Jason Momoa è indiscutibilmente uno dei migliori attori che abbiamo visto negli ultimi 15 anni della sua carriera sotto diverse vesti, da Conan il Barbaro, passando per Khal Drogo ne Il Trono di Spade, finoe ad Aquaman per la DC. Indubbiamente l’attore ha saputo dimostrare quanto sia capace di essere trasformista, sebbene il ruolo affibbiato alla sua fisicità sia sempre stato quello dell’eroe d’azione, o comunque legato ad una indissolubile forza fisica posta in evidenza.
ATTENZIONE: da qui in avanti parleremo del ruolo di Jason Momoa in Fast X, decimo capitolo della saga di Fast & Furious capitanata da Vin Diesel, se non avete visto il film e non volete incappare in SPOILER del caso vi consigliamo di riprendere la lettura dopo la visione. Se invece siete dei temerari dell’internet e non vi spaventa qualche anticipazione, beh, godetevi l’articolo!
Nascita del Joker
Jason Momoa interpreta Dante Reyes, figlio del mafioso che controllava Rio De Janeiro Ernan Reyes, che i nostri eroi hanno sgominato nel corso di Fast & Furious 5. Dante è stato fin da subito un ragazzo particolare: nel film il padre lo descrive come un attaccabrighe, un ragazzino capace di strappare la lingua di una persona che lo ha insultato o di cavare un occhio a qualcuno se quest’ultimo osava guardarlo male.
Insomma Dante Reyes non era un angioletto, e crescendo le cose non sono cambiate: lo scopo dell’uomo è vendicarsi di Dominic Toretto, che considera il responsabile della morte del padre. Come vuole farlo? non con un semplice omicidio, bensì facendo soffrire sia Dominic che tutta la “Fast Family” al completo, e solo alla fine calare la mannaia sul capofamiglia.
Jason Momoa dà corpo a Dante Reyes in maniera senza dubbio atipica: il personaggio ha spesso bigodini o elastici che legano i lunghi capelli in maniera distopica, facendolo sembrare una donna per molti tratti (non disdegna nemmeno trucco sugli occhi o smalti alle unghie, finte in alcuni casi). Indossa spesso anelli stravaganti, si muove in maniera melliflua ed ogni parola che esce dalla sua bocca è molto probabilmente una menzogna, senza contare che scoppia in fragorose risate per i motivi più disparati o quando uccide qualcuno per puro divertimento. In una scena mette addirittura lo smalto ai piedi a due cadaveri mentre parla con loro, quasi fossero suoi amici: tipico della follia del Joker sulla carta stampata, e che ci crediate o meno, il personaggio si comporta esattamente così.
Dove sta Batman?
Dante Reyes è solito andare in giro con auto sgargianti, dai colori vinaccia, rosa o blu elettrici, indossa spesso abiti a contrasto con colori volutamente incompatibili e (qui la somiglianza assurda con il comportamento del Joker descritto nei fumetti) accoltella delle persone mentre ride e appena ha terminato la sua “opera” lecca la lama del coltello. Scoppia in battute senza senso o freddure agghiaccianti simili a quelle che il personaggio della carta stampata compie ogni due per tre.
In tutto il film Dante è il regista delle azioni malvage che ha in mente: piazza bombe ovunque, è sempre un passo avanti alla Toretto Family e pressa in continuazione il proprio avversario: lo sfida apertamente ma non lo uccide, si capisce che ha il potere di fare il bello ed il cattivo tempo e, per questo, non fa altro che fare battute sbeffeggiando il nemico dal finestrino della macchina o da sopra un palazzo mentre fa esplodere qualunque cosa (e ride di gusto mentre lo fa).
Dominic Toretto per contro sembra essere Batman preso alla sprovvista, ma che possiede tutti gli elementi che contraddistinguono il Crociato Incappucciato dei fumetti: l’auto nera, ovvero una Dodge Charger R/T del 1970, la squadra d’azione e “oracolo” ovvero Megan (Nathalie Emmanuel) c’è. Non manca quasi nulla, nemmeno il denaro, dato che Toretto può far conto sui propri soldi (che sono molti dopo le sue attività criminose del passato) e quelli dell’Agenzia (un’organizzazione che si occupa di sventare minacce globali). In questo scenario Dante ha davvero il nemico perfetto, ma sebbene, proprio come il Joker dei fumetti, Dante attui un comportamento con tutte le carte in regola per uccidere il proprio nemico, non lo fa, perché per lui più importante “giocare al gatto e al topo” piuttosto che uccidere la propria nemesi. Siamo di fronte alla prova attoriale paradossalmente più riuscita di Jason Momoa, arrivata in un contesto inaspettato e stravagante proprio come il personaggio del Joker farebbe.