Non si può dire che quello di Need For Speed sia un brand come gli altri, perché anche se con molti anni sul groppone è riuscito ripetutamente a rinnovare ed innovarsi, con tutti i crismi del caso. Chiaramente non tutte le uscite che si sono susseguite nel mercato si sono rivelate dei veri successi, alternando validissimi titoli a dei flop clamorosi. Con Need For Speed Payback, nuovo capitolo della serie affidato da EA alle sapienti mani dello studio Ghost, arriviamo ad avere in mano un titolo che cerca di riunire sotto un unico tetto tutte le features migliori che hanno contraddistinto il marchio durante i suoi gloriosi anni di vita. Nascono così Fortune Valley (ispirata allo stato del Nevada) e Silver Rock una underworld sotto la falsa riga di Las Vegas dove i casinò, i criminali, e la polizia stessa sono controllati da una sola organizzazione: La Loggia. Con l’arrivo nei negozi del titolo in questi freddi giorni, ci godremo l’asfalto bollente.
Tutto è concesso
… ed il tutto, è davvero tanto. Anche se a livello di contenuti ci troviamo esattamente nella media, basteranno poche ore di gioco per rendersi conto di quante porte riesca ad aprire contemporaneamente Need For Speed Payback. Prima di tutto il comparto narrativo: dopo la parentesi dell’ultimo NFS dove ci siamo trovati a vivere per l’ennesima volta la storia del novellino prodigio capace di fare qualsiasi cosa meglio degli storici esperti del settore, vivremo finalmente una storia raccontata con dei veri protagonisti, con le loro identità, particolarità fondamentale. Per la prima volta in assoluto noi non impersoneremo un solo pilota, ma ben tre, con delle specialità e dei ruoli specifici, con un’importanza decisiva ai fini della banda. Esatto, noi saremo la banda. Ovviamente tra i tre c’è comunque colui che viene trattato da protagonista principale, ma non in modo così marcato da andare a coprire a livello di sceneggiatura tutto il resto. Concludendo, sappiate che a muovere finalmente gli eventi con una motivazione più che valida, sarà la vendetta. Il resto, scopritelo da voi!
Ma dov’è questo tutto? La premessa narrativa andava ovviamente creata, perché il proseguire della trama è strettamente legata alle attività che ci verranno proposte nella sterminata mappa di Fortune Valley. Come già anticipato, ogni nostro pilota avrà la sua specialità, e con essi potremo partecipare solamente ad alcuni tipi di competizione: Tyler sarà il velocista, che potrà gareggiare nelle corse sprint e circuito, e partecipare alle gare di accelerazione; Mac sarà il nostro showman, derapate e fuoristrada sono roba sua; Jess invece è l’artista delle fughe, e il suo contributo sarà indispensabile. Ci saranno però le missioni vere e proprie che tra un blocco di gare e l’altro ci faranno procedere con la trama principale, e nelle quali controlleremo in alternanza più di uno dei nostri piloti. Oltre ad essere dannatamente idoneo al “cinema style” che si è voluto creare, il susseguirsi delle varie fasi in queste missioni è molto dinamico e mai pesante (e ricordiamo che questo tipo di missioni sono adrenalina pura). Per la prima volta dopo molto tempo infatti, Need For Speed Payback ci porta a vivere un’avventura che riesce con criterio ad unire le corse spericolate a una trama che negli svolgimenti strizza l’occhio alla serie Fast & Furious, e che più di ogni altra cosa risulta divertente spronando il giocatore a continuare.
Non finisce qui! Per la mappa sono inoltre sparse delle attività che riprendono molto quelle che siamo stati abituati a svolgere nelle ultime uscite, come salti mozzafiato, sessioni di velocità, passaggi agli autovelox, sfide con piloti nomadi, collezionabili (cartelloni da distruggere e chips da gioco da raccogliere), e catorci da trovare e far tornare dei veri bolidi. Queste però non avranno il semplice ruolo di appagare moralmente i completisti, ma le stelle ottenute saranno necessarie, ad esempio, a sbloccare delle parti per personalizzare i vostri veicoli nel garage! Insomma come longevità Need For Speed Payback vi regalerà davvero moltissime ore, e non è affatto esclusa la rigiocabilità.
A proposito… Avete notato che si è tornati a correre anche alla luce del sole?
La sala dei bolidi
Come i propri piloti, anche le automobili che acquisteremo saranno disponibili solamente per un tipo di competizione, che sceglieremo in base al rivenditore che stiamo visitando: le auto acquistate infatti adotteranno uno speciale assetto che le rende perfette per una data competizione, con la possibilità di personalizzarlo ulteriormente con un live tuning direttamente su strada (non in gara!). Ed ecco quindi che ci si apre di fronte la possibilità di riempire il nostro garage di vetture di ogni tipo, con assetto e caratteristiche diverse: preparatevi a raggiungere velocità pazzesche con le auto da corsa, a salti incredibili con le off road, o a impennare come cavalli imbizzarriti con le auto da accelerazione! Questo però si ripercuote sul vostro stile di guida: ogni singola categoria avrà bisogno del suo personale approccio, e di conseguenza dovrete essere molto abili ad adattarvi (una gara sprint con una macchina da corsa è TOTALMENTE differente da una gara sprint con una macchina da accelerazione).
A cambiare in modo radicale invece è il tuning vero e proprio delle nostre auto, che per la prima volta si basa maggiormente sulle “marche” dei pezzi che andremo ad acquistare. Ogni volta che vinceremo una gara infatti, saremo premiati con una “Speed Card” che nasconderà un determinato pezzo dell’auto. Queste carte possono comunque essere comprate a suon di cash nelle varie officine disseminate nella variegata Fortune Valley: esse hanno vari livelli, che ovviamente ne definiscono anche la qualità, e alcune di loro conferiscono inoltre uno o più bonus oltre al miglioramento di base (accelerazione, nitro, salto e così via), e avremo un ulteriore bonus se riusciremo a combinare in modo perfetto le marche dei vari pezzi. Fidatevi, è molto più facile farlo che spiegarlo.
La guida e il rispetto
Una delle cose che davvero mi ha sorpreso giocando Need For Speed Payback, è stato come anche i personaggi secondari come i capi delle crew, anche se non li vediamo mai in viso, riescano a dire la loro: carismatici con quei pochi commenti durante e prima delle gare, ma che in particolar modo ci rimarranno impressi per la loro sportività. Non sottovalutiamo tutto ciò, perché sul piano narrativo siamo esattamente in linea con la filosofia di tutta la Fortune Valley e le sue varie sfumature: correre liberi. Non c’è perciò da sorprenderci se… no, niente spoiler. Altra cosa che va a marcare con prepotenza la linfa vitale della calcomania di Las Vegas, è la possibilità di scommettere prima di ogni gara, riuscendo a rispettare delle particolari condizioni di sfida: di certo un buon modo per far gonfiare il portafogli, che tra modifiche ed automobili finirà per prosciugarsi molto in fretta.
Rimandato con lode
Con il titolo di questo paragrafo mi riferisco solamente a un comparto particolare di Need For Speed Payback, e non all’interezza del buonissimo titolo di Ghost. Come avrete capito mi riferisco a quello tecnico. Se da un lato il titolo offre freschezza, dinamicità, varietà e longevità, dall’altro va a incepparsi spesso, specie nella gestione dei garage stessi, dei viaggi rapidi, e di alcuni bug che si presentano durante i caricamenti di alcune missioni o subito dopo (tipo persone fluttuanti, o telecamera sbagliata). Cali di frame rate? Non avvengono spessissimo, ma ci sono, e in un paio di casi non se ne riesce a comprendere il motivo. Il lavoro svolto dunque con il Frostbite Engine è buono solo per metà e sembra davvero strano che alcuni difetti di questa portata non siano venuti alla luce molto prima della pubblicazione.
Anche la fisica degli impatti è da rivedere: buonissima e spettacolare quella contro le altre vetture, ma molto spesso goffa e innaturale quella con le parti ambientali (ve ne accorgerete in particolar modo se la nostra auto inizierà a capovolgersi). Di innaturale c’è anche il controllo dell’automobile in volo… ok, parliamo di un titolo che spinge molto sull’acceleratore dell’arcade, ma sterzare e girare l’auto in volo stile Millennium Falcon è un pochino esagerato anche per questo. Non finisce qui purtroppo, dettagli grafici buoni principalmente per automobili e personaggi, ma che peccano molto in tutto l’envoirement. L’IA è molto aggressiva, in particolar modo se impostiamo la difficoltà al massimo, e compie alcune azioni totalmente a nostro discapito piuttosto che al vantaggio del singolo nemico.
Il comparto sonoro si difende bene: ottimi gli effetti per i motori e per gli impatti, ma con un doppiaggio in italiano che si colloca a metà tra il buono e lo sterile, anche se vi accostiamo nomi altisonanti come ad esempio Claudio Moneta per il nostro meccanico di fiducia. La colonna sonora racchiude alcuni pezzi davvero importanti – con grandi nomi come i Queens Of the Stone Age – la quale selezione è anche dettata dal tipo di gara che stiamo correndo (per esempio la traccia italiana di Salmo fa capolino nelle gare di derapata). Inutile dire però che a livello di varietà e qualità non ci avviciniamo neanche lontanamente al lavoro perfetto fatto con il reboot di Need For Speed Most Wanted di qualche annetto fa, dove già il video iniziale con i Muse faceva venire la pelle d’oca. Al netto di tutto, allora dov’è la “lode” citata nel titolo? Nel fatto che tutto ciò, a parte i cali occasionali, riesce a influire solo marginalmente sull’esperienza di gioco complessiva di Need For Speed Payback.