PlayStation VR – Recensione

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 7 minuti

E’ arrivata. La realtà virtuale, quella di Tron (e speriamo non quella di eXistenz), è arrivata sugli scaffali. In effetti la realtà virtuale più volte ha cercato di arrivare sul mercato, inutilmente purtroppo; ed è vero inoltre che Oculus Rift e HTC Vive sono in commercio già da un po’, mentre il PlayStation VR è arrivato una settimana fa. Ma allora perché questo dispositivo, meno potente dei suoi concorrenti e meno elaborato nei sistemi di tracking, riesce a fare comunque delle cose viste dalla gente come futuristiche e, senza ombra di dubbio, funge da starter per la generazione VR del gaming?

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PlayStation VR è un visore che esce al prezzo di 399.99€, e richiede per essere utilizzato la PlayStation Camera (69.99€): come sistema di controllo si può utilizzare sia il classico DualShock 4, sia i vecchi e poco amati Ps Move (prezzo 84.99€). Sommando tutti i costi, l’esperienza completa (giochi esclusi), va a costare 554.97€ (che diventano 500€ prendendo il bundle completo): un prezzo più basso di Rift e Vive, che richiedono oltre ad una cifra ben più elevata, anche un PC di alta fascia (che supera in termini di costi la somma del kit PSVR + PS4). Naturalmente, ciò che vi troverete davanti sarà un dispositivo inferiore in termini tecnici ai suoi competitor, ma che comunque tramite qualche escamotage risulta vincente e, soprattutto, colpisce la grande massa.

Playstation VR Showcase-3Il PlayStation VR monta uno schermo OLED da 5.7 pollici, che permette una risoluzione di 1920×1080 (il Full HD, che diventa all’interno delle lenti un 960×1080 per occhio). Ha una frequenza di aggiornamento che varia dai 90Hz ai 120Hz, e riesce a stare sotto i 18 millisecondi di latenza, limite per non causare gravi situazioni di motion sickness. Ha un campo visivo di 100 gradi (circa 10 in meno di Rift e Vive). Nella confezione base, oltre al visore, troverete i vari cavetti, necessari al montaggio, e l’unità di elaborazione esterna: questa scatola simile ad una Ps4 in miniatura, è la vera innovazione che permette al PlayStation VR di poter competere direttamente, anche se con specifiche inferiori, con i big della VR. Collegata alla PlayStation 4 tramite un cavo USB, oltre a fungere da pass-through per il segnale video della stessa console, contiene al suo interno una CPU, core centrale del lavoro di processing del segnale che, in conclusione, permette al visore di poter mostrare un’immagine con poca latenza, fluida e ben elaborata. Il VR verrà collegato con due cavi, tramite apposita prolunga, direttamente all’unità di elaborazione esterna: uno HDMI e uno proprietario.

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Ma tolta la lunga lista dettagliata delle specifiche, so qual è la domanda che vi ronza in testa: ne vale la pena? Spendere 500 euro per portarsi a casa un prodotto che potrebbe e non potrebbe essere utilizzato è un rischio grande (e il Kinect insegna). Per spiegarvi la mia opinione, prima vi faccio un breve discorso su cosa è la VR: stiamo parlando di un sistema che mai soppianterà il classico gaming, quello da pad in mano. Al contrario, probabilmente, si creeranno dei nuovi generi, oppure vecchi si reinventeranno, trovando quindi la sua nicchia di fruitori e la sua tipologia di esperienza. Per questo motivo, per vivere e sopravvivere, la realtà virtuale ha bisogno di giochi che la sfruttino a dovere, e Sony questo lo sa bene. Il parco titoli al lancio di PlayStation VR infatti, diventa un punto di forza fondamentale del visore, creando una possibilità molto ampia, al contrario di come successe con Kinect. Passando da Batman Arkham VR a Battlezone, da RIGS a Until Dawn: Rush of Bloods, molti titoli sono già pronti, accompagnati da esperienze VR che possono portarvi in nuovi mondi (ma che a differenza dei giochi, hanno una risoluzione inferiore). La forza dei titoli presenti fin da subito per PSVR sta proprio nel concept: per non far sfigurare ogni singola texture, gli ambienti rimangono molto cupi e chiusi, evitando uno spreco di risorse hardware, cosa molto intelligente da fare agli albori di una nuova tecnologia.

playstation-vr-1Naturalmente, il tutto è accompagnato da un sistema audio 3D (necessario per l’immersione in VR), sfruttabile tramite un qualsiasi tipo di cuffie mono jack, inseribili all’interno del controller del PSVR (piccolo dispositivo che permetterà di alzare e abbassare il volume, disattivare il microfono ed accendere il visore). Per bypassare invece il problema isolamento, tutte le immagini e i video che verranno mostrati nel visore, saranno proiettate anche sul vostro schermo. In fin dei conti, il problema di queste nuove tecnologie, così come ne parlammo già per la next-gen, non è il contenitore, che può essere una stupenda scatola decorata da lustrini o uno scatolone rovinato di cartone: il contenuto, vero protagonista artistico della game industry, è quello che può fare la differenza. Oculus Rift e HTC Vive hanno molte valenze, una delle quali è il gaming; PlayStation VR nasce per questo, per mostrare il videogioco a 360 gradi. La palla è passata adesso agli sviluppatori, che molto soddisfatti sono pronti a farci vedere cosa sapranno fare con questa tecnologia futuristica nelle proprie mani: e noi saremo qui pronti a recensire ognuno dei loro prodotti, in quanto copriremo tutta la programmazione gaming del PSVR. Restate sintonizzati quindi, la realtà virtuale è arrivata, e noi di Game Legends ci crediamo fermamente. Voi?

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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.