Il mondo della cronaca nera si è tinto di un altro fatto oscuro: qualche giorno fa ve ne avevamo parlato in un approfondito editoriale, a cura del nostro Alessio “Red” Cialli. Il fatto in questione, vede due ragazzini che dopo aver assassinato i genitori di uno dei due, si sono tranquillamente ritrovati a video-giocare a casa del ragazzo con i genitori ancora vivi. Ovviamente la polemica è scattata un nano secondo dopo che i colleghi della stampa si siano informati sui fatti: ecco cosa emerge sul settimanale “Oggi”.
La rivista riporta le parole dei due genitori di Manuel Sartori, nello specifico Rudi e Monica:
“la rovina di nostro figlio sono stati i videogame: passava ore a giocare a Call of Duty e Grand Theft Auto”
La rivista poi fa un commento che affibbia il comportamento del ragazzo come ascritto ai videogiochi in quanto non beveva ne si drogava: secondo Oggi, il campanello d’allarme per i due coniugi dovevano essere le lunghe sessioni notturne di caccia all’uomo, nelle quali, nottetempo passando accanto alla camera del figlio lo avrebbero sentito giocare in internet (come se fosse una cosa strana nel 2017 n.d.r.) ed organizzarsi con frasi tipo:
“sparagli, vai tu che io vado dall’altra parte”
Ora, noi possiamo comprendere la frustrazione, il rammarico di due genitori che stanno vivendo una situazione ai confini della realtà, ma non condividiamo affatto le parole della rivista e poniamo a voi la domanda: davvero il mondo videoludico è responsabile per questo tipo di comportamento?