Mario + Rabbids: Kingdom Battle Hands-On

Damiano "Xenom" Pauciullo
Di Damiano "Xenom" Pauciullo Impressioni Lettura da 8 minuti

Quattro ore di mezzi pubblici e il caldo asfissiante di questa estate rovente mi separavano dalla sede Ubisoft di Milano, ma l’emozione di poter visitare un vero centro di sviluppo in cui decine di giovani ragazzi programmano quelli che saranno i videogiochi di domani non aveva prezzo (se non quello dei biglietti Roma-Milano). L’occasione giusta è stata la dimostrazione, con demo in avanzato stato di sviluppo, di Mario + Rabbids: Kingdom Battle per Nintendo Switch, il gioco mostrato per la prima volta allo scorso E3 e che è stato sviluppato proprio in quegli studi.

Mettendo da parte l’emozione di aver visitato un luogo così affascinante per chi lavora in questo settore e l’ottimo buffet che mi ha ridato l’energia giusta dopo le ore di viaggio, mi dedico ad una corposa sessione di gameplay del gioco Ubisoft: così come ci hanno spiegato i ragazzi che ci hanno accolto, è stato possibile giocare tre livelli, di cui il primo molto semplice, una sorta di tutorial, il secondo livello preso direttamente dal terzo mondo del gioco (in tutto avremo quattro mondi) e il terzo livello in cui bisognava battere un boss. Il primo impatto è quello di trovarsi di fronte un gioco davvero tattico: lasciarsi ingannare dall’aspetto grafico tipico dei giochi Nintendo, colorati e molto “giocosi”, è quanto di più sbagliato si possa fare; tra abilità di ogni personaggio, attacchi speciali, bonus, armi principali a lunga gittata ed armi secondarie melee, albero delle abilità e supporti, è già possibile capire come scegliere i personaggi del proprio team per simpatia o le armi per bellezza ci farà perdere alla prima difficoltà.

Mario + Rabbids: Kingdom BattleIl team, come spiegato dai disponibili ragazzi di Ubisoft, è composto da tre membri: uno di questi, il leader, è necessariamente Mario, mentre gli altri due dovranno essere un Rabbids a piacere e un altro personaggio tra quelli rimanenti, senza restrizioni. Durante le varie fasi di gioco potremo esplorare i livelli che, a dire il vero, lasciano ben poca libertà essendo solo dei corridoi più larghi e con qualche piccolo puzzle da risolvere per ottenere bonus in preparazione alle battaglie, vero fulcro del gioco. Arrivati nelle arene ci troveremo nel classico stage a scacchi tipico degli strategici: potremo muovere di un certo numero di passi i nostri beniamini, impartirgli ordini di attacco o di utilizzo dei poteri, ma la cosa davvero fondamentale sarà il cercare sempre di non scoprire troppo il nostro team, sfruttando le numerose coperture disseminate per il campo.

L’ordine con cui eseguire le varie azioni è totalmente a nostra discrezione, con la possibilità di poter muovere i componenti del team e poi farli attaccare tutti insieme, o magari muovere due personaggi in modo che il membro rimanente possa sfruttare le loro abilità o utilizzarli come trampolino per poter raggiungere ampie porzioni di mappa con un solo turno. L’approccio al gioco è davvero personalizzato: ognuno può affrontare i nemici o portare a termine l’obiettivo (a volte sarà solo il raggiungere la fine della mappa) come meglio crede, sfruttando armi a lungo raggio e le coperture, o magari accerchiare un nemico e distruggerlo a suon di colpi melee, ma non è semplice come potrebbe sembrare.

Mario + Rabbids: Kingdom BattleL’IA dei nemici, infatti, è davvero avanzata, con la CPU che difficilmente si lascerà tendere una trappola o che resterà in balìa dei nostri attacchi ma che, anzi, utilizzerà i suoi poteri in modo strategico per metterci il più possibile in difficoltà. Se il primo livello infatti è filato liscio, il secondo ha visto morire ben due dei miei tre componenti del team, con un combattimento durato più di venti minuti e con un esito incerto fino alla fine del raggiungimento del traguardo: un secondo livello dalla mappa enorme, con un level design molto più complesso rispetto al primo, che offriva tantissime coperture, warp-pipe e i simpaticissimi Boo che teletrasportandosi da un punto all’altro della mappa vanificavano quel minimo di strategia che, con tanta fatica, ero riuscito a portare avanti per qualche turno. Arrivato al terzo livello si è palesata tutta la mia inesperienza con il genere tattico: non scherzo dicendo che in due turni gli attacchi del boss (un clown-fantasma un po’ primadonna) e dei suoi scagnozzi mi hanno messo K.O. senza che quasi me ne accorgessi, tra attacchi critici e combo devastanti.

Difficoltà troppo elevata dunque? No, semplicemente ci troviamo di fronte ad un titolo in cui non basta buttarsi a capofitto sui nemici per ottenere automaticamente la vittoria. Una buona dose di tattica sia in tempo reale durante i combattimenti sia preparatoria con la scelta dei personaggi, delle armi e delle abilità giuste sono alla base per l’avanzare dell’avventura. La stessa “easy mode” non cambierà la difficoltà del gioco, ma semplicemente aumenterà la salute massima del nostro team: se pensavate dunque di poter portare a termine Mario + Rabbids: Kingdom Battle nei momenti di noia, cambiate obiettivo.

Mario + Rabbids: Kingdom BattleIl lato tecnico, limitato ai livelli che ho potuto provare, è di tutto rispetto, con modelli poligonali davvero ben fatti (forse i personaggi Nintendo leggermente troppo “plasticosi”) e livelli belli da vedere, che sprizzano la tipica bontà e leggerezza dei giochi della grande N; migliorabile qualche texture, come alcuni particolari del boss quando quest’ultimo veniva inquadrato in primo piano durante una simpaticissima cut-scene. Alti livelli anche per quanto riguarda la colonna sonora, che va arricchendosi di strumenti con l’avanzare del livello di gioco e con il superamento delle varie fasi e turni dei combattimenti.

Mario + Rabbids: Kingdom Battle potrebbe davvero sorprendere molti, soprattutto chi pensava ad un titolo accessibile vista la simpatia e la leggerezza che il titolo dona ad un primo impatto, con citazioni di diversi giochi Nintendo ed Ubisoft e con qualche comparsa davvero apprezzabile (di cui ovviamente non dirò nulla). Qualche dubbio sulla ripetitività del gioco: dover esplorare dei “grandi corridoi” per raggiungere il campo di battaglia fino al boss potrebbe alla lunga portare a noia se non si è amanti del genere e se il tutto non sarà supportato da una trama apprezzabile e che regga il gameplay, ma voglio porre fiducia nei ragazzi di Ubisoft Milano, fiducia che spero venga ripagata in sede di recensione con un’altra ottima esclusiva per Nintendo Switch.

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Videogiocatore da quando aveva 3 anni grazie ad un bel GameBoy rosso fiammante, si chiede ancora come facesse a quell'età a completare i giochi. Predilige i platform (soprattutto se come protagonista hanno un idraulico baffuto) e i giochi d'avventura (ma solo se il personaggio ha una tunica verde); diciamo che quel 23 settembre del 1889 avevano previsto la sua nascita, fondando quindi la Nintendo.