Superman è un nome che non si può prescindere nell’immaginario collettivo: lo sa bene James Gunn che, assieme a Peter Safran, hanno fatto dell’Azzurrone il punto di inizio del loro universo narrativo basato sui fumetti DC, per Warner Brothers. Il film, come del resto tutto l’operato di Gunn e soci, è stato oggetto di critiche preventive, dibattiti sconclusionati e forse un velo troppo solido di scetticismo: il tutto ben prima che la pellicola sia stata di fatto messa in circolazione. Sarà riuscito Gunn a spegnere le malelingue e consegnarci un Supes degno di questo appellativo? Ecco la risposta (che forse non ti aspetti) in questa recensione, priva di spoiler.

Metaumani e megalomani
Il sole sorge su Metropolis come nulla fosse, e nell’aria riecheggiano i colpi dei pugni e le grida dell’ennesimo Metaumano che vuole farsi un nome sconfiggendo Superman (David Corenswet). Siamo in un mondo che conosce benissimo i Metaumani, del resto sono trecento anni che esistono sul pianeta Terra, e sono solo 30 anni che Superman si è rivelato al mondo. Destreggiandosi tra la sua identità segreta e la vita semplice di Clark Kent, Superman vive in uno stato divisivo che gestisce alla perfezione: accanto a lui ci sono gli amici della redazione del Daily Planet (dove lavora come giornalista) quindi Jimmy Olsen (Skyler Gisondo), Perry White (Wendell Pierce) e l’immancabile Lois Lane (Rachel Brosnahan).
Non mancano i “colleghi” mentre indossa il costume: a difendere Metropolis (e la Terra in geneale) c’è anche la Justice Gang (si, il nome è in prova) composta da Guy Gardner (Nathan Fillon), Hawkgirl (Isabella Merced) e Mr. Terrific (Edi Gathegi). Tutti eroi in grado di sostenere minacce di altissimo livello, personaggi che orbitano attorno all’Azzurrone, dandogli manforte e sistemando minacce di livello medio alto, mentre il nostro eroe ha bisogno di una pausa. All’ombra di tutto ciò, troviamo il megalomane Lex Luthor (Nicholas Hoult), miliardario e capace di ordire trame impressionanti per far cadere Superman in ombra rispetto al grande pubblico.
Senza procedere oltre circa la trama (che comunque non vi abbiamo raccontato affatto), possiamo dire che il film funziona in termini assoluti: è un mix di alcune storie, prese a piene mani dai fumetti anni ’80/’90 e messe in moto grazie alla cinepresa. Colorato, patinato e ben strutturato, il film funziona drammaticamente e senza “se”… tuttavia con un “ma”: possibile che James Gunn si sia dimenticato di star dirigendo un film DC e non un film Marvel?
Cambio di costumi
David Corenswet ci ha piacevolmente sorpreso: alto, prestante, e in generale ha la “faccia giusta” per interpretare Superman, sebbene siamo diametralmente a Henry Cavill e il confronto (ingiustificato ma comprensibile) sorge spontaneo. L’attore americano ha l’età giusta per traghettare il brand al successo per i prossimi 10 anni. La scelta di Gunn è azzeccatissima. Probabilmente in questa prima incarnazione gli è mancato il costume: abbastanza ridicolo oggi con i “mutandoni” a vista, ma l’idea è giustificabile.

Rachel Brosnahan è perfetta nei panni di Lois Lane: l’attrice cambia espressione da un momento all’altro, passando dalla ragazza fragile e bisognosa di coccole alla giornalista d’assalto che sbrana il suo intervistato. Non solo parole però: Lois non si tira indietro nemmeno durante l’azione, gettandosi a capofitto accanto a eroi leggendari e proponendo intelligenti piani d’azione per aiutare i “muscoli” usando il cervello.
Nota di merito alla squadra di Guy Gardner, interpretato da un eccellente Nathan Fillon, che porta una ventata d’aria nuova all’azione: forse va sottolineata l’età avanza dell’attore che, nonostante l’innegabile bravura, ci fa domandare per quanto tempo potrà sostenere il ritmo che film simili richiedono. Edi Gathegi è geniale nei panni di Mr. Terrific: il ruolo del Metaumano sembra scritto sulla sua pelle e le sue espressioni sono realisticamente strappate alla carta stampata.
Un grande eroe ha bisogno di un grande cattivo, e Nicholas Hoult ci ha regalato il miglior Lex Luthor di sempre: finalmente Superman ha il suo rivale perfetto, dotato non di muscoli ma di un intelletto superiore che mira a fiaccare il Kryptoniano non solo con nemici alla sua altezza, ma anche con l’opinione pubblica che il nostro “cattivo” gli mette contro. Integerrimo, megalomane e in un certo senso psicopatico, questo Lex Luthor ci fa tornare indietro di tanti anni, quando l’eroe aveva davanti il cattivo ma non poteva colpirlo altrimenti il pubblico l’avrebbe condannato. Perfetto.

Più Marvel che DC
Superman di James Gunn è un fumetto animato, una rivisitazione del genere che porta la luce nel mondo DC. Il regista non sbaglia quasi nulla: momenti d’azione intervallati alle giuste battute, la fotografia quasi sempre perfetta ed in generale una pulizia che ha più il sapore di Marvel che di DC. Probabilmente è il film che la Warner aveva sognato 10 anni fa, e che non ha avuto: resta da capire se il grande pubblico apprezzerà questo repentino e sostanziale cambio di rotta, perché la differenza visiva è evidente, così come lo è quella intrinseca.
Superman del 2025 cambia, evolve e funziona, al netto dei detrattori che dovranno sciacquarsi la bocca e ricredersi, perché il materiale è buono e in prospettiva futura potrà regalare al grande pubblico perle di bellezza e trasposizioni fedeli delle opere fumettistiche, che per anni hanno accompagnato il lettore, facendo la fortuna della DC Comics.