Qualcosa sta cambiando nelle origini degli eroi Marvel e nel mirino di Jason Aaron adesso c’è Frank Castle, in arte Punisher, l’antieroe americano che dapprima fu un soldato mai uscito dalla guerra, più precisamente da quella del Vietnam (nei suoi albi si leggeva all’inizio di ogni avventura “diario di guerra, giorno X luogo Y”).
Già con i fumetti dei primi anni duemila venne rivisitata l’origine del personaggio e da quel fumetto intitolato “Bentornato, Frank” trassero anche un film con John Travolta, il cui successo non fu eccelso ma nemmeno così da dimenticare dato che eravamo in piena epoca pre-Marvel Studios.
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata ed oggi l’autore di fumetti Jason Aaron ha deciso di rivisitare l’infanzia del “re dei killer” (titolo che si è arrogato dopo i recenti avvenimenti con il culto ninja La Mano) specificando che il ragazzo iniziò ad uccidere ben prima di divenire a tutti gli effetti un marine e poi di conseguenza il Punitore di New York.
Infatti le “punizioni” iniziarono quando da ragazzo, pre-adolescente Frank vide uccidere una coppia del suo quartiere per mano di un mafioso locale: indossando la maschera di Captain America, il The Punisher in erba seguì fino a casa il malvivente e gli diede letteralmente fuoco, lasciandolo correre per le strade urlante ed in fiamme, a monito per tutto il vicinato.
Lo scopo della major è quello di rafforzare il riavvio del personaggio, per evidenziare al meglio i dettagli di questo nuovo arco narrativo, il tutto è ulteriormente complicato dagli aspetti mistici della storia, che hanno riportato in vita sua moglie Maria, in un modo che fa riconsiderare a noi (e Frank) la “tragedia” che definiva la sua origine contro il peso karmico dei propri peccati. Come sappiamo l’ex-marine anche è sfuggito dall’abbraccio di Lady Death grazie all’intervento dell’Arcangelo Gabriele, il quale ha ridestato dal sonno eterno il Punitore per renderlo l’avatar della giustizia divina sulla terra.