John Wick 4 – Recensione del nuovo capitolo della saga con Keanu Reeves

John Wick 4 è il nuovo thriller di Chad Stahelski con Keanu Reeves, ricco d'azione e dialoghi importanti che vanno oltre, ecco la recensione.

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 5 minuti
10
John Wick 4

Chad Stahelski, ex stuntman professionista che ha militato nel mondo cinematografico a partire dal 1991, ci riporta ancora una volta al fianco di Keanu Reeves che veste per la quarta volta i panni dell’assassino in cerca di vendetta, in John Wick 4, ennesimo episodio di una saga nata quasi per gioco ma che ha saputo ricavarsi uno spazio importante nei cuori degli appassionati del genere action/thriller.

Scritto come un fumetto sin dal primo capitolo, John Wick (che è sempre stato portato sullo schermo da Chad Stahelski) non delude nemmeno in questo caso, mostrandoci come sempre un mondo al di sotto del nostro, nascosto in bella vista, quello dove la Gran Tavola soprassiede e controlla tutto – perfino le nostre esistenze – dall’ombra dell’anonimato.

Capitolo 4

Abbiamo lasciato John in cerca di una guerra senza quartiere con la Gran Tavola, coadiuvato da Winston (Ian McShane) Direttore del Continental di New York, reintegrato dopo la precedente scomunica; dal Re della Bowery (Laurence Fishburne) e Charon il Concierge del Continental, spalla destra di Winston. Non proprio un esercito, ma si lavora con quello che si ha, e se John è in grado di uccidere tre persone con una matita, avendo alle spalle amici come loro potrebbe capovolgere uno Stato.

Il Marchese de Gramont (Bill Skarsgård) ha ottenuto dalla Gran Tavola il compito di smantellare la rete di John e porre fine alla sua vendetta: per farlo assolda il più spietato assassino cinese, Caine (Donnie Yen), un uomo che somiglia in tutto e per tutto a John, eccetto che per gli obbiettivi tratti somatici. Sfortunatamente non possiamo andare oltre circa la trama per evitare di rovinarvi colpi di scena e sorprese, che fidatevi, non mancheranno affatto.

Amici e nemici

In John Wick non possono mancare le auto, che non sono solo mezzi di trasporto veloci, ma vere e proprie protagoniste di uno scontro sotto lo scenario super suggestivo dell’Arco di Trionfo: a proteggere John ci saranno una leggendaria Plymounth Cuda del 1971, nera come la notte e una Oldsmobile 442 del 1972, un auto eccezionale in arancio che spicca nel buio dell’azione trasformandosi in un auto “d’attacco” senza eguali.

Bill Skarsgård dipinge un nemico integerrimo, inarrestabile e drammaticamente malvagio: l’attore passa dalle tinte horror di IT a quelle del nemico “da fumetto” e lo fa egregiamente. Donnie Yen nel ruolo dell’assassino cieco è eccezionale perché non solo incarna appieno lo stile di un combattente che sfrutta le sue problematiche a suo vantaggio, ma riesce perfino a farci innamorare di lui. Interessante la scelta del nome del personaggio di Donnie Yen, Caine (Caino in Italiano) la cui pronuncia in inglese suona come suonerebbe la parola Cane ovvero Bastone di cui l’uomo è dotato in quanto non vedente (non fatevi illusioni, c’è una spada ben affilata dentro quel bastone).

Così è la vita

John Wick 4 è un film completo, perfetto nella sua essenza e regia da primato ancora una volta, con Chad Stahelski che ci emoziona e stupisce con effetti visivi intrepidi e soluzioni registiche all’avanguardia, come un piano sequenza lunghissimo ripreso dall’alto e scene al limite della credibilità, ma che si intersecano in un caleidoscopio d’azione adrenalinica, senza esclusione di colpi.

Quello che stupisce in questo quarto capitolo della saga tuttavia non sono solo le scene d’azione (che mai come in questa saga abbiamo apprezzato), ma a colpire e a sorprendere forse di più del solito è la ricchezza delle scene al difuori del mero combattimento: dialoghi profondi tra protagonisti e nemici che sfumano un quadro tinto a regola d’arte nel rosso del sangue, con i gialli delle fiammate dopo lo sparo e il nero della notte che incombono su tutto e tutti.

John Wick 4 è il perfetto film action che tutti vorremmo vedere al cinema: una sequenza di scene d’azione unite a momenti di ampio respiro, quasi a voler far tirare il fiato allo spettatore per proseguire nello sprint di questa folle corsa a braccetto con la Morte (non a caso con la maiuscola, perché di fatto è una protagonista silenziosa che troviamo nei dialoghi dei personaggi, nell’ombra di un colpo di pistola o sulla lama di un coltello che taglia una giugulare). John Wick è tornato e lo ha fatto nel suo stile, quello del Re indiscusso dell’azione da 9 anni a questa parte.

John Wick 4
10
Voto 10
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.