sono presenti parole all’interno del gioco, e questo è un altro dei punti di forza del gioco, che mostra la bravura degli sviluppatori: riuscire a trasmettere qualunque tipo di messaggio attraverso suoni, fumetti, disegni, icone ed immagini dimostra quanto il gioco possa parlar da sé, permettendo che sia il giocatore stesso a recepire il messaggio e che non passi per la mediazione di un testo o di una voce doppiata.

Altro elemento importantissimo che ci farà capire molte cose e situazioni è il sonoro: la realizzazione della colonna sonora e dei suoni ambientali, così come per la grafica e le ambientazioni, è caratterizzato da una profondità assurda. La colonna sonora è bellissima, i suoni definiti al massimo; non capiterà mai di sentire un suono fuori posto o che stoni un minimo. Altra piccola chicca che ho trovato, ma non penso che chiunque possa notare, è che i suoni sono realizzati su note musicali che fanno parte della scala sulla quale è composta la colonna sonora, in modo che non stonino affatto e creino quasi un accordo nel momento in cui si va ad attivarlo.

Samorost 3

In conclusione…

Samorost 3 è veramente una perla bellissima e pregiata; realizzato con cura maniacale, troverà soprattutto il consenso di tutti quei gamer che hanno visto la loro infanzia caratterizzata da avventure grafiche di questo tipo, ritrovandola però con una tecnologia nuova ed adatta ai tempi correnti. Mentre giocavo Samorost 3 ho avuto l’impressione di trovarmi quasi ne “Il Piccolo Principe”, la famosa fiaba che quasi tutti conosciamo. Il vivere su un pianeta nostro che non rispetta nessuna legge fisica, il poter osservare i pianeti vicini dal nostro, l’interazione con la natura… tutti questi elementi insieme hanno tirato fuori il sorriso del bambino che ancora vive in me e che magari un giorno vorrà ancora viaggiare nello spazio verso pianeti sconosciuti.

Samorost 3
9.4
Voto 9.4
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