Persona 4 Golden, tra i tanti capitoli della serie, e di Atlus più in generale, è senza dubbio uno dei più amati di sempre. Questo non tanto perché era il primo che effettivamente approcciava un setting e una direzione artistica generale differente, che avrebbe poi spianato la strada a quell’altra meraviglia chiamata Persona 5, ma perché rendeva una linea narrativa che già funzionava bene, ancora più interessante.
Arrivato in Giappone nel 2008, quindi soltanto due anni dopo Persona 3, l’opera di Atlus divenne subito tra le più amate degli amanti dei JRPG, oltre che ad imporsi subito come un successo da parte della critica. Persona 4 Golden è una riedizione di quello stesso titolo, giunto sulla sfortunata PSVITA e rappresentando, per chiari motivi, uno dei giochi più belli presenti sulla portatile Sony. Siamo onesti, se PSVITA ha continuato ad esistere per più di qualche anno sul territorio giapponese è stato soprattutto grazie ai grandi JRPG. Tra questi c’era proprio Persona 4 Golden, che capitanava incessantemente le classifiche del PlayStation Store. Venne poi Persona 5, e da lì è storia.
La serie esplode in tutto il mondo e anche chi non amava il genere ha cominciato a interessarsi alle produzioni di Atlus. Va da sé che molti giocatori che non hanno potuto provare Persona 4 Golden su PSVITA stavano da tempo aspettando di poter recuperare un’opera tanto importante e che, sebbene giunse già nel 2020 su Steam con alcune rifiniture e la possibilità di scegliere tra la lingua inglese e quella originale giapponese, mancava un porting ad arte su console.
Persona 4 Golden diventa ancora più accessibile
Ebbene, quel giorno è finalmente arrivato, ora che Persona 3 Portable, Persona 4 Golden e Persona 5 Royale sono stati resi disponibili su tutte le console attuali, inclusa Switch, e aggiunti anche su Xbox Game Pass. Noi abbiamo avuto modo di provare la versione PC e Xbox, riscoprendo un’opera senza tempo in tutte le sue migliorie. Tra queste, c’è senza dubbio un visibile aumento della qualità delle texture e dei modelli in sé, sebbene resti ancora molto evidente che abbiamo tra le mani un titolo per PS2 con anni alle spalle.
Tuttavia, siamo rimasti piacevolmente sorpresi nel vedere come l’immagine più pulita riesca a donare una nuova vita al titolo, svecchiandolo sensibilmente e rendendolo molto più piacevole da giocare di quanto ci saremmo aspettati. Rispetto Persona 3 Portable che, come abbiamo detto, sente davvero tanto il peso degli anni, il porting di Persona 4 Golden risulta ad oggi un’esperienza assai più interessante e accessibile per tutti coloro che hanno giocato Persona 5 e vogliono scoprire a ritroso la serie.
Tra le altre novità abbiamo anche la possibilità di scegliere tra il doppiaggio in lingua inglese o giapponese, e una comodissima funzione di salvataggio rapido sempre disponibile e che riporta l’utente al menu principale. C’è anche l’aggiunta di un selettore del livello della difficoltà che non influisce sulla storia, ma risulta un ottimo modo per affrontare una sfida più impegnativa, quindi perfetto per chi aveva già giocato Persona 4 quando venne rilasciato inizialmente.
Persona 4 Golden finalmente in italiano
Parliamo quindi di introduzioni tanto importanti quanto utili, ma che non sono chiaramente un motivo fondamentale per spingervi a comprarlo quanto lo è una novità assoluta: per la prima volta, Persona 4 Golden è completamente tradotto in lingua italiana, subendo quindi lo stesso trattamento fatto a Persona 5 Royale. Siamo dell’idea che ogni titolo che dà grande importanza all’impianto narrativo, quali sono i JRPG in generale ma soprattutto i capitoli della serie Persona, necessita della traduzione dei testi in lingua italiana.
Questo non tanto perché in caso contrario sarebbe poco apprezzabile, ma perché poter leggere i dialoghi dei personaggi – fondamentali per apprezzare pienamente un’opera del genere – senza doversi impegnare troppo a tradurre mentalmente, è estremamente importante al fine di ottenere un’esperienza non troppo impegnativa.
Restiamo quindi dell’idea che Persona 4 Golden rimane un’opera da provare, sebbene capita di percepirlo più datato di quanto possa apparire. Parliamo infatti delle dinamiche e meccaniche del gameplay, incluso il combat system e l’esplorazione dei dungeon, che potrebbe far percepire molto il distacco dai canoni attuali, in special modo a chi aveva giocato Persona 5 per prima.