Napoleon – Recensione, Ridley Scott ci riporta nella Francia del 1700

Recensione di Napoleon di Ridley Scott con Joaquin Rafael Phoenix, un film a metà: la versione integrale sarà su Apple TV+ con 142 minuti extra.

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 8 minuti
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Napoleon

È indubbiamente difficile accingersi a recensire un film come Napoleon, di Ridley Scott. In primo luogo perché davanti a noi ci sono non uno, ma due mostri sacri del cinema, e ci riferiamo tanto al regista, quanto all’attore davanti alla cinepresa, Joaquin Rafael Phoenix. In secondo luogo, ma non meno importante ostacolo, sono i minuti di durata: Ridley Scott come sappiamo non è un regista che lascia le cose al caso, infatti già in passato con Le crociate – Kingdom of Heaven vedemmo diversi minuti di differenza tra la versione cinematografica e quella home video (di fatto non c’erano le piattaforme).

Quello che sappiamo per certo (e che vivremo in questa recensione) è che questo film ha due versioni: la prima, quella cinematografica che dura 2 ore e 38 minuti mentre la seconda che uscirà, successivamente sulla piattaforma Apple TV+, durerà 4 ore, ben un’ora e ventidue minuti di differenza.

Un giovane ambizioso

Napoleone Bonaparte è un giovane capitano francese integerrimo, spietato, e in generale un uomo dalla “battaglia facile”: uno stratega militare sopraffino (talvolta aiutato dalla fortuna, questo è chiaro) e un uomo pronto a tutto pur di raggiungere i suoi obbiettivi.

Siamo nella seconda metà del 1700 e la Francia è immersa in diverse problematiche sociali. Il Terrore, ovvero la legge para-marziale della Ghigliottina a chiunque non sia d’accordo con il partito che domina lo stato, controllato da Robespierre, sta facendo più male che bene al paese.

In questo scenario, oltre a strabilianti vittorie sul campo di battaglia (che non disdegna di calcare con la spada sguainata), Napoleone ottiene consenso politico, e inizia a scalare i ranghi del proprio reggimento, finché non diventa la massima carica del suo esercito. Tutto era sotto il suo controllo eccetto una cosa inattesa: un amore folle, scellerato e altrettanto intenso per Giuseppina, una vedova di nobile famiglia che gli rapirà cuore e mente.

Non staremo qui a parlare di come si svolge la vita del protagonista di Napoleon, è storia conosciuta e non ha certo bisogno della nostra disamina, ma quello che possiamo certamente dire è che gli eventi storici che caratterizzano la vita di questa leggenda sono tutti presenti, e ben impressi sulla celluloide, sebbene in alcuni casi avremmo voluto vedere altro, ma ci arriveremo.

Imperatore o giullare?

Napoleon di Ridley Scott è un film indubbiamente biografico, reso tuttavia brutalmente didascalico e poco empatico: in 1492 – La conquista del paradiso (dello stesso regista) ci siamo sentiti anche noi accanto a Colombo, quasi fossimo a bordo delle 3 caravelle, e nel già citato Le crociate – Kingdom of Heaven siamo stati tutti accanto a Baliano di Ibelin, vivendo il suo dolore e la sua rinascita spirituale. Purtroppo in Napoleon tutto questo non succede.

Siamo succubi di una telecamera che imperversa nella vita del protagonista, quasi fossimo all’interno di un Grande Fratello di fine ‘700, ricco di battute, momenti tanto distopici quanto esilaranti.

Tutto è ridotto a mere date che compaiono al lato dello schermo, saltando talvolta decenni dalla scena precedente. Magari Napoleone stava amoreggiando, e di colpo ci ritroviamo su un campo di battaglia mentre il nostro eroe con la voce fuori campo scrive a Giuseppina. Questo meccanismo si protrae per tutta la pellicola, alternando momenti di “intimità” (tra virgolette, perché il rapporto tra Napoleone e Giuseppina è a dir poco grottesco) a campagne di guerra ben realizzate.

Joaquin Phoenix prova in tutti i modi a scrollarsi di dosso Il Joker ma è davvero difficile, per lui e per noi, che in ogni risata isterica ritroviamo il personaggio che ha segnato la storia di questo attore.

Giuseppina è la luce in fondo al tunnel di questo film folle e poco piacevole. Interpretata dalla bellissima e sensuale Vanessa Kirby, quest’ultima dimostra di essere più brava che bella, cosa non semplicissima dato che i costumisti non hanno fatto nulla per omettere le sue grazie, evidenziando scollature e push up come nulla fosse, dove possibile.

Poco importa, la Kirby ci ha regalato la sua migliore interpretazione fin ora, restituendoci una donna ricca di fragilità, ma dotata di una forza incrollabile, simile per molti aspetti alla Sibilla de Le crociate e forte quanto Marguerite de Carrouges in The Last Duel.

Una Waterloo su celluloide

Napoleon è un film che parla di un imperatore, un generale e un uomo, che però naufraga inesorabilmente verso la sconfitta: dialoghi talvolta poveri di significato, scene al limite della decenza (e del buon senso), una resa grafica nella CGI di bassa qualità. Insomma, una Waterloo che si salva in calcio d’angolo dall’insufficienza totale solo grazie ad alcuni elementi.

La fotografia è senza dubbio il primo di questi, talvolta eccelsa, al punto che era forte la voglia di mettere in pausa e ammirare il quadro che avevamo davanti a noi. Altro elemento una regia impeccabile, con alcuni campi larghi della battaglia di Waterloo che risultano tra le sequenze migliori degli ultimi 10 anni. Inoltre la già citata presenza straordinaria di Vanessa Kirby che dona davvero luce a questo buio desolante (sebbene anche a lei abbiano fatto fare degli scivoloni). Infine i costumi che sono un punto di forza della scena tanto quanto gli scenari, come ville e sale da ballo fedelmente riprodotte.

Napoleon è un film d’apparenza, senza sostanza, lontano anni luce dalla perfezione stilistica di altre opere, e soprattutto lacunoso: manca tutta la vita politica di Napoleone (che per chi non lo sapesse, ha condizionato ancora oggi moltissime leggi moderne, il Codice Napoleonico è un esempio di diritto inalienabile ndr.), ma anche il rapporto che l’Imperatore aveva con il suo popolo (salvo una o due scene di poco conto), e l’assenza della passione per la scienza e l’arte, imprescindibili nella figura di Napoleone Bonaparte.

Certo, lascia l’amaro in bocca l’idea che manchino così tanti minuti rispetto a a ciò che ci hanno mostrato, eppure facciamo davvero fatica a immaginare come possano quei minuti cambiare nettamente certe sensazioni. Ci chiediamo se davvero una durata maggiore possa rianimare questa pellicola, che da sola si conduce verso l’oblio del dimenticatoio.

Napoleon
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Voto 6
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.