Il primo Little Nightmares nacque quasi come una scommessa, con la fiducia riposta da Bandai Namco nel piccolo team di Tarsier Studios, ma soprattutto in un progetto che per quanto basilare nelle meccaniche, proponeva un nuovo punto di vista nel panorama horror. Nonostante al lancio l’effetto sorpresa abbia garantito al gioco il suo piccolo spazio sul palcoscenico del gaming, la vera fortuna di Little Nightmares è arrivata col tempo. Questo accrescendo la propria fan base, e con la comparsa inoltre di decine e decine di teorie sul gioco e i suoi personaggi, che spaziano dal titolo originale, al DLC, fino al prequel “Very Little Nightmares” pubblicato su mobile. Se volessimo parlare semplicemente del concept principale, non avremmo nulla di diverso da dire rispetto al gioco che abbiamo imparato ad affrontare quattro anni fa, con gli incubi più oscuri e ricorrenti dei bambini riprodotti in un malsano mondo immaginario… ma per vostra fortuna – o sfortuna – con Little Nightmares 2 lo studio svedese ci ha riservato tante terrificanti sorpresine. Abbiamo provato il gioco nella sua versione PlayStation 4 (ma con tutti i vantaggi di farlo girare su una PlayStation 5), anche se durante l’anno in una data ancora non precisata sarà pubblicata anche la versione dedicata alla next gen.
Quante volte da bambini vi siete nascosti sotto le coperte? Magari in quelle notti dove non riuscivate proprio a prendere sonno, e all’esterno pioggia e fulmini facevano vibrare i vetri delle finestre con il vento che fischiava tra gli alberi? Beh, la paura del momento non era nulla in confronto agli incubi che vi avrebbero poi inseguiti durante la notte… È tornato il momento di vivere quei momenti. Copritevi gli occhi, o preparatevi al peggio.
Una luce in lontananza
Come avete già letto nella nostra anteprima basata sulla demo del gioco (che potete recuperare qui), in Little Nightmares 2 vestiremo i panni di un nuovo personaggio, Mono, un giovane ragazzo con una busta di carta sulla testa, che collaborerà con Six (la protagonista del primo gioco) per raggiungere la Signal Tower. Da questo inquietante luogo infatti proviene un distorto e incessante ronzio, un segnale che rende tutte le televisioni delle mesmeriche macchine mortali.
Tutto ha inizio da un incubo. Un corridoio grigiastro, una porta con un grande occhio che sembra fissarti. Quanto c’è di vero? Al risveglio di Mono, vi ritroverete in una fitta foresta, la quale non troppo tardi scoprirete essere disseminata da una moltitudine di trappole. La prima zona di questo livello vi farà praticamente da tutorial, dove imparerete – o ripasserete – i comandi base di Little Nightmares, che per la gran parte delle caratteristiche sono gli stessi del primo titolo. Senza entrare troppo nei dettagli e senza fare spoiler però, sappiate determinati livelli avranno le loro particolarità, e potrete sfruttare modi differenti sia per difendervi, sia per fuggire, sia per risolvere determinati enigmi. Un piccolo indizio? Anche suoni e luce saranno determinanti.
Non ci vorrà molto tempo prima che facciate la conoscenza di Six (ancora spoglia del suo iconico impermeabile giallo), e nonostante la piccola fosse titubante sulle prime, inizierete il viaggio proprio insieme a lei, che diventerà una parte fondamentale del gameplay stesso: con la sua collaborazione infatti potrete risolvere dei puzzle, potrete raggiungere posizioni più alte con lei che vi farà da scalino, e così via.
Un puzzle tenebroso
Little Nightmares 2 è un insieme di ingegnosi enigmi, raccapriccianti scoperte, inquietanti incontri e spaventose situazioni. Il mix generato dalle varie caratteristiche del titolo, lo rendono una delle migliori produzioni del suo genere in assoluto, avvalendosi non solo di un comparto tecnico di livello molto alto, ma anche di una direzione artistica eccelsa. Di rado ci troviamo di fronte a una creazione che con così poco riesca a creare un senso di soggezione e timore, amplificando minuto dopo minuto il proprio “malessere”. Nonostante il “more of the same” sia un fantasma capace di fare abbastanza paura, Little Nightmares 2 riesce a farci dimenticare, al netto anche di qualche stratagemma, che alcune delle meccaniche che sfrutteremo le conosciamo già bene. Ad aiutare in tal senso non ci sono solo i nuovi terribili nemici, ma anche il loro numero: vi sembrava semplice scappare da un cuoco sovrappeso? Immaginate come possa essere invece affrontare orde di bulli… o molto peggio. Già, perché se c’è una caratteristica che viene smussata in questo capitolo, è proprio quella dedicata ai nemici, che in alcuni casi dovremo effettivamente affrontare… con tutti i nostri limiti.
Una menzione d’onore è a dir poco obbligatoria per art e level design: La scelta dei colori, delle ambientazioni, la storia non raccontata di ogni singolo personaggio – o “mostro” – incontrato, regalano un feedback unico che surclassa senza ombra di dubbio anche il primo gioco. Compiremo azioni che ci sembreranno assurde, o quasi cattive, per raggiungere il nostro obiettivo, daremo fondo a tutta la nostra inventiva, sfrutteremo ogni singola possibilità per difenderci. I livelli sono costruiti in modo più ampio, con una tridimensionalità ancora più marcata, un’esplorazione che offre più respiro, e lo sfruttamento bilanciato dello spazio sia in verticale sia in orizzontale, specialmente per la risoluzione degli enigmi.
Come abbiamo già accennato, anche il suono guadagna una posizione di rilievo: il sound design di Little Nightmares 2 è studiato non solo per corredare un’atmosfera dalle tonalità oscure, ma è anche sfruttato in alcuni casi come punto di vantaggio per il giocatore. Chiaramente a colpire di più è il proprio ruolo nell’ambiente, con la musica a destabilizzare, la pioggia a scandire il ritmo, e la voce del piccolo mono a chiedere aiuto.
Si tratta di un’esperienza longeva il doppio rispetto al gioco che lo ha preceduto, garantendo una durata tra le 6 e le 7 ore per essere completato, senza contare la raccolta dei diversi collezionabili (sono di due tipi, cappelli e fantasmini, e sono sparsi sia in zone accessibili, sia in luoghi decisamente più nascosti). Il prezzo, tuttavia, è rimasto budget.
In definitiva Tarsier ha riproposto quello che sapeva fare, ma a un livello superiore, e se siamo sicuri che lì dove alcune delle tante teorie della community avranno finalmente una risposta, ne nasceranno almeno il doppio a far scervellare i giocatori. E dimenticavo… i colpi di scena sono assicurati. Siate pronti.