Nella tana dei lupi 2 – Pantera è il seguito diretto agli eventi che abbiamo visto nel primo capitolo, anch’esso che vedeva Christian Gudegast alla direzione. Il regista statunitense è noto per il genere action, e ha diretto pellicole come Il Risolutore (con Vin Diesel) e Attacco al Potere 2, con protagonista lo stesso attore del film di oggi, Jerard Butler, seguito da O’Shea Jackson Junior. In questa recensione vedremo come nulla è ciò che sembra, e il “lupo perde il pelo ma non il vizio”.

Un lupo tra le pantere
Big Nick (Jerard Butler) è alla deriva: il poliziotto sotto copertura affronta il fallimento di un matrimonio, amicizie sparite e, in generale, si domanda se abbia o meno sprecato gli anni della sua vita, vivendo sotto le mentite spoglie di un altro. Tutto cambia quando un famoso gruppo di criminali inizia a far parlare di sé, e la polizia europea non sa che pesci prendere: i Pantera organizzano un colpo da maestri, confermandosi come alcuni tra i migliori criminali della storia.
Nel gruppo delle pantere si aggiunge Donnie Wilson (O’Shea Jackson Junior) il quale riesce ad ottenere la fiducia dei ladri professionisti, essendo anche lui un noto criminale internazionale, specializzato in colpi sotto mentite spoglie: il team inizia un processo di insediamento al World Diamond Center per rapinare il posto più sicuro d’Europa.
Nick viene chiamato dalla polizia francese per indagare sul caso, ma siccome si rende conto fin da subito che il suo ex-migliore amico è coinvolto – e siccome lo ritiene in debito con lui – decide di mentire alla polizia e di allearsi con le Pantere per mettere a segno il colpo del secolo. Non andremo oltre circa la trama del film, ma come avrete intuito, il lupo perde il pelo ma non il vizio: Nick dovrà vivere un periodo complesso, fatto di menzogne, luci ed ombre il cui confine sarà labile il più delle volte.

Da action ad heist
Il cambio di passo de Nella tana dei lupi 2 – Pantera non si sente da subito nel film: il regista, Christian Gudegast, ci dipinge un mondo introspettivo, diverso dal mondo muscolare del primo capitolo, con una cornice nettamente più complessa, ovvero quella del World Diamon Center che assicura un comportamento estremamente più formale dei protagonisti, abbandonando quella sensazione da “il duro del Roadhouse” che permeava la precedente pellicola. Il cambio di passo è ben riuscito e, senza alcun dubbio, possiamo già annoverare questo capitolo come il “secondo tempo” di un film che è già cult nel genere di appartenenza.
Jerard Butler non delude mai, sebbene in questo suo ruolo lo troviamo diverso, più simile a Russel Crowe ne Il Giorno Sbagliato o in Poker Face, costruendo una persona sull’orlo di una crisi di nervi, autolesionista e con una piccola vena di autosabotaggio che sembra infliggersi per espiare una colpa insopportabile. Il Nick di Butler è un uomo che difficilmente si dimentica, anzi, che ricorderemo nella storia degli hiest movie da qui in avanti.
O’Shea Jackson Junior è cresciuto molto e in questo film lo vediamo interpretare due ruoli: il criminale spietato e disonesto, capace di mostrare i denti quando serve nel gruppo delle pantere, e l’uomo più mite e gentile che si occupa della compravendita dei diamanti all’interno del lussuoso mondo che frequenta. Credibile in entrambi i casi, sebbene in alcuni momenti sembra di avere a che fare con un ragazzino, che deve ancora fare il suo salto di qualità definitivo.
Nota a margine e del tutto italiana per Salvatore Esposito: l’attore e scrittore nostrano interpreta Slavko, un criminale freddo e spietato. L’accento italiano non glielo leva nessuno (in lingua originale si sente) ma è quel gusto piacevole all’interno di un panorama dove l’Italia viene rappresentata al meglio sia dalla sua presenza, sia da quella della Mafia che però non vi sveleremo tra queste righe.

Pantere o Lupi?
Nella tana dei lupi 2 – Pantera è un film complesso, intrigante e leggero ad un primo impatto, ma profondo e riflessivo quando si scende (letteralmente) nei dettagli sia del colpo che abbiamo visto, sia nel profondo dei personaggi che s’avvicendano nella pellicola. Abbiamo accennato alla presenza della Mafia italiana nella pellicola che, sebbene non sia protagonista, fa da sfondo all’azione facendoci credere che ci sia una sorta di Grande Fratello che decide le sorti di tutto e tutti.
Il film è stato venduto forse male, in stile action quando di fatto l’azione vera e propria è ridotta al minimo, a favore di una sensazione di oppressione più evidente e pressante: il brivido che scorre mentre si vive il colpo al World Diamond Center è palpabile, lo senti tutta sotto la pelle e ti fa sembrare di essere assieme a loro, costretto in quei corridoi a fare di tutto per portare a termine il tuo compito. È un film che ricorderemo, indubbiamente e che, nonostante sia un capitolo successivo, può benissimo essere goduto senza aver visto il primo.