Benvenuti nella recensione di NieR Reincarnation, spin-off mobile ambientato nell’universo narrativo creato da Yoko Taro. Il gioco appartiene al genere gacha, nonostante sia caratterizzato da alcuni elementi tipici dei giochi di ruolo. Dietro lo sviluppo troviamo proprio il creatore della serie NieR, con Square Enix che si è occupata della pubblicazione e Applibot che ha invece portato avanti lo sviluppo. Ma cosa si nasconde dietro questo nuovo mondo? Scopritelo continuando a leggere la nostra recensione di NieR Reincarnation.
Un viaggio tra i ricordi
La trama di NieR Reincarnation sembra piuttosto chiara fin dall’inizio. In-game impersoneremo infatti i panni di una ragazza ritrovatasi senza ricordi e senza voce. Per questo motivo saremo accompagnati da “Mama” attraverso dei mondi che ci permetteranno di ricordare cos’abbiamo perso, il tutto al fine ultimo di recuperare la nostra voce. Ovviamente, tutta la storia del nostro personaggio verrà mostrata man mano che progrediremo nel gioco, dato che comunque la storia tratta principalmente il tema della “memoria”.
Infatti, all’inizio dell’avventura non sapremo neanche in quale luogo ci staremo muovendo, è sarà solo grazie a Mama – una sorta di fantasmino che non ci perderà mai di vista – che scopriremo di essere finiti in quella che viene chiamata come The Cage, La Gabbia in italiano. Una trama piuttosto semplice ma che al contempo riesce a intrigare, presentando di tanto in tanto anche alcuni spunti particolarmente interessanti e potenzialmente capaci di far riflettere, così come accade in quasi tutti i giochi del franchise NieR.
Poco da fare
NieR Reincarnation non si basa su un gameplay spiccatamente action – com’era invece per gli altri capitoli della saga -, un netto cambiamento dettato soprattutto dalla piattaforma sulla quale stiamo giocando, ovvero dispositivi Android e iOS. quello che ci troveremo tra le mani sarà infatti un prodotto che, come spesso accade su smartphone, si “gioca da solo”. Dovremo solo muoverci e durante i combattimenti avremo alcune abilità da poter attivare, ma solo quando il cooldown sarà finito. Gli attacchi standard verranno eseguiti in modo automatico dai vari personaggi del party, il tutto per dar forma a un vero e proprio auto-battler. Certo, è innegabile che il combattimento appaia solido, ma al contempo bisogna anche ammettere che la noia potrebbe velocemente bussare alla porta di chi deciderà di lanciarsi in questa nuova avventura, soprattutto se abituati a titoli decisamente più votati all’azione.
Durante la nostra avventura ci ritroveremo davanti alcune armi sospese in aria, e ognuna di queste sarà collegata a un ricordo, raccontato visivamente da un mondo monocromo e in due dimensioni. Queste sono indubbiamente le fasi più piacevoli di tutto NieR Reincarnation, non tanto per il gameplay o per altri elementi legati strettamente a esso, bensì per il semplice impatto che dà vivere una piccola esperienza in un mondo completamente in rovina, malinconico e, sotto un certo punto di vista, angosciante; un qualcosa che a onor del vero abbiamo visto raramente in produzioni pensate per dispositivi mobile.
Proprio a causa della sua natura “smartphoniana”, NieR Reincarnation si configura come un gacha e, nonostante a volte questi possano rivelarsi davvero gradevoli – basti vedere il successo di Genshin Impact -, nel caso di NieR Reincarnation non è proprio il meglio che si possa desiderare. Infatti non di rado vi capiterà di rimanere bloccati ed essere costretti a ripetere la stessa missione più e più volte, un espediente necessario per far ottenere al vostro party sufficiente esperienza – rappresentate da alcune stelle – per poter proseguire nella storia, un elemento che frena pesantemente lo scorrere della sceneggiatura.
La componente gacha del gioco diventerà poi ancora più pressante in specifiche fasi caratterizzati da picchi di difficoltà artificiali potenzialmente capaci di tenervi impegnati per intere ore. Inoltre, nonostante in NieR Reincarnation si respiri l’aria di un “NieR”, il fattore gacha può spezzare l’armonia creata da una serie di elementi, visto che il gioco vi ricorderà costantemente che utilizzare i vostri sudati risparmi vi aiuterà a velocizzare tutte le fasi di grinding.
Estetica di spessore
NieR Replicant è un vero e proprio capitolo di NieR e questo non lo si capisce solo dall’estetica, bensì anche dal mood che vuole trasmettere tramite la sua colonna sonora, incredibilmente malinconica ma al contempo capace di accompagnare splendidamente il giocatore. Per quanto riguarda il comparto tecnico, questo si è rivelato a dir poco peculiare poiché caratterizzato da una struttura a tre dimensioni che però, nelle fasi in cui si entra nei “ricordi”, passa a un 2D davvero gradevole. Le animazioni e le strutture appaiono ben realizzate e durante la nostra prova, eseguita su uno Xiaomi Mi 9T, non abbiamo riscontrato bug, glitch o stuttering di nessun tipo.
Certo, si vede che l’unico altro personaggio che è presente nella storia, Mama, è lì solo per parlarci così da evitare ore di camminate nel più totale silenzio, ma la scelta appare giustificata per avvicinare tutti quegli utenti che cercano un’esperienza il quanto più vicina possibile alle altre produzioni di Yoko Taro. Peccato solo che questa a volte risulti davvero logorroica senza alcun motivo, anche per le notifiche che invierà al vostro smartphone nel caso in cui non stiate giocando al titolo da almeno 48 ore. Insomma, se avessero mantenuto l’anima di NieR senza trasformarlo necessariamente in titolo alla portata di tutti, forse i fan lo avrebbero trovato maggiormente intrigante, ma ciò avrebbe al contempo allontanato fin troppi utenti.
Ma quindi vale davvero la pena provarlo? Come avrete forse capito leggendo la nostra recensione di questo Nier Reincarnation, la nostra risposta è sì, visto che è comunque collegato a NieR e potrebbe essere anche un modo per avvicinarsi al mood del franchise, un possibile primo passo per poi provare i capitoli disponibili su console e PC, quindi NieR Replicant o Automata. Se li avete già giocati, invece, potrebbe essere un ottimo modo per avere in tasca un piccolo mondo malinconico che già conoscete, con una storia completamente nuova affiancata da alcuni volti noti