MIR, МИР in cirillico, è stato realizzato con campagna Kickstarter dalla casa editrice indipendente Little Dusha. Si tratta di un gioco di ruolo di stampo horror, intrigo psicologico e investigazione, ambientato in un mondo dark fantasy scritto dagli autori Adrien Dumonchau e Valentin Stakhanovitch Reverdy. I giocatori saranno chiamati ad interpretare gli agenti dell’organizzazione MIR, il quale scopo è quello di proteggere la realtà dalla manifestazione della sofferenza e dei traumi chiamate Echi. Questo Gdr vuole far immergere il giocatore in un mondo cupo e tetro, dove ogni scelta avrà una ripercussione importante sul proprio alter-ego. Procediamo però per gradi, e scopriamo MIR nella nostra recensione.
Sette Nazioni, Sette Ferite
Il mondo non è più quello di un tempo, un cataclisma chiamato “La Rovina” lo ha spezzato in due: milioni di vite cancellate in un istante, la realtà piegata dall’orrore, e il ricordo di un incubo che l’umanità ha scelto di dimenticare. Il cuore narrativo di MIR è l’idea della rimozione. Dopo la catastrofe, i superstiti hanno rinnegato le Arti che ne furono la causa (la magia nel mondo di MIR) e si sono affidati al Patto, un organismo di controllo incarnato dal MIR. I suoi agenti, un tempo temuti e rispettati, oggi sono relegati a reliquie del passato, figure emarginate in un mondo che preferisce non ricordare.
Eppure, l’orrore non è scomparso: Le Distorsioni si diffondono, gli Echi (incarnazioni viventi della sofferenza) deformano la realtà, assumendo sembianze di luoghi, creature e persone. La paura che “La Rovina” possa verificarsi di nuovo è sempre più tangibile. Ogni missione è un conflitto tra dovere, etica e sopravvivenza, dove la linea che separa l’eroismo dalla crudeltà è sottile come il filo di un rasoio. La domanda che aleggia al tavolo non è solo “Riuscirò a sconfiggere l’orrore?”, ma soprattutto “Quanto sarò disposto a sacrificare per farlo?”.
Dopo la Rovina, il mondo non è più unito. I popoli superstiti si sono organizzati in sette nazioni diverse, ciascuna con la propria Identità, cultura e soprattutto con una ferita unica lasciata dal cataclisma. Queste ferite non sono solo cicatrici fisiche del territorio (terre corrotte, città distrutte, zone instabili), ma anche piaghe sociali e spirituali: fanatismi, tirannie, maledizioni, superstizioni che influenzano la vita degli abitanti. L’idea è che ogni nazione sia definita da ciò che ha perduto e da come quella perdita la segna ancora oggi. Gli Agenti del MIR, muovendosi tra queste nazioni, affrontano non solo gli Echi della Rovina, ma anche le divisioni e le cicatrici del genere umano creando dei dilemmi nel quale il giocatore dovrà muoversi.
Un horror psicologico che colpisce nel profondo
L’atmosfera di MIR non è quella dell’horror urlato, ma del terrore sottile che ti scava dentro. La paura non è soltanto nel mostro da abbattere, ma sta anche nel riconoscere che esso nasce dal dolore umano, da memorie irrisolte, da traumi che si materializzano. Questa scelta rende ogni partita un’esperienza intensa: i giocatori non affrontano solo minacce esterne, ma sono chiamati a esplorare anche il peso delle proprie decisioni, la fragilità della mente e la persistenza del passato.
A differenza dei classici giochi fantasy in cui si inizia come un personaggio inesperto, in MIR le avventure iniziano con agenti già addestrati ed élite. Tuttavia, i tuoi poteri portano sempre con sé un dilemma: cedere troppo spesso alla tentazione di usarli significa rischiare di perdere il controllo e scatenare proprio il male che cerchi di combattere.
MIR è un gioco di conseguenze, in cui le scelte dei giocatori hanno un effetto diretto sullo scenario. Il combattimento è realistico e il rischio di morte sempre presente. Ogni vittoria ha un prezzo: spetta ai giocatori decidere se sono disposti a pagarlo.
Sistema di gioco
Il sistema utilizzato si basa sul lancio di un pool di dadi D12, il quale verrà formato sommando le “Abilità” ed i “Sentieri”, una specie di Skill del personaggio. Ogni successo, che si ottiene con un risultato superiore al 7, farà si che le varie prove che il GM porrà ai giocatori siano superate. Un maggior numero di successi farà sì che l’azione scelta dal giocatore verrà portata a termine con esiti migliori. In MIR il fulcro del gioco è la storia: questo si può capire già solo vedendo quanto del breve manuale di sole 174 pagine è dedicata al mondo di gioco con spiegazioni dettagliate delle varie popolazioni che vivono in questo mondo e delle relazioni tra loro.
La vasta Lore fa da padrone durante le sessioni di gioco. Non mancano i combattimenti, i quali, si svolgono con prove contrapposte di attacchi e difesa e ogni ferita subita porta a conseguenze narrative e a volte permanenti sui PG. Queste conseguenze sono racchiuse e regolamentate dalle “Stigmate” e dalle “Distorsioni”: le prime sono segni lasciati dal trauma e dal contatto con gli Echi, mentre le seconde sono deviazioni della mente e dell’anima che possono essere temporanee o permanenti. Esse servono a mostrare come il mondo interiore del PG e l’orrore dell’ambientazione cambiano chi gioca.
Un’altra parte fondamentale del gameplay di MIR è il sistema di “Intrighi”, “Relazioni” e “Segreti” tramite i quali sia il GM che i PG potranno far cresce ed evolvere la storia sviluppandoli a loro favore o sfavore in modo da ottenere vari bonus ai tiri di dado.
Il gioco, data la sua natura narrativa, si presta bene per campagne sia brevi che lunghe, in modo da dare tempo al giocatore di esplorare non solo il singolo scenario, ma di immergersi appieno nei vari intrighi e segreti narrativi che ogni PG porta con se, e capire a pieno le varie sfumature del mondo di gioco.
Sei pronto a guardarti dentro?
Se pensavate di sapere cosa significhi giocare a un GdR dark fantasy, preparatevi a ricredervi. MIR non è un mondo fatto di spade scintillanti e magie da manuale: è un universo che ti mette davanti a scelte impossibili, tra memoria, trauma e sopravvivenza. Qui, la vera minaccia non sono i mostri: è la storia stessa, e la Rovina che incombe sulle nazioni del continente di Delnarar .
Sottolineiamo però che MIR non è per tutti. Se cerchate combattimenti lineari o eroi perfetti, questo titolo non è adatto a voi, ma se volete un’esperienza intensa, dove la narrazione influisce direttamente sulle scelte che fate e il trauma diventa meccanica di gioco, siete nel posto giusto. È un capolavoro della narrativa oscura. Tra Echi che osservano, Stigmate che marchiano, e Dottrine che giudicano, MIR ci ricorda che nel vero dark fantasy, l’avventura più grande è sopravvivere all’umanità stessa.



