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Panic – Recensione, un salto dalla scogliera poco emozionante

Dopo The Wilds di Sarah Streicher e da Amy B. Harris, rispettivamente creatrice e produttrice esecutiva, Amazon Prime Video continua a muoversi nel territorio dei prodotti young-adult con Panic, una serie televisiva thriller tratta dall’omonimo romanzo della scrittrice statunitense Lauren Olivier, che si è occupata anche di adattare il suo racconto sul piccolo schermo. Panic ci porta a Camp, in Texas, una cittadina che nasconde al suo interno una particolare e pericolosissima tradizione.

Come vi abbiamo già anticipato in questa recensione, Panic è tratto dall’omonimo romanzo best-seller della scrittrice statunitense Lauren Olivier, celebre per aver realizzato numerosi libri distopici young-adult, ossia dedicati ad una fascia d’età che varia dai 13 ai 18 anni. Quest’ultimi sono stati tradotti in più di 35 lingue differenti, e sono stati in grado di conquistare il pubblico e la critica. L’autrice si occupata anche della scrittura degli episodi, trasportando le pagine del suo lavoro sul piccolo schermo grazie ad Amazon Studios, Glasstown Entertainment e Roth Kirschenbaum Films.

Panic promette di essere un’avventura avvincente e ricca di adrenalina, nel corso del quale gli spettatori verranno posti di fronte ad alcuni importanti quesiti. Cosa si è disposti a fare per riuscire a trovare un proprio posto nel mondo? Fino a che punto ci si può spingere per raggiungere i propri obiettivi e per lasciarsi alle spalle il proprio passato? La serie, composta da dieci episodi dalla durata di circa 50 minuti, arriverà sulla piattaforma streaming Prime Video a partire dal 28 maggio 2021. Abbiamo avuto la possibilità di vedere Panic in anteprima, ed ecco la nostra recensione. 

Panic: fino a che punto sei disposto a spingerti?

Come abbiamo già scritto all’inizio di questa recensione, Panic ci porta a Camp, in Texas, una semplice cittadina che per i giovani locali non sembra promettere un futuro particolarmente roseo. Per questo motivo, ogni estate, i neodiplomati si cimentano in una competizione segreta nel corso della quale si trovano costretti ad affrontare una serie di pericolosissime sfide a eliminazione. La posta in gioco è davvero alta, e ognuno sembra disposto a spingersi al massimo pur di portare a casa il montepremi. 

Chi arriva fino all’ultima sfida, infatti, ha la possibilità di vincere i soldi necessari per allontanarsi dalla città, sfuggire dal proprio passato e migliorare la propria vita. Questa, per molti ragazzi, viene considerata quasi come un’ultima possibilità. Non c’è da stupirsi se ogni anno sono sempre di più i ragazzi a partecipare alla competizione, pronti a mettersi in gioco pur di lasciarsi alle spalle la statica quotidianità di Camp. Anche Dodge Mason (Mike Faist), Heather Nill (Olivia Welch), Bishop Mason (Camron Jones) e Natalie Williams (Jessica Sula) fanno parte di questo numeroso gruppo che, inconsapevolmente, sta per affrontare una gara ancora più complicata e pericolosa del previsto. 

Panic
Quest’anno, infatti, la competizione è diventata più pericolosa e ai ragazzi viene chiesto di spingersi ancora oltre, superando i propri limiti e paure. Questo, oltre a rendere le sfide più difficili da superare, scatena nei partecipanti una rivalità più profonda, che si manifesta spesso in scontri violenti e minacce. La situazione, sempre più difficile da controllare, attirerà presto l’attenzione delle forze dell’ordine, intenzionate a porre fine alla folle gara e a condannare i suoi organizzatori.

Come vi abbiamo già anticipato in questa recensione, Panic si focalizza su quattro personaggi principali, mostrandoci le debolezze, le difficoltà e i problemi che si troveranno costretti ad affrontare. La situazione peggiore sembra viverla Heather, un’aspirante scrittrice dal carattere introverso che, inizialmente, non sembra interessata a partecipare alla gara. Il suo obiettivo, infatti, è quello di poter alimentare la sua passione, in modo da poterla rendere il suo futuro. Ma tutto cambia quando sua madre spende i risparmi che stava tenendo da parte per il suo sogno. Questo la spingerà a competere con gli altri. Ma fino a che punto saranno pronti a spingersi?

Panic: un vero e proprio salto nel vuoto

Nonostante le intriganti premesse, il risultato finale ci presenta un prodotto piuttosto deludente, che non cattura mai l’attenzione degli spettatori. L’inizio particolarmente lento non riesce ad aiutare, e si pone quasi come un limite da riuscire a superare per continuare la visione. In questa recensione di Panic è opportuno puntualizzare che, anche se l’opera prende tutti gli elementi tipici dei titoli young-adult, lo show fa molta fatica a ingranare e a dare lo spazio necessario ai personaggi per crescere e raggiungere il pubblico. Un approccio sbagliato, soprattutto considerando che è proprio una delle caratteristiche principali del genere.

Panic

Panic è dunque una serie televisiva che inciampa nel suo genere di riferimento, cadendo in stereotipi e generalizzazioni. Quel tutto dalla scogliera iniziale, che si presenta quasi come un inno al coraggio, culmina con un vero e proprio salto nel vuoto più totale. Nel corso dei suoi episodi, infatti, lo show non ci offre molto a cui pensare, e gli elementi che prova ad analizzare sono lenti, banali e trascurabili. Non mancano alcuni risvolti narrativi interessanti, incentrati principalmente intorno ai personaggi principali. Quest’ultimi vengono effettivamente spinti, seppur superficialmente, ad una crescita interiore e personale. Il risultato finale, tuttavia, convince veramente poco e ci mostra un prodotto altalenante, che riesce davvero in poche occasioni a catturare l’attenzione degli spettatori. Se siete alla ricerca di gustose novità nei lidi di Amazon Prime Video, insomma, vi consigliamo di guardare altrove.

Panic

5

Tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice statunitense Lauren Olivier, che si è anche occupata di adattare il suo racconto sul piccolo schermo, Panic non raggiunge il risultato sperato ma, anzi, ci offre una storia altalenante, che non riesce mai a catturare completamente l’attenzione degli spettatori. Panic inciampa nel suo genere di riferimento, e gli unici momenti interessanti della serie sono quelli che vanno ad analizzare, anche se in maniera superficiale, il lato psicologico dei personaggi principali. Un salto nel vuoto deludente, che non lascia molto dietro di sé dopo la sua visione.

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