Il regista Mike Mitchell, con Dreamworks Pictures, ci riporta nella Valle della Pace con il favoloso Po che, con Kung Fu Panda 4 chiude un ciclo iniziato oltre 16 anni fa. Le avventure del panda più divertente del cinema sono state tante, e in questo capitolo la vita del “non più tanto giovane” Po avanza inesorabilmente verso una fine probabile ma non certa: vediamo come si è svolto il film in questa recensione.

L’ultima avventura del Guerriero Dragone

Come sappiamo, Po è l’eroe della Valle della Pace e possiede il potere del Guerriero Dragone, ovvero il più potente esponente dell’arte del Kung Fu. Nel capitolo 3 della saga Po riceve da maestro Oogway il Bastone della Saggezza, che gli consente di aprire il mondo degli Spiriti qui sulla Terra.

Po è cresciuto, sebbene si rifiuti di diventare quello che è destinato a essere, ovvero un saggio maestro, capace di mettere da parte la lotta e insegnare al prossimo Guerriero Dragone la saggezza e il rispetto per la vita. Tutto cambia quando Zhen, una giovane volpe grigia di strada, cerca di rubare i cimeli del Kung Fu al Grande Tempio, dove sono custoditi.

Po viene a scoprire tramite la piccola ladruncola che la malvagia Strega Camaleonte vuole dominare su tutta la Cina tramite la sua magia oscura: inizia così la nuova e “ultima” grande avventura del nostro eroe. Sebbene la trama possa risultare banale, Kung Fu Panda 4 intriga come sempre con la sua forte ironia e con la goliardia, complice un ottimo doppiaggio. Un plauso particolare per la nostra versione va fatto ovviamente all’interpretazione di Fabio Volo, ancora una volta perfetto nel ruolo del nostro protagonista.

Combattere contro sé stessi

In Kung Fu Panda 4 si può notare anche un viaggio intrinseco, una sorta di sottotesto narrativo che spinge lo spettatore all’introspezione, nonostante la narrazione scorra liscia e senza intoppi, arricchita con forti risate, battute sul cibo ad ogni angolo, e simpatici animaletti sullo sfondo. Po sembra banale e sempliciotto come sempre, ma proprio come abbiamo imparato a conoscerlo in questi 16 anni, arriva il momento in cui fa sul serio e torna ad essere perfetto nel suo ruolo di Guerriero Dragone.

Già, il “Guerriero Dragone”, un fardello di responsabilità che da Po viene preso sulle spalle alla leggera, anzi, il panda fa fatica a lasciarsi convincere dal Maestro Shifu che è il momento cambiare pagina: un lavoro che si è sempre fatto, con il suo peso e le sue grandi soddisfazioni, ma la vera sfida che Po deve affrontare è proprio l’accettazione del cambiamento, una sfida che in fondo affrontiamo tutti noi con lui.

Chiudere il cerchio

Kung Fu Panda 4 è la formula vincente per chiudere un Tao iniziato 16 anni fa: colorato, e con il sapore narrativo della prima avventura di Po, nonostante questa possa di fatto essere l’ultima che vivremo sul grande schermo con lui come protagonista. L’assenza dei Cinque Cicloni durante tutto l’arco narrativo dimostra quanto Po sia cresciuto, e quanto non gli servano i comprimari per funzionare a dovere in un film.

Un’ora e mezza di risate, pensieri e belle frasi che restano impresse nella memoria di chi ascolta, ma senza prendersi troppo sul serio, perché in fondo non serve sempre la serietà al 200%. Kung Fu Panda 4 è capace di parlare ad un bambino quanto ad un adulto, ed è questa la forza di questo prodotto. Siamo di fronte ad una degna conclusione, ma certi che quando ne avremo bisogno il Guerriero Dragone tornerà!

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Kung Fu Panda 4

8

Kung Fu Panda 4 torna alle origini con una storia dal sapore nostalgico, ma capace di parlare chiaramente, tanto al bambino quanto all'adulto che probabilmente lo accompagnerà al cinema. Po sta crescendo e si scontra con nuovi "demoni", come ad esempio il cambiamento. Il cerchio si chiude in maniera perfetta, ma siamo certi che quando ci servirà il Guerriero Dragone tornerà!

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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