Rainbow Skies, un RPG infarcito da combattimenti a turni realizzato dal team tedesco SideQuest Studios, sbarca su PS4, PS Vita e PS3. Un’opera che allo stile grafico particolarmente datato contrappone una mole di contenuti molto corposa, che potrebbe far gola a tanti appassionati del genere. Il suo predecessore, Rainbow Moon, peccava in carattere e vivacità, elementi essenziali per competere nella fitta giungla degli RPG. Cinque lunghi anni di attesa saranno serviti ai ragazzi di SideQuest per conferire al loro nuovo gioco la giusta personalità e un convincente spessore qualitativo?
In Rainbow Skies il party sarà composto dai tre protagonisti della storia. Damion (lo spadaccino) e Layne (l’arciere) sono due inseparabili amici dalla personalità contrapposta. Entrambi vivono su Arca, una sorta di gigantesca nave-città che fluttua perennemente tra le nuvole che sovrastano Lunah, il pianeta sottostante. Gli abitanti di Arca sono convinti che Lunah sia inabitabile, a causa dell’aria velenosa, divenuta letale e irrespirabile. Sia Damion che Layne vorrebbero diventare dei cacciatori di mostri, ma devono ancora superare gli esami necessari alla loro promozione: proprio durante lo svolgimento di una di queste prove, i due si cacciano nei guai e vengono attaccati da un grosso slimer; il combattimento si fa sempre più feroce e i protagonisti finiscono con lo sfondare il pavimento e precipitare inesorabilmente verso una tragica fine. Nel frattempo su Lunah, Ashly (la maga) si sta esercitando coi suoi incantesimi, che le permettono di controllare la volontà dei mostri. Mentre cerca di scagliarne uno, sbaglia mira e colpisce inavvertitamente Damion e Layne, che con un colpo di fortuna atterrano comodamente sullo slimer senza riportare danni. Da questo momento i tre protagonisti saranno costretti a restare uniti verso un’avventura che li porterà ad esplorare un mondo di gioco vasto e variopinto.
Dal punto di vista artistico, inteso nella sua accezione più larga possibile, Rainbow Skies non fa grossi passi in avanti rispetto al suo predecessore. La storyline, per cominciare, non eccelle in originalità nemmeno quando tenta di creare dei colpi di scena. I dialoghi sono a tratti spiritosi, ma soffrono di una piattezza quasi imbarazzante. Un plauso va senz’altro alla localizzazione in italiano, precisa e corretta nonostante le innumerevoli linee di dialogo su schermo. Visti i numerosi precedenti infelici, anche in titoli con budget di maggior peso, sotto questo punto di vista il lavoro svolto è egregio. Il design complessivo soffre di una forte mancanza d’innovazione. Damion, pur essendo uno dei protagonisti, è anche uno dei personaggi più anonimi. La palette di colori scelti e l’aspetto degli elementi ambientali conferiscono un comparto estetico che non favorisce l’immersione di gioco. A ciò si aggiungono forti carenze dal punto di vista tecnico. La resa poligonale è bassa e non pare di trovarsi di fronte ad un gioco pensato per PS4, specie per ciò che riguarda le cut-scene, particolarmente vintage a voler essere magnanimi. Le animazioni dei combattimenti sono fluide, ma con elementi che sembrano non appartenere nemmeno alla passata generazione di console, come ad esempio la presenza di caricamenti ogni volta che si entra in un’ambientazione. Non si comprende in che modo venga sfruttata la potenza di calcolo della console.
Se dal punto di vista tecnico e artistico Rainbow Skies scricchiola, per ciò che riguarda i contenuti e la struttura del combat system ci troviamo di fronte a un titolo molto solido, seppur non del tutto innovativo. Una volta selezionate le formazioni di schieramento del nostro party, saremo pronti a combattere. Le arene degli scontri sono caratterizzate da griglie a scacchiera, all’interno delle quali personaggi e avversari potranno spostarsi e attaccare a turno, ognuno con diversi punti di movimento ed azione. L’ordine dei turni si può controllare grazie a un indicatore in alto a sinistra dello schermo, determinante per la buona riuscita di ogni duello. Le tipologie di attacco sono due: il classico danno o quello tramite abilità, diverso per ogni personaggio, che consumerà punti mana. Attraverso il menù dei combattimenti potrete scegliere di posizionare il vostro giocatore in difesa, utilizzare oggetti come pozioni curative, scegliere un talento, controllare il vostro status o addirittura darvi alla fuga. Interessante, a tal proposito, il fatto che i nemici uccisi lascino cadere un bottino con all’interno monete e pozioni: quando un tesoro occupa una casella gli avversari non potranno calpestarla, creando un’ottima opportunità per un’ulteriore difesa e rivoluzionando il campo di gioco. Dopo aver vinto un duello vi verranno assegnati dei punti esperienza e, per ogni level-up, gli eroi guadagneranno skill e bonus speciali. Le vittorie garantiscono anche pietre abilità di gradi diversi, utilizzabili per livellare specifiche caratteristiche come velocità, forza o fortuna. La personalizzazione dipenderà anche dalle armi e corazze ottenibili nei negozi o nei forzieri nascosti. Gli equipaggiamenti saranno migliorabili grazie ai fabbri, e ogni pezzo d’armatura avrà degli slot che potranno essere occupati da materiali che aggiungono bonus diversi ai personaggi.
Il gioco possiede anche una meccanica gestionale che ha a che fare con lo stomaco dei protagonisti: combattere a pancia piena fornirà bonus di vario tipo e agevolerà gli scontri. Tra le molte attività da svolgere, gestire la fame dei propri guerrieri può risultare frustrante: sotto questo punto di vista non c’è niente di meglio di una visita alla locanda che, al costo di qualche moneta, rigenererà salute, mana e appetito del trio. Il sistema di combattimento e di personalizzazione, in ogni caso, è davvero molto profondo: Rainbow Skies non è un titolo semplice da completare. Dovremo sempre tenere sott’occhio la gestione delle numerose statistiche dei componenti del party, e inoltre la difficoltà salirà gradualmente e inesorabilmente man mano che proseguiremo nell’avventura. Layne, Ashly e Damion non sono gli unici personaggi giocabili. Una meccanica molto interessante è quella delle uova di mostro: dopo aver sconfitto una tipologia di nemico, questo lascerà cadere un uovo che potremo covare presso un allevatore. Una volta schiuso, basterà recarsi nuovamente dall’allevatore e recuperare il “clone” amico. Inizialmente potrà unirsi al party soltanto una creatura ma successivamente, accumulando XP, riusciremo ad averne più di una da portare con noi. Questi esseri, oltre ad essere potenziabili, sono utilissimi in battaglia poiché abbiamo la possibilità di equipaggiarli con incantesimi di vario genere, ad esempio quelli curativi.
Per quanto riguarda la longevità, il titolo offre centinaia di missioni principali e secondarie che vi terranno impegnati per decine di ore, mentre ne occorrono circa trenta per completare la quest principale. Tra elementi gestionali e di personalizzazione, uova di mostro sempre nuove, esplorazione della mappa e tanto altro, la mole di contenuti è decisamente soddisfacente.