Quello medievale è un periodo ricco di fascino e, a discapito di chi lo considera un periodo “buio”, di humor. Uno dei maggiori esempi di questo umorismo d’altri tempi, che è riuscito a sopravvivere nel tempo diventando anche la base per una serie di odierni meme, si trova nei manoscritti, e risponde al nome di marginalia.
I marginalia sono dei disegni realizzati dagli amanuensi sui bordi delle pagine di testo che, spesso e volentieri, raffiguravano animali impegnati in situazioni tipicamente umane o creature di fantasia piuttosto grottesche. Lo studio Yaza Games ha ideato un intero videogioco che ci permette di controllare queste bestiole, che risponde al nome di Inkulinati, e che oggi trattiamo in recensione nella sua versione Switch.
Questo titolo ha fatto parlare tantissimo di sé fin dall’apertura del suo Kickstarter grazie ad uno stile artistico davvero inconfondibile ma, pad alla mano, Inkulinati saprà essere qualcosa di più di un bel manoscritto virtuale? Scopriamolo insieme in questa recensione.
Tra spade, archi e inchiostro
Inkulinati ci viene presentato dagli stessi sviluppatori come uno strategico “su base inchiostro”, ed effettivamente non potremmo trovare una definizione migliore. Il titolo, che fin da subito ci immerge nelle atmosfere di una volta con una colonna sonora decisamente azzeccata, propone diverse modalità di gioco.
Abbiamo la modalità “Accademia“, una serie di tutorial di breve durata che ci aiutano ad entrare negli schemi di gioco, la modalità “Duello” che ci permette di sfidare l’IA o altri giocatori in delle partite singole, un Bestiario che ci mostra tutte le creature sbloccate (avverrà man mano che procederemo, e saranno in totale 50) e la modalità “Viaggio“.
Quest’ultima, che possiamo considerare la modalità principale, è una storia rigiocabile in 5 o più atti ove, ad ogni nuovo avvio dell’avventura, qualcosa cambierà. Una volta scelte le caratteristiche (estetiche ma anche in fatto di abilità) del nostro personaggio, potremo dare il via alla prima di una serie di avventure davvero folli.
Scopo di uno scontro tra Inkulinati (gli omini che si occupano di “disegnare” sul campo di battaglia le varie bestie) è quello di eliminare l’altro Inkulinati proprio mediante gli attacchi delle proprie truppe.
All’inizio di ogni partita dovremo scegliere 5 diversi tipi di truppa da schierare: abbiamo spadaccini (per gli attacchi ravvicinati), arcieri e lancieri (per gli attacchi a distanza) e, proseguendo nell’avventura, sempre più creature con abilità sui generis. Possono esserci fino a un massimo di 5 truppe presenti sul campo di battaglia.
L’evocazione di una singola creatura prevede la spesa di un certo quantitativo di inchiostro, una sorta di valuta che possiamo ottenere turno per turno in base a dove decidiamo di posizionare i nostri soldati.
Il combattimento strategico di Inkulinati è molto affascinante ricco di variabili: avremo la costante necessità di dosare le nostre forze e di pensare prima di agire. Possiamo spingere nemici e alleati, attaccare in più direzioni, usare le abilità peculiari delle truppe (che portano gli altri elementi di gioco a dei veri e propri cambi di stato), o usare oggetti per causare esplosioni o… maledizioni!
Una storia divertente… da morire!
Come detto precedentemente, ogni viaggio di Inkulinati parte e si sviluppa in maniera differente ma, in ogni caso, il nostro obbiettivo sarà quello di sfidare in un duello Inkulinati la morte stessa e, per giungere al suo cospetto, dovremo compiere un lungo tragitto pieno di situazioni bislacche.
La modalità intervalla duelli tra bestie (in cui vince chi riesce a uccidere tutte le truppe avversarie) a duelli tra Inkulinati, negozi, zone dove possiamo sbloccare un miglioramento delle nostre statistiche di base, ed esilaranti boss: tra gli Inkulinati spiccano letterati, personaggi leggendari e persino alcuni santi della Chiesa.
Il primo viaggio, che in sostanza costituisce l’avventura principale, ha una durata piuttosto breve (5 atti, ossia sottomondi), mentre gli altri due, necessario il loro completamento per ottenere il massimo grado tra gli Inkulinati, durano rispettivamente 6 e 7 atti. Ci soffermiamo, in ogni caso, sulle 3-6 ore a seconda della lunghezza del viaggio, un tempo che ci è sembrato estremamente risicato, a dirla tutta.
La modalità storia non è composta solo da una discreta varietà di sfide, ma anche da una serie di scenette al limite del comico: saltare i dialoghi è sempre un dispiacere, ma farlo in Inkulinati vi impedirà di capire il gioco fino in fondo. Sono disponibili ben 4 livelli di difficoltà, ma riteniamo che la difficoltà normale sia un po’ troppo semplice, soprattutto nelle prime fasi. In generale, siamo rimasti soddisfatti della modalità storia, seppur avremmo preferito che fosse un po’ più consistente in quanto a durata.
Il fascino del manoscritto
L’aspetto che più ha fatto sì che Inkulinati passasse dall’essere una semplice idea ad un gioco vero e proprio è certamente lo stile artistico: sulla scia del grandissimo successo di Pentiment (anche se la gestazione di Inkulinati parte da un lungo early access precedente), Inkulinati riesce ad incidere con uno stile grafico molto ben definito e riconoscibile, che viene affiancato da buone animazioni e da una simpatica colonna sonora.
Una nota di merito va fatta per quanto riguarda le traduzioni: il gioco è disponibile in italiano e, con grande attenzione ai dettagli, Yaza Games è riuscita a riproporre in maniera cristallina l’humor ricercato anche in una lingua diversa da quella per la quale le battute erano originariamente pensate.
Al contrario, abbiamo rinvenuto una minore attenzione per quanto concerne il possibile sfruttamento delle peculiarità di Nintendo Switch (console sulla quale lo abbiamo testato) e, soffermandoci sulla console di Nintendo, una certa lentezza nei caricamenti, soprattutto all’avvio della schermata iniziale.