Le Terrificanti Avventure di Sabrina Parte 3 – Recensione della nuova stagione

Le Terrificanti Avventure di Sabrina tornano sul piccolo schermo: Netflix sarà riuscita a replicare il successo delle precedenti edizioni? Eccovi la risposta in questa recensione senza spoiler!

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 4 minuti
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Le Terrificanti Avventure di Sabrina Parte 3

Sabrina: un nome che per chi è vissuto a cavallo tra gli anni ’90 ed i primi duemila, evoca certamente la parola “strega”, con un accezione tutt’altro che negativa. Che abbiate vissuto con la serie TV del passato o visto alcune puntate della serie animata, la streghetta sarà stata di certo una simpatica compagna d’avventure, dai colori forti e dalle genuine risate. Tutto è però cambiato quando, tre stagioni fa, Netflix ci ha presentato Le Terrificanti Avventure di Sabrina, dando una connotazione certamente più oscura ed insidiosa alla nostra eroina, costretta in un mondo ricco di demoni e sortilegi tutt’altro che semplici. Nelle due precedenti stagioni abbiamo esplorato diversi aspetti della nostra strega e dei suoi compagni che, nel corso del tempo, si sono rivelati amici, nemici o alleati di comodo: in questa terza serie di avventure troviamo una Sbrina nettamente diversa, più donna, più caparbia e così come ci si aspetterebbe, una vera Regina dell’Inferno.

Lasciate ogni speranza voi che entrate

Sabrina e compagni si ritrovano in questo inizio di stagione esattamente dove li avevamo lasciati: Lilith ha di fatto usurpato il trono di Satana all’inferno, dopo che il Signore della Notte è stato rinchiuso nel corpo di Nicholas Scratch; Harvey, Rosalind, Susie/Theo e Sabrina devono varcare le porte dell’inferno per rivendicare il trono che spetta alla nostra protagonista, e per farlo dovranno rivolgersi a chi c’è già stato all’inferno ed è tornato scrivendone la via, il Sommo Poeta Dante Alighieri. Servendosi degli scritti di Dante e di altri testi esoterici, vedremo la banda varcare la soglia degli inferi ritrovandosi così in un mondo ben peggiore di quello che ci si sarebbe potuto immaginare; nel frattempo, Prudence e Ambrose sono alla spasmodica ricerca dell’ex papa nero, Blackwood, che dopo la caduta della chiesa pare essere scomparso. Zia Zelda e Zia Hilda sono alle prese con i superstiti della Chiesa della Notte: le due streghe hanno infatti accolto in casa propria i ragazzi rimasti orfani e se ne prendono cura pur custodendo un segrete che non sanno se sia giusto o meno rivelare.

Regina e reggente

Kiernan Shipka nei panni di Sabrina è fantastica: l’attrice riesce ad incarnare la dualità di questo personaggio che all’Inferno si rivela una regina inflessibile e pronta a mettere al proprio posto chiunque tenti di ostacolarla mentre a scuola è la classica adolescente, alle prese con le situazioni di cuore e con il club delle cheerleader. Michelle Gomez nei panni di Lilith è davvero interessante: l’attrice deve infatti interpretare sia la reggente del trono all’Inferno, sia la professoressa di scuola, il che la rende una vera trasformista. Sebbene la trama possa sembrare banale all’inizio della serie, possiamo dirvi che con il progredire delle puntate le cose cambieranno: i rapporti tra i nostri eroi verranno approfonditi – vedi ad esempio quello tra Harvey e Rosalind – mentre altri si perderanno un pochino di vista, ma a rimpiazzarli ci saranno nuovi nemici e sotterfugi: una cosa è certa, in Le Terrificanti Avventure di Sabrina, l’inaspettato è sempre dietro l’angolo e non è detto che tutto quello che vedete o sentite sia vero. Per quanto riguarda i invece le scenografie, questa volta il budget ci è sembrato più alto, al punto che nella costruzione dell’Inferno ci siamo chiesti se davvero ci fossimo sprofondarti anche noi; magie e demoni sono all’ordine d’inquadratura, cosa meno presente e più volte fumosa nelle precedenti edizioni.

Le Terrificanti Avventure di Sabrina Parte 3
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Voto 8
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.