[Milan Games Week 2017] The Impatient Hands On

Marco Crippa
Di Marco Crippa Impressioni Lettura da 5 minuti

Durante la Milan Games Week di quest’anno abbiamo avuto la possibilità di provare tantissimi giochi molto promettenti. Tra questi abbiamo testato diversi titoli per PlayStation VR e uno in particolare ci ha colpito positivamente: si tratta di The Impatient, l’action adventure a sfondo horror sviluppato da Supermassive Games. Ed è così che grazie alla demo presentata all’E3 di quest’anno, abbiamo potuto analizzare a fondo questo titolo, dando un primo sguardo alle meccaniche di gioco.The Impatient

Iniziando la nostra partita ci troviamo legati a una sedia, abbandonati in uno stato confusionale che ci permette a malapena di tentare di capire dove siamo finiti. Non per molto però: infatti dopo alcuni secondi ci farà visita quello che a un primo sguardo potrebbe sembrare un dottore. Quest’ultimo ci sottoporrà diverse domande a cui potremo rispondere scegliendo con lo sguardo la frase con lo stato emozionale a noi più affine: potremo quindi mostrarci confusi, arrabbiati, disperati o rassegnati, cambiando così le modalità con cui il nostro interlocutore si porrà nei nostri confronti. Grazie a delle potenti iniezioni di un medicinale sconosciuto verremo portati in una sorta di stato di trance, che ci farà rivivere un evento passato di cui ricordiamo solo dei piccoli frammenti. Verremo poi lasciati in camera in compagnia del nostro “coinquilino”, un tipo un po’ strano e dall’aria leggermente inquietante. Grazie a una specie di tutorial avremo sia la possibilità di familiarizzare con i vari comandi, sia di dare uno sguardo alla nostra prigione… Ho detto prigione? Be’ in realtà si tratta del Blackwood Sanitarium, lo stesso manicomio che anni dopo visiteranno Sam, Ashley, Chris e tutti gli altri personaggi presenti in Until Dawn. Non ci rimarrà dunque che andare a dormire e vivere un inquietante incubo che ci regalerà alcune scene in grado di terrorizzarci a dovere, prima di arrivare alla conclusione della demo.

Ma andiamo ad analizzare a fondo il gioco. The Impatienet si pone come un’esperienza di realtà virtuale davvero molto coinvolgente grazie al suo comparto grafico ben realizzato e a una colonna sonora azzeccata che ci farà immedesimare facilmente all’interno della storia, infondendo nel nostro subconscio un’inquietudine davvero profonda. Questo titolo sfrutta a dovere tutte le potenzialità dell’hardware a nostra disposizione, partendo dal visore che ci permetterà di scegliere la risposta più adatta al nostro stato emotivo semplicemente girando la testa nella direzione giusta, per arrivare poi al DualShock 4 che, mediante l’utilizzo sapiente del giroscopio, ci permetterà di voltare una serie di oggetti come se li stessimo tenendo davvero in mano. Sfortunatamente il gioco presenta qualche piccolo difetto, come per esempio il macchinoso utilizzo degli analogici per muovere in nostro personaggio all’interno delle stanze. Infatti, se con l’analogico sinistro potremo andare avanti o ruotare di 180°, con quello destro ci sarà possibile cambiare la direzione solo a piccoli scatti (per intenderci, come le lancette di un orologio). Nonostante con ogni probabilità gli sviluppatori abbiano ideato questo sistema di movimento per dare un maggior controllo al giocatore ed evitare che questi risenta troppo del motion sickness, ne risulta un movimento troppo artificiale che spezza molto il ritmo dell’azione.The Impatient

Tirando le somme, The Impatient riesce a impressionare positivamente il giocatore facendogli vivere una delle esperienze più terrificanti finora uscite per PlayStation VR. Infatti, nonostante quella provata sia solo una demo, le enormi potenzialità del gioco vengono subito a galla. Non ci rimane quindi che fare i nostri complimenti a Supermassive Games per il lavoro svolto e attendere con ansia il 22 novembre 2017 per vedere se le nostre prime impressioni sul prequel di Until Dawn soddisferanno le nostre aspettative.

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Il mio debutto nel mondo videoludico inizia verso la fine del 1990 con un bellissimo Commodore 64. Negli anni a venire sono passato da una console all'altra senza mai sdegnare il mio amato PC, ma senza amarne mai una in particolare. Non sono tipo da console war, io compro la piattaforma in base alle sue esclusive così da non dovermene mai pentire.