Mission: Impossible Dead Reckoning, Parte uno – Recensione impossibile!

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno è un ottimo inizio per quella che sarà una missione in due parti: recensione impossibile!

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 7 minuti
8.5
Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno

Siamo al settimo capitolo con Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno, che per forza di cose ne annuncia l’ottavo con la parte 2, in arrivo nel corso del 2024. In questa recensione, se deciderete di accettarla, vivrete l’inizio di una saga divisa in due parti, e chissà, forse in tre, dato che di recente il protagonista indiscusso Tom Cruise ha dichiarato di voler continuare con il brand fino al compimento dei suoi 80 anni. Questo messaggio si auto-distruggerà tra cinque secondi: buona fortuna, agente.

Hai fatto la scelta giusta

Eathan Hunt (Tom Cruise) è ormai un fuorilegge, perso nella sua follia controllata, un uomo nell’ombra che non rende conto sostanzialmente a nessuno, eccetto a sé stesso. La sua missione impossibile questa volta è legata a doppio filo al ritrovamento di una chiave, un oggetto molto particolare di origine russa, diviso in due parti.

La chiave però è solo un pretesto, uno strumento utile, ma ad essere ancor più utile è lo scrigno che può aprire: la possibilità di controllare un’Intelligenza Artificiale che, già adesso, imperversa nell’internet controllando informazioni e mercati globali. Chi possiede la chiave completa, di fatto possiede la IA, e di conseguenza il mondo.

Eathan e la sua squadra composta da Luther Stickell (Ving Rhames), Benji Dunn (Simon Pegg) e Ilsa Faust (Rebecca Ferguson), sono gli unici che vogliono impossessarsi della chiave per distruggere la IA e impedire che tutto quel potere venga gestito da una sola persona. Inizia un’interessante missione che vedrà i nostri eroi girare in lungo e in largo per il pianeta, toccando anche Roma e Venezia per poi dirigersi altrove.

Sotto il profilo della trama, Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno inizia col “botto” (letteralmnte), per poi prendersi il proprio tempo e presentare anche nuovi personaggi e vecchie glorie del passato, che tornano come fantasmi a tormentare Eathan costringendolo a porsi delle domande inconsce che, seppur non espresse a parole, gli si leggono drasticamente in volto grazie all’innata espressività di Tom Cruise.

Di nuovo in gioco

Christopher McQuarrie già regista degli ultimi due capitoli della serie, non è certo un novellino: dalla sua c’è un’esperienza con i film d’azione che si nota ad ogni scena, perfino in quelle dove c’è più dialogo, che avviene con un botta e risposta intrigante e mai banale. Il regista ci porta in due ore e quaranta di puro divertimento, azione sfrenata e qualche battuta messa lì al punto giusto che spezza la tensione, senza sminuire la situazione.

Tom Cruise è sensazionale: considerando le riprese avvenute durante la piena pandemia e l’età che aveva all’epoca, 58 anni per l’esattezza, ha davvero dato il meglio di sé. Combatte, si tuffa con una moto da una montagna (si, lo ha fatto davvero, e per sei volte consecutive in una sola giornata), si getta a capofitto in tutte le situazioni più sfrenate e, nei momenti di calma, ci regala il suo Eathan Hunt migliore: un personaggio complicato, duro come non mai, ma capace di rivelare una maturità che prima non ha mai avuto, complice indubbiamente il passare del tempo.

Dopo aver visto Hayley Atwell sui set Marvel come Peggy Carter, possiamo dire che l’azione ce l’ha nel sangue, e che l’attrice è davvero perfetta per il ruolo della ladra moderna che interpreta. Interessante la scelta di non rendere alcun personaggio, nemmeno il suo, “sexy”: in Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno ci sono donne indubbiamente stupende e nessuna di loro rivela mai un aspetto da femme fatale. Per loro conta solo la missione, e questo è un gran lavoro di dettaglio da parte di sceneggiatori e regista.

Cosa conta di più per te?

Nel film, il nemico principale è invisibile, una IA in grado di fare decine di migliaia di calcoli al secondo, con la capacità di prevedere tutti (o quasi) gli sviluppi possibili di qualsiasi situazione analizzi. È lo spettro digitale perfetto, è controllo assoluto, e Eathan deve chiedersi “cosa conta di più per te?” per andare avanti e non scoraggiarsi.

La domanda viene posta più volte nel corso della missione, a più personaggi, e questo ci consente di conoscerli a fondo, dandoci modo di apprezzarne l’umanità, per quanto poi le azioni che compiano a volte trascendano alla fisica e all’umanità alle quali siamo abituati. Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno è difficile da giudicare in quanto è un corposo, mastodontico “primo tempo” di quello che si vede essere un film spezzato in due.

Di fatto la pellicola pone i pezzi su una scacchiera, inizia le prime scaramucce tra pedoni, muove qualche cavallo e arrocca da un lato del tavolo, ma non arriva alla sua conclusione: la partita di Eathan è appena iniziata e tutto è ancora possibile, regina permettendo. Nel film ci sono diverse citazioni alla Hollywood che fu, e a quella moderna, partendo da Ritorno al futuro per poi arrivare al più moderno Uncharted.

Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno è un ottimo inizio, un modo per omaggiare quanto c’è stato fin ora e quanto potrà ancora esserci. Quel che è certo, per ora, è che non riusciamo ad immaginare un cinema senza Mission Impossible, e di conseguenza non possiamo che attendere col fiato sospeso la conclusione di questo interessante settimo capitolo.

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno
8.5
Voto 8.5
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.