Si chiude un’era: il PlayStation Store, nella sua variante per PSP, cessa oggi di esistere, e con esso i giochi che contiene. O almeno, così sembrava prima che Sony facesse il tanto agognato dietrofront, salvando in corner alcuni dei contenuti inizialmente condannati a sparire per sempre dall’etere.
Cosa cambia, dunque? Se siete in possesso di una PSP, le sue funzionalità rimarranno comunque ancorate alla sfera offline: non avrete modo di accedere al marketplace, né per i giochi né per l’acquisto di DLC. Preparatevi a scandagliare come si conviene il sempre sorprendente mercato fisico in cerca degli Essentials, dunque.
Mentre però si pensava che, ora che il PlayStation Store su PSP chiude, i 35 giochi esclusivi alla console fossero destinati all’oblio, Sony ha aggiornato la propria versione. I titoli continueranno ad essere disponibili al grande pubblico, solo che lo faranno sui negozi online di altre piattaforme.
Il messaggio aggiornato sul sito di Sony recita: «Avrete ancora modo di acquistare, scaricare e giocare contenuti per PSP disponibili sui negozi di PS3 e PS Vita». Sarà dunque solo lo store in sé, almeno per quanto riguarda la prima piattaforma portatile PlayStation, a non essere più accessibile (con buona pace di chi opta per Rift Apart anziché L’altezza non conta).
138 esclusive, 35 delle quali su PSP, avrebbero dovuto sparire per sempre stando ai piani originari di Sony. Le cose (a furor di popolo) sono cambiate, e anche chi dispone solo di una PSP può comunque scaricare i giochi precedentemente acquistati tramite la funzione di lista dei download (e non solo).
I piani annunciati a marzo prevedevano una chiusura del PlayStation Store su PS3, PSP e Vita in estate, ma la reazione furente dei giocatori ha portato al dietrofront di aprile, in cui il numero di agnelli sacrificali è stato ridotto a uno. Quello della preservazione dei giochi è un tema scottante e sempre attuale, comunque.
Brittany Vincent di VideoGamesChronicle ha puntato il dito contro l’intera industria, in quello che è un «medium senza prezzo» che merita di essere archiviato. Il rischio di perdere titoli nel dimenticatoio, infatti, non se ne è mai andato, e la chiusura dei marketplace è solo uno dei tanti rischi del passaggio al digitale.