Overwatch 2 – Recensione, la nuova era degli Eroi è qui

Dopo aver messo mano su Overwatch 2 per molteplici ore vogliamo approfondire l'esperienza di casa Blizzard nel corso di questa recensione.

Andrea Pellicane
Di Andrea Pellicane Recensioni Lettura da 9 minuti

Era il 2016 quando Overwatch si trovava a vincere il suo Game of the Year, innovando un genere e portandolo all’ennesima potenza, con un premio a dir poco meritato. Da quel momento di gloria da parte di Blizzard abbiamo visto la qualunque, compresa una tentata acquisizione da parte della divisione Xbox non ancora completata, con anche l’annuncio di Overwatch 2 nel mentre. Un sequel non sequel che offrirà delle novità sotto vari punti di vista e che risulterà gratis per tutti, e che dopo il rilascio del 4 ottobre 2022 abbiamo avuto la possibilità di provare con mano, seppur manchi ancora totalmente la modalità storia, che potrà in futuro essere acquistata separatamente dai giocatori interessati. Vediamo quindi in recensione quali sono le potenzialità del titolo emerse, tra partite e nuovi menù.

Overwatch 2

Quello che è stato… e quello che sarà

Prima di incominciare l’analisi di Overwatch 2 parlando di ciò che il progetto è – e si spera sarà – è bene porre alcuni paletti e discutere di come l’intera esistenza del progetto sia strana. Per quanto infatti dopo una confusione generale lo sviluppatore abbia dato un’impronta alquanto chiara al titolo, c’è da dire che di casi simili non se ne sono visti molti. Non è evento di tutti giorni avere a che fare con un gioco che nasce obliterando il suo predecessore e con la formula free-to-play, al contrario di quest’ultimo, che richiede un numero di telefono per giocare (non per tutti almeno, dopo alcuni cambiamenti), e che nonostante il “2” stampato in copertina offre un’esperienza quanto mai simile e già vista, per quel che concerne il multiplayer.

Eppure ci troviamo davanti proprio questo, proprio Overwatch 2, e seppur queste parole potrebbero sembrare pessimiste, in realtà abbiamo a che fare con un potenziale goal al novantesimo, quando tutto stava per essere perduto. Per salvare il GOTY del 2016, per qualche motivo quasi abbandonato nel corso degli anni da Blizzard, e di sicuro non trattato col rispetto che meritava dopo gli ottimi risultati ottenuti, probabilmente non c’era molto altro da fare.

Overwatch 2

Seppur mettere d’accordo tutti con una manovra di questo tipo sia impossibile, e che non arrivare a questo punto sarebbe stata la scelta migliore, riprendere in mano il titolo con dei semplici aggiornamenti sarebbe stato a dir poco difficile, e di sicuro il proverbiale punto e accapo simboleggiato dal secondo capitolo è un’ottima trovata.

Al momento non sappiamo se il gioco riuscirà ad avere il successo sperato, ma siamo fiduciosi del fatto che anche nel caso in cui le cose andassero male, lo sviluppatore potrà trovarsi fra qualche mese o anno a dire “abbiamo fatto ciò che poteva essere fatto“, visto che in realtà non è facile avere idee migliori di questa per salvare il progetto. Che sia chiaro fin da qui però, le potenzialità per far rinascere quest’avventura ci sono tutte, e anzi questa scommessa sembra nelle prime fasi vincente. Ma quindi, cosa è davvero cambiato, e in che modo Overwatch 2 potrà riportare in battaglia gli Eroi dopo tutte le problematiche affrontate negli anni e lo scarso supporto?

Fra novità e contenuti

In soldoni, possiamo quindi considerare (e analizzare) Overwatch 2 come una grossa patch di bilanciamento, e una rivisitazione del sistema di economia in-game. Quest’ultimo è stato senza ombra di dubbio peggiorato dalla necessità di acquistare con valuta reale molti cosmetici e da un pass battaglia particolarmente pedante e poco stimolante nel completamento, ma d’altro canto ora chiunque può entrare a giocare senza mettere mano al portafoglio.

Il gioco per rinascere vuole aprirsi a potenzialmente qualunque giocatore, e quindi delle necessità di guadagno fra skin e contenuti – per fortuna solo accessori – sono quindi da sopportare, e anche se sarebbe stato possibile fare di meglio, tutto sommato Blizzard è stata molto rispettosa nei confronti dei giocatori che hanno già vissuto l’esperienza base.

Overwatch 2

Il bilanciamento, come già approfondito nella nostra anteprima, si basa innanzitutto sull’abbandono della formula 6vs6 per partite classiche (non classificate) e competitive, in favore di un 5vs5 maggiormente gestibile, fra lobby, gruppi di utenti e bilanciamento generale. Dopo molte ore in-game possiamo confermare che nonostante delle sensazioni ambigue all’inizio, almeno per chi ha passato altrettanto tempo nel primo capitolo, ci si rende conto di come il tutto fornisca la giusta boccata d’aria fresca, e ci si trovi quindi a vivere delle partite un pelo meno frenetiche e “coi piedi per terra”. La presenza di un solo tank a team fornisce poi pepe al tutto, dando meno sicurezza a chi non prende in mano questo ruolo e meno potenza a chi lo fa, evitando nella maggior parte dei casi degli sbilanciamenti che si sono sempre visti nel corso degli anni. Addio alle infinite serie di scudi fra Reinhardt, Orisa, e un Bastion nel mezzo: ora le difese sono preziose e da gestire con molta più parsimonia.

Quasi tutti i personaggi hanno visto dei grossi cambiamenti sul proprio fronte, fra rework e nuovi stili, skin, e addirittura un cambio di ruolo per Doomfist, il quale sembra ora aver trovato la sua casa come tank assaltatore, assieme alla nuova Junker Queen, rendendosi perfetto per questo specifico ruolo.

Abbiamo già avuto modo di parlare di Sojourn nella nostra anteprima del titolo, e vogliamo confermare che il gameplay del nuovo supporto, Kiriko, è davvero scoppiettante come sembra. Mentre il divertimento infinito che forniva il primo capitolo è quindi rimasto invariato, se non aumentato in alcuni frangenti, abbiamo vissuto un’esperienza pronta a fornire maggiori emozioni anche per quel che riguarda il comparto competitivo, anche se c’è ancora una volta da notare la carenza di sufficienti modalità competitive (con quelle accessorie che compensano solo in parte). Poco da fare, ancora una volta i giocatori sono costretti a sottostare a questa scelta, sperando che ci siano delle migliorie in tal senso nei prossimi mesi.

Ventata d’aria fresca su schermo

Gli ultimi cambiamenti di cui vogliamo parlare prima di passare al nostro giudizio riguardano il nuovo comparto grafico di Overwatch 2, leggermente diverso (per quanto inevitabilmente figlio) di quello del primo Overwatch, con rifiniture qua e là che fanno senza ombra di dubbio piacere, sia per quel che riguarda gli Eroi, sia per le mappe, sia per le possibilità a cui le skin arrivano. Troviamo infatti adesso opzioni piuttosto elaborate che invogliano a procedere con l’acquisto del Pass Battaglia, come ad esempio il nuovo Genji Cyberdemon.

Da non scordare la nuova interfaccia utente, meno pasticciata e pronta a offrire indicazioni più utili quando ci si ritrova nelle decine di azioni all’ultimo respiro a cui l’esperienza targata Blizzard sottopone, proprio come il sistema di ping, in realtà ancora acerbo, ma forse pronto a maturare mentre i giocatori impareranno a padroneggiarlo. Di sicuro ulteriori passi in avanti si potranno fare in futuro, ma possiamo confermare che con un’ottimizzazione su PC migliorata e con tutte le novità appena elencate, assieme a un piccolo salto tecnico da parte del nuovo titolo, la compagnia non si è sprecata nel rifinire l’esperienza.

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Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.