Introdurre un “nuovo” personaggio in una filiera già comprovata non è mai semplice. Lo sanno bene in casa Marvel ed al contempo da Sony, aziende che devono rimpolpare le fila dei loro eroi ed antieroi che imperversano nei vari universi conosciuti. Morbius, che poco fa abbiamo definito “nuovo personaggio” tra virgolette in quanto, un nutrito numero di lettori della carta stampata conosce già da tempo, fa la sua comparsa in un film dedicato alle sue origini, che sebbene siano (come di consueto) distanziate dagli albi a fumetti, risultano coerenti e ben strutturate. Il viaggio dell’eroe (o dell’antieroe in questo caso) non è banale ed ha tinte forti: seguiamo insieme in questa recensione di Morbius l’avvincente cinecomic a tinte oscure.
Da dottore a vampiro
Il Dottor Michael Morbius (Jared Leto) è un geniale scienziato che lavora ad importanti ricerche scientifiche su rare malattie genetiche. E’ un uomo umile, rifiuta premi Nobel per la scienza e si dedica alla cura del prossimo oltre che alla cura di sé stesso dato che è affetto anche lui da un “morbo” all’apparenza incurabile. Ad assisterlo nella sua impresa di trovare una cura ha due validi alleati: l’amico di sempre Loxias Crown (Matt Smith) che svolge anche il ruolo di mecenate della ricerca essendo affetto dallo stesso problema del nostro eroe; la dottoressa Martine Bancroft (Adria Arjona) che da sempre segue il lavoro di Michael, talvolta fungendo da assistente e anche da “grillo parlante” che cerca di instillare un minimo di coscienza sul nostro scienziato “folle”. Ma del resto, è la condizione fisica del dottore a renderlo avventato. Dopo anni di ricerche sembra esserci finalmente una cura che però ha effetti collaterali inattesi, al punto che il nostro Dottor Morbius si ritrova trasformato in un vampiro: non un vampiro comune del resto, ma nemmeno quello capace di trasformarsi in lupo, bruma o pipistrello che si può immaginare. Non vi sveliamo altro circa la trama che forse è il tallone d’Achille del titolo, possiamo invece dirvi che per quanto pretestuale, non è affatto male.
Un vampiro nello Spider-Verse
Come sappiamo, dopo gli eventi di Spider-Man: No Way Home (di cui vi consigliamo la nostra recensione nel caso ancora non l’aveste letta) il mondo conosce la presenza di un multiverso e nel caso del Dottor Morbius lui milita in quello che è definito Spider-Verse, un universo con un singolo Spider-Man (sembrerebbe quello impersonato da Andrew Garfield a giudicare da un cartellone pubblicitario che compare nel film) come eroe principale. In questa pellicola non compare il Tessiragnatele ma viene nominato più volte. New York è sempre buia in questa pellicola a cura di Daniel Espinosa, densa di una nebbia che spesso offusca anche le luci al neon che imperversano ovunque. Questa rappresenta in un certo senso la mente e lo stato d’animo del protagonista, diviso tra il fare la cosa giusta, guarire dalla sua malattia e non nuocere al prossimo sebbene si renda presto conto che la sete di sangue è un problema non da poco. Tra la pioggia, il vento e la nebbia si dipana una trama stile anni ’90 che sebbene segua degli stilemi del passato risulta cruda, a tratti noir ed horror con qualche jumpscare messo ad arte. Il film non scade nel ridicolo e di battute per ridere ce ne sono ben poche (era anche ora!) quindi non aspettatevi la stessa leggerezza di Venom per capirci. Jared Leto incarna davvero un ottimo vampiro: sembra non invecchiare mai e sfoggia un fisico che va dal malato terminale al palestratissimo con una facilità imbarazzante: la sua performance rimane oltre il convincente sebbene lo stesso non possa dirsi di Matt Smith, che risulta banale e poco credibile nei panni del mecenate. Tyrese Gibson dismette i panni del personaggio comico legato al franchising di Fast and Furious, ed interpreta un detective dell’FBI in maniera esemplare, sebbene i suoi minuti a schermo siano stati piuttosto limitati.
Morbius a denti scoperti
Morbius è un cinecomic che torna a prendersi sul serio, sfiorando tinte forti e facendoci precipitare in un oblio di oscurità e marciume. La computer grafica non è delle migliori ed al pari di Venom le scene più concitate non sempre sono ben chiare allo spettatore. La trama è semplice e comprensibile a tutti, il che non è necessariamente un difetto sebbene, sia davvero solo Jared Leto a portare avanti il film, in quanto tutti gli altri personaggi molto probabilmente li dimenticherete usciti dalla sala.